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Intervista
Formula 1 GP d'Azerbaijan

F1 | Max: “Newey in Aston e team order McLaren? Ho altri problemi”

Max Verstappen arriva in Azerbaijan con ancora un ampio vantaggio in classifica, ma è consapevole che il rischio che si riduca gara dopo gara è ben presente. Per questo non è sorpreso della scelta McLaren di imporre internamente i team order, mentre sul passaggio di Newey in Aston crede di dover guardare più in casa per risolvere i problemi.

Max Verstappen, Red Bull Racing

Due sono le notizie che hanno contraddistinto la prima parte di questa settimana. Da una parte l’ormai tanto sussurrato annuncio del passaggio di Adrian Newey in Aston Martin a partire dal prossimo anno e, dall’altra parte, la conferma da parte della McLaren che tenterà di favorire Lando Norris nella rincorsa mondiale, anche a discapito di Oscar Piastri.

Due notizie che, in qualche modo, sono legate a doppio filo a Max Verstappen e alla Red Bull. Newey è stata una figura chiave per la scuderia di Milton Keynes, anche se già nelle ultime stagioni aveva ridotto il suo apporto in fase di progettazione, fornendo più le basi e consigli su cui lavorare. Dall’altra parte, la lotta mondiale si avvicina sempre di più alle battute conclusive, anche se mancano ancora ben 8 gare alla fine del campionato. Il fatto che McLaren abbia deciso di puntare sugli ordini di scuderia è un chiaro segnale che è ora di ottimizzare le performance della vettura, senza lasciar spazio a errori o lotte interne che potrebbe costare caro al team di Woking.

Parlando dell’addio di Newey, chiaramente l’attenzione di tanti addetti e tifosi è rivolta più in ottica 2026, dato che la mano dell’ingegnere britannico in Aston Martin si vedrà più su un progetto che parte da un foglio bianco che da una vettura già concepita da altre menti.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB20

Max Verstappen, Red Bull Racing RB20

Foto di: Red Bull Content Pool

Sul passaggio di Newey in verde, Verstappen ha speso qualche parola, sottolineando come al momento abbia altri preoccupazioni per la testa legate alla lotta mondiale, anche se gli avrebbe fatto piacere se la scelta del progettista fosse stata quella di rimanere in Red Bull per continuare a lavorare insieme: “Non è qualcosa sotto il mio controllo. Al momento ho altre preoccupazioni su cui stiamo cercando di lavorare e risolvere con la squadra con cui sto guidando. È su questo che ci concentriamo”, ha spiegato l’olandese alla vigilia del Gran Premio d’Azerbaijan.

“Io e Adrian abbiamo un'ottima intesa. Gli ho anche mandato un messaggio dopo che è uscita la notizia [del suo passaggio in Aston], anche se, ovviamente, sapevo che sarebbe arrivata. Quindi sono felice per lui. È una nuova sfida, naturalmente. Ho sempre detto che mi sarebbe piaciuto che rimanesse. Ma, a un certo punto, non si possono ribaltare queste cose. Alla fine sei felice per le persone che cercano nuove sfide. E so anche che Lawrence Stroll sta spingendo al massimo per vincere con Aston Martin, quindi è comprensibile che voglia avere Adrian al suo fianco”, ha aggiunto Verstappen.

Molti hanno legato la partenza di Newey all’inizio delle difficoltà Red Bull, soprattutto perché a livello temporale le cose sono curiosamente coincise, anche se, in realtà, quello di Miami fu lo stesso weekend in cui McLaren portò il suo pacchetto di novità tecniche più sostanzioso, mentre Ferrari e altri team sono poi arrivati nelle settimane successive. Verstappen ha rimarcato come questi due aspetti non siano in qualche modo collegate, date che alcune delle difficoltà che sono emerse in modo più chiaro in tempi recenti, in realtà trovano radici in un passato non sospetto.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB20

Max Verstappen, Red Bull Racing RB20

Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images

“Le cose non sono collegate. Chiaro che curiosamente quando è stato annunciato il suo addio, è stato lì che le cose sono iniziate ad andare storte per noi, ma credo che alcune cose fossero andate nella direzione sbagliata già prima, ma non ce ne eravamo accorti in quel momento”, ha raccontato Max, che ora ha come unico obiettivo quello di risolvere i problemi di bilanciamento e avere una vettura più rapida e competitiva per giocarsi le sue chance mondiali.

“Abbiamo ancora molto lavoro da fare, ma credo che in un certo senso Monza sia stata positiva perché abbiamo imparato qualcosa di più sull’auto. Ora ci vuole solo tempo per migliorare la macchina, per capire i nostri punti deboli. Ora si tratta solo di cercare di trovare delle soluzioni. Ma non ci si arriva in una o due settimane”.

“Se il bilanciamento è come quello di Monza, allora non andremo meglio nelle prossime gare, ma so anche che possiamo fare un lavoro migliore in generale e se avremo una vettura più equilibrata, allora saremo effettivamente più competitivi. Ma se essere più competitivi sia sufficiente per il titolo, non lo so”.

L’ultimo argomento toccato è quello degli ordini di scuderia. Chiaramente in McLaren era arrivato il momento di prendere una decisione, perché i Gran Premi a disposizione sono sempre meno e il gap dalla vettura rimane comunque importante, sopra i sessanta punti. Le prestazioni della vettura vergono a favore della squadra papaya, ma Norris non è riuscito a recuperare tanti punti nella parte europea del campionato, segnale che serve qualcosa di più.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB20, in lotta con Lando Norris, McLaren MCL38

Max Verstappen, Red Bull Racing RB20, in lotta con Lando Norris, McLaren MCL38

Foto di: Andy Hone / Motorsport Images

“In fin dei conti, è ovvio che McLaren faccia quello che vuole. Non è un mio problema. Ho i miei problemi al momento. Quindi sì, ovviamente, dal punto di vista di Oscar [Piastri], lui è più vicino a Lando di quanto Lando sia vicino a me nel campionato. Ma è una cosa che devono affrontare”, ha detto Verstappen, rimarcando però quanto, al momento, Piastri sia più vicino a Norris di quanto il britannico non lo sia a lui in classifica. Anche per questo, il tre volte iridato in realtà non è sorpreso che McLaren non abbia agito prima in questa direzione.

“No, non sono sorpreso che non abbiamo imposto i team order prima. Voglio dire, alla fine Norris e Piastri non erano così distanti in classifica. E anche dal punto di vista di Piastri, è un top driver, lo sono entrambi. Non credo che Piastri sia il pilota che meriti di essere definito un secondo pilota”.

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