F1 | Wolff: "Resto per battere la Red Bull con Hamilton"
In un'intervista esclusiva rilasciata a Gianluca Gasparini della Gazzetta dello Sport, il manager austriaco guarda al futuro dopo aver avuto il rinnovo triennale da team principal. Toto vuole sfidare la squadra campione del mondo e tornare a vincere con una macchina che non ha niente di quelle che hanno corso negli ultimi due anni. E' certo che Hamilton possa puntare ancora al titolo con la vettura giusta e manda un monito alla FIA: "Dal fucile è partita una pallottola e non può più tornare indietro"
Non è certo il tipo da tirarsi indietro quando le cose si fanno difficili. Toto Wolff è motivato come noi: è vero che è azionista del team Mercedes al 33% delle quote, ma è altrettanto vero che il suo ruolo da team principal è stato a lungo chiacchierato, in un mondo come quello della F1 che ha sostituito in due anni otto dei dieci responsabili di squadra. La Stella gli ha allungato il contratto da capo del team di tre anni e dalla tolda di Brackley si aspetta di dare corso a un rilancio delle frecce nere dopo due anni molto difficili per monoposto sbagliate, sbagliatissime.
Cacciato Mike Elliott come direttore tecnico e richiamato James Allison, la Mercedes vuole sfidare la Red Bull e Max Verstappen con la W15. In una straordinaria intervista esclusiva concessa a Gianluca Gsparini della Gazzetta dello Sport, Wolff guarda alla stagione 2024 sotto i diversi punti di vista.
“Il successo di un team dipende dalla motivazione e dall’energia delle persone. Una squadra è come un organismo vivente che deve adattarsi alle circostanze. Ciò che stiamo facendo ora è formare l’organizzazione che verrà. Abbiamo un Everest da scalare contro Red Bull e Ferrari e McLaren sono molto forti, ma nel radar c’è già il 2026 con carburante sostenibile, power unit e aerodinamica diverse”.
Il manager austriaco non sposta l’asse al 2026… “Sarebbe sbagliato. Piazzare tutte le energie al 2026 sarebbe pericoloso. Bisogna viaggiare sempre al massimo perché è così che si impara. La Red Bull è davanti in termini di pacchetto, pilota compreso, ma è bello provare a batterli già nel 2024 o la stagione seguente. Non puoi iniziare un anno dicendo che non vincerai. Chi ha girato al simulatore ha detto che quella nuova non sembra la monoposto degli ultimi due anni”.
Photo by: Steve Etherington / Motorsport Images
Lewis Hamilton, Mercedes-AMG
Wolff crede fermamente in Lewis Hamilton… “Lo Sottolineo con forza. C’è un motivo per cui Lewis ha battutto tutti i record e vinto sette titoli mondiali: perché la sua abilità è di un livello superiore. Se gli daremo una buona macchina di cui potrà fidarsi può tornare davanti a tutti”.
La fiducia nasce dall’aver riportato al vertice tecnico James Allison… “E’ una delle persone più intelligenti che abbia mai incontrato. Lo ha aiutato stare via per un anno dal ring: prendere le distanze e tornare dopo il periodo di Elliott. Non avrei sperato niente di meglio”.
Toto tocca anche il tema più scottante: “L’inchiesta della FIA aperta e chiusa in due giorni ha procurato un grosso danno al mondo della F1. Se vogliamo rendere sempre più professionale lo sport dobbiamo cercare di portare trasparenza dove non c’è e stabilire standard del livello più alto possibile. La mia posizione è questa. Non posso parlare per Susie ma è una che non molla. Se si digita sul web Susie Wolff esce come prima notizia l’inchiesta: è partita una pallottola dal fucile e non può tornare indietro”.
Photo by: Michael Potts / Motorsport Images
Mohammed ben Sulayem, Presidente FIA
Inevitabile parlare della FIA anche se non c’è alcun accenno diretto al presidente, Ben Sulayem… “Credo che la FIA abbia molti compiti importanti come istituzione, il primo dei quali governare con etica, trasparenza e integrità. Questo comprende come gestisci questo sport insieme a F1 e le squadre, ma anche come vengono stabilite e controllate le regole. Non è una buona cosa quando gente di esperienza e qualità abbandona. Se n’è andato Steve Nielsen che conosce questo sport da agno angolazione. Poi ha lasciato Tim Goss, braccio destro di Nikolas Tombazis. E altri ancora si sono dimessi. Come squadre non possiamo farci niente, ma quando di colpo persone così in gamba lasciano un’organizzazione si crea un vuoto. Devi chiederti perché tanti se ne sono andati e lo hanno fatto proprio adesso”.
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