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Charles Leclerc: la coraggiosa scelta della Ferrari fa discutere il paddock

Maurizio Arrivabene ha aperto la porta di Maranello al giovane pilota monegasco: il team principal del Cavallino ha seguito il piano varato da Sergio Marchionne e sottoscritto da John Elkann e Louis Camilleri. Una scelta che è destinata a dividere il paddock.

Charles Leclerc, Sauber fans selfie
Charles Leclerc, Ferrari
Charles Leclerc, Alfa Romeo Sauber C37
Charles Leclerc, Alfa Romeo Sauber F1 Team on the grid with Jean Todt, FIA President
Charles Leclerc, Sauber C37
Charles Leclerc, Sauber C37
Giant ferrari flag and fans invade the track
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Maurizio Arrivabene, Ferrari Team Principal, talks to Sebastian Vettel, Ferrari
Massimo Rivola, Sporting Director, Ferrari, Mario Isola, Racing Manager, Pirelli Motorsport

L’investitura di Charles Leclerc come pilota Ferrari a partire dal Mondiale 2019 ha scatenato una serie di commenti che si sono ovviamente divisi tra coloro che vedono di buon occhio l’arrivo del monegasco a Maranello, e chi invece avrebbe preferito una conferma di Kimi Raikkonen per un’altra stagione.

Un dibattito prevedibile se si considera l’affetto di molti appassionati per Iceman e l’attenzione che viene riservata ad ogni scelta effettuata dalla Scuderia.

L’aria nuova che si respirerà nel box del Cavallino la prossima stagione non sarà solo legata all’arrivo del giovanissimo Leclerc, ma anche ad una nuova filosofia che ha partorito un deciso cambio di direzione.

La Ferrari, dopo molti anni, è tornata a credere in sé stessa. Il programma Ferrari Driver Academy, inaugurato nel 2009, è un progetto mirato al supporto di giovani piloti, che negli anni ha supportato le carriere di molti ragazzi, dimostratisi più o meno validi in ottica Formula 1.

Ma il primo candidato perfetto, quello che il responsabile della FDA Massimo Rivola cercava da tempo, è stato Leclerc: campione del Mondo in kart, secondo in Formula Renault 2.0 all’esordio in monoposto, quarto in F3 nel 2015, e campione Gp3 e Formula 2 nelle due stagioni successive.

Un curriculum impressionante, che nessun candidato FDA in precedenza aveva messo insieme. Da qui l’esordio in Formula 1 in questa stagione e la conferma arrivata al volante della Sauber di essere in presenza di un pilota con qualità poco comuni. Che fare a questo punto?

Maurizio Arrivabene ha deciso di decidere, dando fiducia a Leclerc e allo stesso tempo al programma Driver Academy. C’è chi l’ha definita una scelta azzardata, a causa della giovane età di Leclerc e della sua ridotta esperienza in Formula 1, dimenticandosi però quanto fatto dalla Red Bull con Max Verstappen, che di esperienza ne avena meno di Leclerc, non solo all’anagrafe.

La scelta Charles ricorda un po' quella fatta undici anni fa da Ron Dennis, quando decise di affiancare in McLaren al neo acquisto Fernando Alonso il rookie Lewis Hamilton. Anche Lewis era reduce dalla vittoria in due campionati (Formula 3 europea nel 2005 e GP2 nel 2006) e sfruttò il regolamento dell’epoca completando un sostanzioso programma di test che lo preparò all’esordio di Melbourne 2007.
“Dennis è matto – dissero molti addetti ai lavori all’epoca – mettere un rookie al fianco di Alonso vuol dire condannarlo a morte”. La storia è nota, e grazie al coraggio di Dennis la Formula 1 ha trovato uno dei campioni più cristallini della sua intera storia.

Nessuno chiede a Leclerc di riproporre un copione così scintillante, sarà poi la pista ad emettere il suo verdetto, ma senza queste scelte la Formula 1 rischia di restare ancorata a soluzioni ‘sicure’ e programmate, che tolgono un po' di pepe ad uno sport dove la parola rischio è sempre più bandita. La Ferrari ha già un top-driver, e Leclerc non avrà la pressione di dover a tutti i costi essere lì a giocarsi il titolo al primo anno in Rosso.

Nei tre anni e mezzo di convivenza con Vettel, Raikkonen ha conquistato 705 punti contro i 1.033 di Seb, ed un parziale di 13 vittorie a 0o, sempre a favore del tedesco.

Kimi ha svolto un lavoro prezioso per la Ferrari, ma a Maranello non hanno deciso di concludere un lungo rapporto con un pilota al massimo della forma. Le storie, anche le più belle, arrivano inevitabilmente ai titoli di coda, e quella tra Raikkonen e la Ferrari è una storia in cui entrambe le parti hanno dato e ricevuto molto.

Per una storia che si chiude ce n’è una che inizia. Leclerc al primo errore capirà che un testacoda al volante di una Ferrari ha un peso specifico diverso da un errore commesso al volante di una Sauber, ma qualche sbavatura a Maranello l’avranno messa in preventivo.

Sull’altro piatto della bilancia c’è però la possibilità di lanciare un giovane “made in Ferrari” che ha tutto per iniziare una storia che non si preclude nessun copione. In bocca al lupo, Charles.

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