F1 | Cosa raccontano i dati sul podio di Leclerc a Baku
Tra le stradine di Baku Charles Leclerc e la Ferrari sono finalmente riusciti a mettere fine a quel digiuno che stava iniziando a diventare scomodo, conquistando il primo podio stagionale. Un terzo posto significativo, ma anche interessante per le modalità con cui è arrivato, in particolare grazie a un'ottima gestione delle fasi più cruciali della corsa.
Al momento in Formula 1 c’è un mondo a parte, quello popolato dalla Red Bull, capace anche a Baku di vincere e imporsi in maniera indisturbata centrando così il quarto successo consecutivo e la terza doppietta in questo avvio di campionato. Un mondo tanto vicino quando lontano, che alle volte il resto della griglia sembra quasi in grado di sfiorare, soprattutto in qualifica, ma che in gara prende il largo divenendo inarrivabile.
Se al sabato su una distanza ridotta Charles Leclerc ha tentato di dire la sua resistendo quanto più possibile al duo in blu, nella corsa della domenica Sergio Perez e Max Verstappen hanno chiarito rapidamente l’antifona, viaggiando in scioltezza verso l’ennesimo uno-due. D’altra parte, è anche parso evidente sin dall’inizio che, se nella sprint il monegasco aveva potuto osare qualcosa in più, in gara l’obiettivo non fosse quello di impensierire la Red Bull, quanto piuttosto quello di confermarsi seconda forza del weekend.
Al sabato Fred Vasseur aveva parlato di concretizzare, un aspetto mancato in Australia, mentre in Azerbaijan la Ferrari è stata in grado di mettere sul tabellino gli sforzi delle ultime settimane. Tra le stradine di Baku è giunto finalmente anche il primo podio della stagione, rompendo un digiuno iniziato a diventare scomodo, non solo in termini di risultati, ma anche di morale.
Un terzo posto con cui il Cavallino spera di dare una sterzata alla sua stagione, anche se la strada da percorre è ancora lunga e impervia. La SF-23 si è ben distinta su un circuito a lei più congeniale, ma la curiosità verte soprattutto su quegli aggiornamenti in arrivo nei prossimi Gran Premi.
Charles Leclerc, Scuderia Ferrari, 3° posto, solleva il suo trofeo
Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images
La parola chiave è "gestione"
Indubbiamente un aspetto centrale del weekend è stata la performance di Leclerc, vero faro della Rossa dalla prima qualifica fino all’ultimo giro. La doppia pole ha restituito un pizzico di speranza, mettendo in evidenza come sul giro secco la SF-23 sia in grado di dire la propria, mentre il degrado sulla lunga distanza rimane il tallone d’Achille più urgente da risolvere.
Nulla che non si fosse già visto negli altri appuntamenti, ma l’aspetto interessante è mettere in prospettiva il modo in cui è giunto questo podio, soprattutto perché gli avversari non sono mancati. Nella prima parte di gara, il monegasco ha subito rapidamente l'attacco da parte dei due piloti Red Bull, cercando poi di mantenere il suo passo per prolungare quanto più possibile lo stint sulla media e rendere fattibile la strategia a una singola sosta.
Per quanto sia vero che la Rossa avesse già provato brevemente la hard durante le libere, i pochi dati ricavati durante il weekend, per altro con temperature differenti da quelle che ci si aspettava per la gara, spingevano a basarsi più sulle simulazioni preparate “in casa”.
Charles Leclerc, Ferrari SF-23
Photo by: Ferrari
L’entrata della Safety Car per l’incidente di De Vries aveva in qualche modo cambiato leggermente i piani di alcune squadre, costringendo i team ad anticipare di qualche tornata il rientro ai box. L’aspetto interessante giunge proprio dopo la ripartenza, con circa trentacinque giri ancora da percorrere fino alla bandiera a scacchi: Leclerc ha subito iniziato a mantenere un passo costante, compreso tra 46,5 e 46,7, in uno delta di circa due decimi.
Un ritmo stabile che aveva sì permesso di allungare leggermente su Alonso, quel tanto perché non rimasse in zona DRS, ma senza forzare, in particolare in una fase di vita della gomma molto delicata. È proprio in questo tratto di gara che la Ferrari ha accusato il “classico” secondo di svantaggio dalla Red Bull che si era osservato anche in altri appuntamenti.
Qui sorge anche l’importanza della qualifica. Su un tracciato particolare come quello di Baku, dove nel settore centrale si paga in maniera importante il restare nell’aria sporca, restare davanti ha permesso di imporre il proprio ritmo e gestire gli avversari in una posizione di forza, mentre Alonso è stato costretto a prendere ben più di qualche metro di distanza proprio per non danneggiare eccessivamente le coperture nella prima fase di vita.
Passo gara di Leclerc e Alonso nel GP dell'Azerbaijan
Photo by: Gianluca D'Alessandro
Una gestione ben ragionata da parte della Ferrari, che diventa ancor più interessante nel momento in cui Alonso ha tentato di riavvicinarsi al pilota del Cavallino, poco prima del trentesimo giro. Leclerc è stato in grado di reagire con una certa rapidità all’abbassarsi dei tempi dello spagnolo, iniziando a migliorare il proprio ritmo di oltre mezzo secondo. Osservando le telemetrie si può notare come nello spazio di poche tornate il Ferrarista abbia cominciato a mantenere una velocità di percorrenza superiore sostanzialmente in ogni curva.
Per quanto lo spagnolo si sia poi riavvicinato al limite della zona DRS complice un piccolo errore proprio del monegasco, anche in questo caso sono emersi i problemi derivanti dal tentare di rimanere così a lungo in scia su un tracciato come quello di Baku, ovvero le difficoltà nella gestione del surriscaldamento degli pneumatici.
Mentre il Ferrarista ha potuto continuare ad abbassare progressivamente i tempi con il ridursi del quantitativo di benzina a bordo, il portacolori dell’Aston Martin è stato invece costretto a prendere spazio, staccandosi dal rivale al fine di riportare le gomme nella corretta finestra di funzionamento.
Confronto della gara di Leclerc al GP dell'Azerbaijan
Photo by: Gianluca D'Alessandro
Un processo che in realtà ha richiesto ben più di qualche passaggio, perché le coperture sulla AMR23 numero 14 sono rimaste vicine al “picco” di temperatura per un paio di giri. Ma è stata proprio in quella fase che Leclerc ha poi preso il largo conquistando definitivamente il pass per il terzo gradino sul podio.
Durante le interviste rilasciate al termine della corsa, Fernando Alonso ha dichiarato che la Ferrari è stata fortunata grazie ad alcuni elementi che hanno giocato a suo favore, come il progressivo calo della temperatura della pista nell’arco dei 51 giri.
Un fatto oggettivamente vero in sé, dato che quel riferimento è calato di circa 7°C nel corso della gara, ma che in realtà ha giovato in minima parte nella prestazione globale del Cavallino. Questo perché in parte la hard si è dimostrata una mescola estremamente efficace in termini di durata con tutte le vetture, in parte perché ciò che ha fatto la differenza è stata la buona gestione del passo nelle fasi cruciali.
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