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Formula 1 GP d'Italia

F1 | McLaren: impossibile un solo pit come ha fatto la Ferrari

L'analisi del dopo GP d'Italia nel team di Woking ha messo in luce la difficoltà della MCL38 di Piastri per chiudere la gara con una sosta: il graining all'anteriore sinistra ha obbligato a usare un treno in più della rossa. La squadra di Woking poteva scegliere una gara tattica, ma la rivalità fra i due piloti ha impedito questa strategia.

Oscar Piastri, McLaren MCL38, durante il pit stop

Oscar Piastri, McLaren MCL38, durante il pit stop

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

Al giro 36 del Gran Premio d’Italia l’ingegnere di pista Tom Stallard ha aperto le comunicazioni radio con Oscar Piastri: “Pensi di avere possibilità di completare la gara con una sosta?”. La risposta è stata chiara: “Non credo, la gomma anteriore sinistra è quasi andata”. In quel momento Piastri controllava la corsa con quasi sei secondi di vantaggio su Leclerc, un margine che avrebbe consentito ad Oscar di concedersi ancora qualche giro per valutare se proseguire ad oltranza valutando la strategia della Ferrari alle sue spalle o rientrare ai box.

La McLaren ha però informato Piastri che in realtà il tempo per decidere era poco, poiché Lando Norris (fermatosi per la seconda sosta al giro 32) stava entrando nella finestra di undercut. A quel punto Oscar ha deciso di rientrare in pit-lane, la prospettiva di perdere una posizione a favore del compagno di squadra lo ha fatto desistere dal provare a giocare il jolly già messo sul tavolo dagli strateghi della Ferrari: puntare alla bandiera a scacchi senza una seconda sosta. Lo scenario in cui è maturata la scelta di Piastri non è stato dei migliori, poco tempo a disposizione e due avversari da marcare, Leclerc e Norris. Oscar ha scelto il compagno di squadra.

Lando Norris e Oscar Piastr festeggiano con il team McLaren il terzo e secondo posto

Lando Norris e Oscar Piastr festeggiano con il team McLaren il terzo e secondo posto

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

Dopo la gara il paddock si è diviso in due fazioni. C’è chi sostiene che Piastri avrebbe potuto proseguire la corsa gestendo il vantaggio su Leclerc, e chi è convinto che la McLaren avrebbe subito un calo importante di performance dovuto alla fatidica gomma anteriore sinistra, risultata effettivamente affaticata dopo il pit-stop.

Anche lo stesso Piastri, dopo la corsa, non è sembrato avere le idee molto chiare su quella che avrebbe potuto essere la strategia vincente. “Puntare su una sosta sembrava una decisione molto rischiosa – ha spiegato - avevamo tutto da perdere perché eravamo in testa alla corsa, mentre Charles ha potuto provare qualcosa di un po' diverso. Lui non aveva nulla da perdere, sarebbe arrivato terzo in entrambi i casi, anche se la strategia si fosse rivelata sbagliata. E ha scelto la scommessa giusta”.

Quella di Piastri è stata l’ultima chiamata che ha avuto la McLaren per far suo il Gran Premio d’Italia, e la decisione non è risultata corretta, anche se la controprova non l’avremo mai, perché forse il graining si sarebbe ripulito, ma non a tutti i piloti in pista è andata così. In precedenza c’erano però state altre ‘sliding doors’, che a quanto pare nella domenica monzese hanno sempre portato la squadra nella direzione sbagliata.

Tutto, però, parte dal forte dualismo tra i due piloti. Senza l’attacco portato da Piastri alla Roggia nel corso del primo giro gli strateghi della McLaren avrebbero potuto avere vita più facile, ma anche qui solo se avesse preso forma lo scenario ideale, ovvero una macchina che vola al comando ed una seconda che tiene a bada il gruppo alle spalle. È credibile? Valutando da quanto abbiamo visto in pista tra Lando e Oscar da inizio stagione appare tutt’altro che scontato.

Lando Norris, si complimenta con Charles Leclerc vittorioso a Monza

Lando Norris, si complimenta con Charles Leclerc vittorioso a Monza

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

Più facile ipotizzare che Leclerc si sarebbe accodato alle spalle di Piastri (come in effetti è stato nel primo stint) con Oscar attaccato al compagno di squadra. Secondo Andrea Stella è in questa fase che la Ferrari ha confermato di avere una macchina molto veloce. “Charles è rimasto molto vicino a Oscar nonostante fosse in aria sporca – ha confermato il team principal – e questo ci dice che era in realtà più veloce”. In McLaren hanno anche ipotizzato che la Ferrari avesse differenziato le strategie tra i suoi due piloti, con Sainz impostato su una sosta e Leclerc con due, poiché Charles ha impostato un ritmo molto veloce dopo metà gara.

La risposta sul passo di Charles è legata ovviamente al buon rendimento della monoposto ma anche all’introduzione che Leclerc ha potuto fare all’inizio del secondo stint, curiosamente grazie all’undercut subito da Norris, fermatosi il giro precedente rispetto al ferrarista. Dopo essere tornato in pista alle spalle della McLaren numero 4, Leclerc non ha avuto la necessità di dare tutto nell’outlap, e si è concesso due tornate meno estreme che hanno avuto un effetto molto importante sulla tenuta complessiva del suo set di hard.

Una conferma in tal senso è arrivata anche da Sainz, che al contrario di Leclerc, dopo essere tornato in pista con il treno di gomme nuove ha dovuto spingere molto per contenere l’assalto di Hamilton. Uno ‘strappo’ che Carlos ha poi pagato nei giri conclusivi, dove il calo di ritmo è stato più evidente rispetto a Leclerc.

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