F1 | Ferrari - Hamilton: ecco perché si scommette sul dream team
Il passaggio di Lewis alla Scuderia ha avuto l'effetto di una bomba, non solo nel mondo della F1, perché ha conquistato le prime pagine di tutti i giornali. Il sette volte campione del mondo è stato attratto dal fascino del Cavallino e nel 2025 andrà ad affiancare Charles Leclerc. Il monegasco era stato informato prima del rinnovo del contratto e, quindi, non si è trovato di fronte a una sorpresa. Cerchiamo di capire cosa ha portato al matrimonio fra l'inglese e Maranello.
La notizia dell’accordo tra la Ferrari e Lewis Hamilton è andata oltre i confini del motorsport. L’attenzione e la curiosità suscitate da un matrimonio tra due eccellenze assolute della storia della Formula 1 sono sbarcate nel cosiddetto ‘mainstream’, una celebrazione a tutto tondo. Il 1 febbraio 2024 resterà una data importante, nella vita di Hamilton così come nella storia della Scuderia, e non potrebbe essere altrimenti valutando la portata di questo accordo.
Tra le tante valutazioni scatenate dal matrimonio del decennio ce n’è una molto evidente: il fascino della Ferrari è ancora intatto. È vero che a Maranello il titolo mondiale piloti manca dal 2007 (quello costruttori dal 2008) così come è innegabile che la Formula 1 abbia voltato pagina, attirando una nuova generazione di tifosi (e di piloti) che non hanno mai visto la Scuderia nel ruolo di dominatrice.
Il Cavallino rampante ha ancora una grande forza attrattiva
Photo by: Ferrari Media Center
La scelta di Hamilton conferma, però, che guidare per la Ferrari ha ancora un sapore particolare, qualcosa che trasmette solo il Cavallino. Ovviamente il contratto di Lewis sarà zeppo di clausole, la retribuzione (stimata sui 40 milioni a stagione, più molti bonus) è di valore assoluto, ma sono bonus che Hamilton avrebbe potuto ottenere anche in Mercedes.
Ciò che a Brackley non sono stati più in grado di garantire a Lewis è la competitività del ciclo tecnico, un bonus che oggi può mettere sul piatto solo la Red Bull. Al netto di questo, Hamilton ha scelto valutando squadre che oggi presentano gli stessi punti interrogativi, e alla fine a fare la differenza è stata la voglia di vestirsi di rosso, di entrare nella monoposto e vedere il Cavallino sul volante, di essere accolti dalla marea rossa su gran parte delle piste del mondiale, di poter dire a fine carriera ‘si, ho guidato per la Ferrari’. Un plus che nel 2024 ha ancora un valore importante.
Charles Leclerc, Ferrari
Photo by: Erik Junius
C’è chi ha letto nell’arrivo di Hamilton a Maranello un ridimensionamento della figura di Leclerc. Charles è fresco di firma, un rinnovo a 'lungo termine’ siglato, però, quando l’affare Hamilton era già concluso.
Le tempistiche con cui sono stati comunicati gli accordi hanno tratto in inganno, disegnando uno scenario nel quale Leclerc, dopo la firma, avrebbe ricevuto la notizia dell’arrivo di Hamilton. In realtà l’estensione di Leclerc è stata firmata dopo l’accordo del suo nuovo compagno di squadra, quindi Charles ha avuto modo di valutare lo scenario complessivo nel quale si ritroverà a lavorare a partire dal 2025.
La Ferrari ha scelto di giocare con due punte, e non è una decisione che sorprende. Oggi la tendenza che ha preso piede nella gestione delle squadre è di avere ruoli definiti e ben strutturati. Negli staff tecnici appaiono più figure di riferimento, così come tra chi prende decisioni strategiche: l’approccio del ‘one man show’ sarà sempre più un ricordo del passato. Anche nella gestione piloti questa politica sta avendo degli effetti, le squadre (quando possono) provano a non dipendere solo da uno dei loro driver. Questo aspetto permette di ottimizzare al massimo le energie per la classifica costruttori, ma non solo.
I team non vogliono correre il rischio di essere messi sotto scacco dai loro top-driver, e per evitare scongiurare questo problema scelgono di avere due piloti di potenziale equivalente. La tendenza è quella di non accentrare troppo potere in una figura, come è il caso attuale di Verstappen in Red Bull.
Cosa accadrebbe se Max decidesse all’improvviso di cambiare aria? Oggi è un’eventualità impossibile perché la squadra mette a disposizione la miglior monoposto del paddock, ma se variassero i valori tecnici sarebbe un rischio potenzialmente molto pericoloso. La Ferrari su questo fronte si è coperta, come ha fatto McLaren (con Piastri e Norris) e come ha fatto Mercedes con la scelta di George Russell, un backup oggi provvidenziale per Toto Wolff, che potrà valutare il dopo-Hamilton senza panico.
Charles Leclerc, Ferrari SF-23
Photo by: James Sutton / Motorsport Images
Il rovescio della medaglia di questa politica può essere la convivenza tra due piloti con le stesse ambizioni. È un rischio che esiste dagli albori del motorsport e proprio la storia insegna che le scintille scoccano quando la posta in palio diventa alta.
Chi è alla guida di una squadra deve augurarsi di ritrovarsi un giorno a dover gestire questo problema, perché vorrebbe dire di avere due piloti in corsa per il titolo mondiale. È difficile immaginare Leclerc e Hamilton ai ferri corti per una terza posizione, è più probabile che i due facciano quadrato per consentire alla squadra di crescere. Se poi la Scuderia tornerà a giocarsi un mondiale e, se i due piloti si troveranno in una posizione di classifica simile, allora sarà il momento delle scelte. Ma vorrà anche dire che tanti dei problemi che sono nell’agenda dei tecnici della Scuderia saranno un lontano ricordo.
C’è infine anche un'altra valutazione che riguarda Leclerc. Charles avrebbe potuto ritrovarsi come vicino di box un compagno più comodo, così come un giovane spinto dalla voglia di affermarsi. Hamilton toglierà a Leclerc visibilità ma anche pressione e, soprattutto, sarà per Charles un benchmark di valore assoluto.
Lewis potrà essere un problema ma anche un’opportunità per ribadire le proprie qualità, come accadde a Nico Rosberg quando si ritrovò in Mercedes il rientrante Michael Schumacher. Le storie dei grandi campioni passano anche attraverso questi scenari, fu così per Hamilton ai tempi della McLaren con Fernando Alonso e così è stato anche per lo stesso Leclerc nei suoi primi passi in Ferrari al fianco di Sebastian Vettel. Per chi ama la vita tranquilla la Formula 1 non è il luogo ideale.
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