F1 | Red Bull: sul weekend di Verstappen pesano errori e problemi
Verstappen ha chiuso solamente sesto a Monza e forse di più non si sarebbe potuto fare. Dall'altra parte, però, ci sono dei dettagli che sono passati sotto traccia: la scleta di partire con la hard per puntare sui fattori esterni non ha funzionato, l'errore al pit lo ha escluso dalla lotta con Hamilton e, infine, si sono aggiunti problemi alla PU.
Max Verstappen, Red Bull Racing RB20
Foto di: Red Bull Content Pool
Monza è un appuntamento particolare, per quanto negli ultimi anni il calendario si stia espandendo con sempre più gare che richiedono assetti a basso cario. Dall’altra parte, però, la tappa italiana rappresenta anche un po’ lo stato della Red Bull, non tanto per il risultato finale, ma per tutto quello che circonda la scuderia di Milton Keynes, tra problemi di assetto e continui esperimenti per ritrovare la via.
Proprio nel sabato di Monza vi è stato un meeting per delineare, ancora una volta, quali siano i problemi di questa macchina, di cui i piloti in realtà si lamentano già da tempi non sospetti, su quali aree lavorare e verso quale direzione andare. Si tratta di un processo iniziato già durante la pausa estiva, ma è chiaro che non ci sarà una bacchetta magica in grado di risolvere tutti i problemi in poco tempo, con l’obiettivo primario di ritrovare il bilanciamento perduto.
Nel frattempo, Red Bull si sta in qualche modo tenendo aggrappata a Max Verstappen nella rincorsa al mondiale piloti, ma il weekend di Monza è stato più complicato del previsto anche per lo stesso tre volte iridato, andando incontro al suo peggior risultato della stagione, condiviso con il sesto posto ottenuto a Monaco. Considerando che Lando Norris non è riuscito ad andare oltre il terzo posto, Red Bull è riuscita a limitare i danni nella classifica piloti, ma la tappa di Monza per Verstappen è stata ben più complicata di quel che sembra.
Lewis Hamilton, Mercedes F1 W15, Max Verstappen, Red Bull Racing RB20, George Russell, Mercedes F1 W15
Foto di: Andy Hone / Motorsport Images
Il tempo perso nel primo stint
Andando ad osservare la griglia di partenza, sono pochi i piloti che hanno deciso di scegliere la gomma hard a inizio gara, soprattutto a causa dell’incertezza legata al graining e che la gara potesse indirizzarsi tra una e due soste proprio a causa di questo fenomeno. Già al venerdì si era visto come la RB20 patisse il graining sia all’avantreno che al retrotreno, sinonimo di quando questa vettura faccia fatica a trovare un buon bilanciamento, per quanto poi in gara si sia allineata con gli avversari, soffrendo soprattutto il fenomeno sull’anteriore sinistra.
Max ha detto di non aver rimpianto la scelta di essere partito sulla media, ma piuttosto l’approccio in sé alla gara, perché è chiaro che Red Bull sia partita con l’intenzione di sperare in qualche fattore esterno, come una Safety Car, per recuperare posizioni. Per quanto sulla carta questa idea potesse avere senso nella loro strategia a due soste, dall’altra parte ha avuto anche i suoi aspetti negativi, specie dopo il pit stop, che lo ha privato dell’opportunità di lottare concretamente contro una Mercedes che, in realtà, non era così distante come potrebbe far intendere la classifica finale.
Come visto con altri piloti, questa gara si è corsa proprio attorno alla gestione del graining, con la pista che è migliorata in maniera sensibile nella seconda metà di gara grazie alle venti monoposto che hanno lasciato gomma giro dopo giro. La gara di Sainz dà un po’ l’idea di quanto liberarsi della media all’inizio della gara sia stata una scelta efficace per molti: con quei pochi giri in più percorsi dallo spagnolo con la mescola a banda gialla, il pilota del Cavallino è uscito fuori dal discorso per il podio, nonostante abbia avuto in realtà un passo molto simile a quello di Leclerc nel secondo stint, tranne nella lotta con le due McLaren.
Max Verstappen, Red Bull Racing RB20
Foto di: Red Bull Content Pool
Per Verstappen si è presentata una dinamica simile, perché è sì vero che è stato in grado di restare con Lewis Hamilton nella prima parte di gara, ma lo ha fatto sfruttando il jolly della mescola più dura e meno soggetta al graining proprio nel momento in cui la pista era meno gommata, dovendo rimanere fuori più a lungo in una situazione di svantaggio. Nei giri in cui Verstappen è rimasto più a lungo in pista, infatti, il sette volte campione del mondo ha guadagnato anche un secondo per ogni passaggio: ciò, sommato anche al pit lento della Red Bull, ha fatto sì che l’olandese si ritrovasse dall’essere in zona DRS a un gap di circa otto secondi, andando di fatto a compromettere la corsa.
Andando a vedere il grafico dei tempi, infatti, si nota come Verstappen abbia mantenuto un ritmo molto simile a quello di Hamilton: chiaramente i sette giri in meno di gomma hanno aiutato, ma in una gara in cui non era il degrado a fare la differenza, bensì la gestione del graining, non sono stati così fondamentali come lo avrebbero potuto essere in altri appuntamenti del mondiale. Sul gap finale dall’inglese pesa anche il fatto che Red Bull abbia tentato di difendersi da Norris per rallentarlo nella lotta contro Piastri e le due Ferrari, aumentando in modo importante il passivo anche con uno stint finale sulla media che non ha avuto molto da dire.
Il problema alla Power Unit
“È stata una gara piuttosto noiosa, eravamo troppo lenti. Il pitstop, ovviamente, mi è costato un po'. Anche il motore non ha funzionato a pieno regime per la maggior parte della gara, perché abbiamo avuto un piccolo problema. E credo che anche dal punto di vista della strategia avremmo potuto fare un lavoro migliore per essere almeno un po' più competitivi”, ha detto Verstappen a fine gara.
Max Verstappen, Red Bull Racing RB20
Foto di: Red Bull Content Pool
In effetti, dopo il venticinquesimo giro, Verstappen si è visto ridurre la potenza della Power Unit quando gli è stato comunicato un “fail”, ovvero quelle procedure che tendenzialmente si usano per attivare o spegnere un sensore quando qualcosa sulla vettura non procede nella maniera corretta. "Abbiamo dovuto disabilitare parte delle performance della Power Unit, motivo per cui potresti aver notato un aumento del clipping [il taglio di potenza in fondo ai rettilinei]. Speriamo di poter ripristinare [la situazione] più tardi", è stato il messaggio Lambiase via radio.
Per una vettura che questa settimana si è presentata con una vettura con un’ala posteriore non del tutto adatta alle caratteristiche del tracciato brianzolo, soffrire ulteriormente con la Power Unit ha aumentato i problemi di derating in fondo ai rettilinei, arrivando in certi momenti ad accusare anche una decina di km/h di differenza nei confronti di Hamilton. Anche nel duello con Norris, Verstappen non aveva a disposizione la potenza completa, potendo solamente agire con le mappature per qualche giro per tentare di ricaricare la batteria e usare l'overboost sui rettilinei per difendersi.
Riuscire a lottare contro Hamilton con questa differenza non sarebbe stato semplice, soprattutto considerando che i tagli sul flap del DRS per ridurre il drag hanno in qualche modo ridotto l’efficienza dell’ala mobile della Red Bull qui a Monza, ma il passo, comunque, sembrava comunque poterlo mettere in lotta. Forse difficilmente sarebbe riuscito ad andare il sesto posto, ma è chiaro che, in questo momento, la squadra di Milton Keynes deve ritrovare la sua miglior forma per dare a Verstappen una vettura meno imprevedibile, come dimostrano le difficoltà del sabato.
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