F1 | Ferrari: è seconda forza, ma non ha ancora dato il meglio
Le due pole position di Leclerc avevano illuso che la rossa potesse sfidare le Red Bull non solo nel giro secco. Ai tecnici del Cavallino è bastata la garetta del sabato per capire che la SF-23 soffre un degrado delle gomme superiore a quello delle RB19, per cui domenica il monegasco ha impostato il GP per stare davanti ad Aston Martin e Mercedes. L'obiettivo è stato raggiunto, ma a Maranello stanno lavorando sul setup della rossa perché sono convinti che a Baku si potesse fare meglio...
Il bilancio della Ferrari al rientro da Baku è certamente positivo: dopo lo zero australiano, i due piloti del Cavallino hanno ricominciato a muovere la classifica, restituendo il sorriso a una squadra che ha vissuto alcune settimane molto pesanti.
Charles Leclerc, su una pista a lui molto congeniale, ha offerto il suo repertorio migliore, mettendo in fila due pole position, un secondo posto nella garetta e il terzo gradino del podio nel GP dell’Azerbaijan.
La nuova cover della sospensione posteriore sulla Ferrari SF-23 al GP dell'Azerbaijan
Photo by: Giorgio Piola
La Scuderia non ha portato importanti aggiornamenti per il quarto appuntamento stagionale: oltre all’ala da basso carico con il doppio pilone di sostegno, c’era solo una cover di carbonio con un prolungamento nel braccio anteriore del triangolo superiore, per incrementare l’effetto anti-squat, mentre la factory di Maranello aveva lavorato alacremente per anticipare delle novità che, forse, non si vedranno nemmeno a Miami.
La domanda che è lecito porsi è: sul tracciato cittadino a margine del Mar Caspio è stato Charles Leclerc a fare la differenza, oppure la rossa ha mostrato un salto di qualità rispetto alle prime tre gare?
Charles nella Sprint del sabato ci ha provato a sfidare le Red Bull e ha capito in fretta che non avrebbe avuto il passo per contenere lo scatenato Sergio Perez, mentre ha saputo arginare la RB19 di Max Verstappen, gravemente menomata nella pancia sinistra (si parla di una perdita di prestazione di quattro decimi al giro) per il vistoso squarcio dopo un contatto ravvicinato con la Mercedes di George Russell.
Ferrari SF-23: ecco l'ala a basso carico a confronto con la precedente
Photo by: Giorgio Piola
Consapevole che sono bastati 17 giri della Sprint per mandare in crisi il treno di medie sulla rossa, Leclerc ha ascoltato le indicazioni degli ingegneri del Cavallino per impostare una gara più in difesa da Aston Martin e Mercedes che votata all’attacco delle Red Bull, sebbene si sia trovato a condurre i primi spiccioli di GP.
E il monegasco ha dimostrato di saper effettuare una perfetta gestione delle gomme, rinunciando a un po’ di prestazione per mantenere vive le hard nella parte finale dello stint, quando Fernando Alonso con la “verdona” poteva diventare una seria minaccia, dopo che era riuscito a sorprendere Carlos Sainz nelle prime battute, mettendosi in una posizione di attesa in quarta posizione.
L’alsaziano alla fine ha chiuso a meno di un secondo dal principino, ma va detto che Charles era consapevole che non ci sarebbe stato sorpasso in pista perché la SF-23 non avrà il DRS della Red Bull, ma si può difendere dall’Aston Martin.
Solo un crollo della gomma bianca avrebbe potuto sconvolgere le carte in tavola, ma l’equilibrista Leclerc ha saputo gestire sapientemente gli pneumatici, mettendo in banca il podio. Qualcuno ritiene che Fernando si sia giocata la chance di collezionare il poker di terzi posti già durante la qualifica, a causa di quell’ala mobile che non si apriva per dei vortici nocivi che comparivano solo oltre certi valori di carico e di velocità, mentre in gara avrebbe avuto il potenziale per mettere il sale sulla coda della Ferrari.
Noi non siamo dello stesso avviso: la SF-23 ha chiuso il weekend di Baku come seconda forza, davanti ad Aston Martin e Mercedes. Certo i venti e passa secondi di distacco da Perez, il “re dei circuiti cittadini” sono tanta roba, ma il quarto posto che ancora la Scuderia occupa nel mondiale Costruttori testimonia come l’avvio del mondiale sia stato davvero gramo e solo in questo weekend è emerso in modo chiaro che c’è del buono da estrarre dalla rossa.
Aveva ragione Fred Vasseur a voler dare fiducia al gruppo di tecnici diretti da Enrico Cardile, ma è lecito chiedersi se la Ferrari abbia vissuto un weekend perfetto in Azerbaijan. Leclerc, sicuramente. Sainz, certamente no: il madrileno è parso in seria difficoltà nelle insidie di Baku. Ma nemmeno la squadra ha centrato tutti gli obiettivi: le armate rosse erano partite convinte di sfidare le Red Bull, o quanto meno starle molto vicine.
Le pole position di Charles avevano avvalorato le speranze, ma la garetta del sabato ha subito spento i flebili entusiasmi. Del resto con un solo turno di prove libere nessuno era riuscito a farsi un’idea sugli effetti comportamenti delle mescole Pirelli.
Ferrari SF-23: ancora troppo elevato il degrado delle gomme a Baku
Photo by: Ferrari
La SF-23 non aveva il passo per rincorrere Perez, ma la rossa non avrebbe estratto nemmeno le prestazioni che le simulazioni lasciavano credere. E allora? La Scuderia ha trovato la via maestra per mettere Leclerc a suo agio con un setup puntato sull’anteriore, ma non ha ancora trovato il giusto bilanciamento. Pare che si sia esagerato ancora una volta con il camber.
Queste gomme Pirelli richiedono un angolo di campanatura minore che in passato: a Maranello hanno ridotto il valore di inizio anno, ma evidentemente non abbastanza se hanno dovuto fare i conti con un degrado superiore alle previsioni.
Raddrizzeranno il tiro a Miami nella convinzione che questa SF-23, in versione ancora standard, possa dare qualcosa in più, prima che arrivino gli aggiornamenti tanto agognati. Fred Vasseur ha annunciato l’arrivo di novità in Florida, ne scopriremo l’effettiva portata fra pochi giorni. Miami chiama…
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