Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Edizione

Italia Italia
Ultime notizie

F1 | Magnussen: "La VF-23 non è adatta al mio stile, ecco perché"

Il 2023 non ha riservato grandi soddisfazioni per Kevin Magnussen, il quale sin da inizio stagione ha faticato nel trovare il giusto feeling con la Haas VF-23. Tuttavia, alla base di queste difficoltà ci sono delle ragioni tecniche che il danese ha illustrato nel dettaglio, spiegando il perché il suo stile di guida mal si sposi con la monoposto e gli pneumatici di quest'anno.

Kevin Magnussen, Haas VF-23

La prima parte di stagione non è stata certo semplice per Kevin Magnussen, il quale si è dovuto scontrare con delle evidenti difficoltà nell’adattamento a una vettura lontana dalle sue preferenze in termini di stile di guida. Già a inizio stagione il danese aveva denotato qualche problema nell’estrarre il massimo dalla VF-23, specie sul giro giro secco, aspetto dove il compagno di squadra Nico Hulkenberg ha invece raccolto qualche risultato di spicco, garantendo alla Haas posizioni da top ten.

Fino ad ora per Magnussen sono giunti solamente due punti, ottenuti con due decimi posti tra Arabia Saudita, dove fu autore di una bella rimonta battendo sul finale Yuki Tsunoda, e a Miami, probabilmente la sua miglior gara stagionale in termini di velocità in qualifica e di aggressività in gara.

Tuttavia, da quel momento in poi il danese non è più riuscito a tornare in zona punti, dovendosi confrontare con dei risultati sotto le aspettative sia al sabato che alla domenica, contribuendo a una situazione di classifica tutt’altro che rosea per la Haas. Ciononostante, la squadra americana, consapevole delle sue potenzialità e di quali sono i punti critici che sta incontrando nel corso del 2023, ha comunque deciso di rinnovargli il contratto per il prossimo campionato.

Kevin Magnussen, Haas VF-23

Kevin Magnussen, Haas VF-23

Photo by: Erik Junius

Difficoltà che Magnussen ha cercato di spiegare in maniera approfondita, illustrando quali siano le differenze rispetto al passato e perché faccia così fatica rispetto al compagno di casacca in qualifica, il quale spesso riesce a piazzare la vettura in posizioni che garantiscono poi migliori opportunità in gara, come avvenuto in Austria.

“Credo di aver capito di cosa si tratta. Riesco a capire cosa devo fare, ma si tratta di dettagli precisi. È molto, molto difficile da fare. Penso che in realtà, ho la sensazione che, se si guardano i tempi in qualifica e il resto, credo che negli ultimi due eventi sia stato meglio. Forse anche tre, a partire dall'Ungheria”.

Le vetture 2022 hanno contribuito a ripensare gli stili di guida dei piloti, perché con vetture così basse e rigide alcuni aspetti non hanno funzionato più come in passato. A ciò si sono aggiunte le difficoltà con gli pneumatici: ad esempio, l’anno passato diversi piloti si erano lamentati del sottosterzo a centro curva, motivo per il quale Pirelli è intervenuta modifica la struttura delle sue gomme. Per quanto gli stili possano variare per numerosi dettagli, generalmente vi sono due grandi linee di pensiero: lo stile a “V” e lo stile a “U”.

Sebastian Vettel, ad esempio, prediligeva il primo stile, con una frenata a ruote quanto più dritte possibili per poi riaprire velocemente il volante e l’acceleratore dopo una fase di sterzata più netta. Al contrario, lo stile a “U” si basa su traiettorie più morbide, con una fase di sterzata più dolce che accompagna la frenata. Secondo Magnussen, che preferisce le linee a “U”, con gli attuali pneumatici è complicato riuscire a combinare la fase di frenata e rotazione allo stesso tempo.

Kevin Magnussen, Haas VF-23

Kevin Magnussen, Haas VF-23

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

“Non è possibile combinare molto i [forze] G  con queste monoposto. Credo che una parte importante sia rappresentata dagli pneumatici. Non permettono di combinare i G, quindi non si possono fare molte rotazioni e frenate allo stesso tempo. Bisogna in un certo senso "V" le curve. Sono due stili di guida diversi. Con la vettura di quest'anno, da parte nostra, è ancora più vulnerabile", ha spiegato il pilota della Haas, spiegando come i due stili di guida si differenzino anche per come vengono gestite le forze G sulle gomme.

Dopo tanti anni in Formula 1, riuscire a reinventarsi non è semplice, anche perché certi movimenti devono essere come automatici. Più ci si pensa al volante, più sarà complesso riuscire a estrarre il potenziale della monoposto: “Deve essere automatico. È come uno swing di golf. Se si prova a cambiare l'angolo del polso di un paio di gradi, ad esempio in questo punto esatto dello swing, [molto rapidamente] il gioco è fatto”.

“È molto difficile regolare queste cose. Ci vogliono 10.000 ore e poi ci si riesce. Si tratta di una cosa che è talmente presente nel nostro sistema nervoso centrale che avviene in modo molto automatico. Spesso è meglio non sforzarsi troppo di cambiare queste cose, ma trovare dei modi per aggirarle”.

Magnussen ha spiegato che ha provato a modificare determinati elementi della vettura per meglio adattarla al suo stile di guida, ma certi aspetti sono difficili da correggere: “Ho cambiato alcune cose nell'auto, alcune semplici, che mi hanno aiutato molto. In modo che il mio stile di guida cominci a funzionare un po' meglio. Per permettermi di guidare più a "V" e in modo più semplice. Credo che il mio stile funzioni da molti anni e credo di essere un pilota in grado di guidare molte auto diverse. Ho guidato auto sportive, Indy car, F1, tutte queste cose, e per me è sempre stato facile adattarmi. Quindi penso che questa macchina sia instabile proprio nella parte peggiore della curva", ha aggiunto il danese, ricordando come nel corso degli anni abbia avuto la possibilità di guidare numerose tipologie di vetture.

Kevin Magnussen, Haas VF-23

Kevin Magnussen, Haas VF-23

Photo by: Erik Junius

Ogni anno Haas affitta il simulatore Ferrari per un numero prestabilito di giornate durante la stagione, dando così ai piloti l’opportunità di prendere maggior confidenza con la vettura e di testare in anticipo gli aggiornamenti. Il problema è che non tutti i piloti trovano la stessa fiducia nel virtuale, motivo per il quale ci sono piloti, proprio come Magnussen, che preferiscono testare determinati aspetti direttamente in pista: “Sì [aiuta], ma deve essere un ottimo simulatore per capire quello che fa la macchina e per poter lavorare su quel problema. Ma si tratta di piccoli dettagli. Credo sia più facile lavorarci in pista”.

Nel corso di questa stagione, Magnussen ha faticato in maniera importante in qualifica, mentre in gara, dove si è meno alla ricerca del limite, queste difficoltà hanno un impatto minore sul ritmo, dati anche i problemi della Haas in termini di consumo gomme. Avere accanto qualcuno come Hulkenberg fornisce un riferimento: “Nel giro singolo di qualifica, lui a volte sembra in grado aggirare il problema o i problemi della vettura, è un bene avere qualcuno con questa esperienza quando si cerca di sviluppare una macchina. E quando si ha un problema e si ha bisogno di una nuova direzione, è bene avere tutta questa esperienza in squadra".

"Per quanto riguarda le performance, non è un problema di incapacità di guidare la macchina, perché la domenica va sempre bene. È solo quel giro che a volte faccio fatica a tirare fuori. Quest'anno ho fatto delle buone sessioni di qualifica, mi sono qualificato in quarta posizione a Miami, quindi non è che non riesca mai a farlo. Ma lui sembra in qualche modo in grado di aggirare il problema un po' più spesso. Ma credo di essere in grado di risolvere il problema".

Infine, Magnussen ha aggiunto un ulteriore dettaglio interessante, suggendo quanto a livello di set-up sia difficile trovare un bilanciamento tra le richieste dei piloti, che vorrebbero vetture più morbide e facili da guidare, e quelle degli ingegneri, che invece puntano sull’avere la monoposto quanto più bassa e rigida possibile, in modo da ricavare le migliori prestazioni teoriche. “[È una questione che] Non si risolve. Non è una cosa che si può risolvere con queste auto. Non si possono avere entrambe le cose. In alcune piste si può provare a sistemare un po' le sospensioni, ma il più delle volte non si può fare molto. Le prestazioni si ottengono quando si è bassi".

 

Leggi anche:

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente F1 | Ali flessibili: meccanismi nascosti hanno causato la TD018
Prossimo Articolo Video F1 | Nugnes: "Budget cap e crashgate: cosa sta succedendo?"

Top Comments

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Edizione

Italia Italia