
F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola
Red Bull RB16: bocca chiusa, muso estremo e niente multilink
Adrian Newey ha imboccato la filosofia costruttiva della Mercedes per la RB16 scegliendo un muso strettissimo con il cape. Colpisce la rinuncia alla sospensione multilink anteriore e stupiscono le bocche dei radiatori molto piccole: arriverà abbastanza aria per raffreddare il motore Honda?

La Red Bull è stata la prima F1 2020 a scendere in pista con la RB16. E il sorriso sardonico di Max Verstappen nel commentare lo shakedown di Silverstone la dice lunga sulle sensazioni dell’olandese al volante della nuova arma di Milton Keynes.
Adrian Newey ha messo in pista una macchina con alcune soluzioni coraggiose, ma senza voli pindarici che a volte hanno condizionato l’affidabilità delle sue realizzazioni.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB16 nello shakedown di Silverstone
Photo by: Red Bull Content Pool
Ciò che ha colpito è che la RB16 dovrebbe essere l’evoluzione della macchina 2019 che ha vinto tre GP con Verstappen, mentre le immagini diffuse da Milton Keynes mostrano un cambio di filosofia costruttiva che fa un po’ specie se si considera che si è all’ultimo anno di un ciclo regolamentare.
La Red Bull ha imboccato la filosofia della Mercedes iridata. È cresciuto il passo e il muso della RB16 è sicuramente un capolavoro: il “genio” britannico ha drasticamente puntato sulla riduzione della resistenza all’avanzamento con un naso terribilmente stretto.

Red Bull Racing RB16, dettaglio del muso con l'inedito nasino
Photo by: Red Bull Content Pool
La punta è inedita ed evidenzia uno studio di micro-aerodinamica esasperato che si associa ad un’analisi strutturale che ha permesso di superare la prova frontale di crash con una sezione davvero minima, andando oltre a quanto ci avevano fatto vedere gli ingegneri Mercedes sulla W10.
Ma l’aspetto della RB16 che indica anche una grande concretezza del progetto si scopre nelle sospensioni anteriori. A Milton Keynes hanno deciso di abiurare la sospensione anteriore multilink (sotto), preferendo tornare al triangolo superiore, piuttosto che insistere sui due bracci separati infulcrati al porta mozzo che due attacchi disassati.

Red Bull Racing RB15, dettaglio dell'attacco della sospensione multilink bocciata quest'anno
Photo by: Giorgio Piola
Una volta tanto avrebbe prevalso un concetto meccanico su quello, di solito preponderante, aerodinamico. Newey ha puntato sulla rigidezza della sospensione, avendo constatato che con le gomme Pirelli 2019 è meglio garantirsi queste caratteristiche perché gli pneumatici anteriori possano lavorare nella giusta finestra di temperature.
Se c’è stato un passo indietro sulla sospensione, impressiona il coraggio con il quale è stata ridimensionata la bocca dei radiatori per il raffreddamento della power unit Honda RA620 H.
La presa d’aria è piccolissima: qui sotto potete vedere il confronto diretto con la Ferrari SF1000. La Rossa, che già si è ristretta, non è nemmeno comparabile con la Red Bull: il dubbio è se il motore giapponese riceverà abbastanza aria per non avere problemi di affidabilità, visto che l’unità nipponica l’anno scorso è finita in penalità con l’uso di cinque propulsori termici mentre se ne potevano montare al massimo tre.

Red Bull Racing RB16: impressiona la bocca del radiatore stretta che non supera l'attacco dello specchietto
Photo by: Red Bull Content Pool

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Photo by: Ferrari
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