Ferrari SF1000: promossa o bocciata, perché il 2021 incombe
Quella 2020 non è una stagione di transizione in attesa della rivoluzione 2021 della F1: sarà un campionato che si giocherà già nelle prime gare e chi non saprà reggere il passo Mercedes abdicherà pensando al futuro.

Quella che va a cominciare sarà una stagione di F1 cortissima, anche se sulla carta sarà quella con il calendario più lungo (GP della Cina permettendo con i dubbi legati alla pandemia del Coronavirus).
Non c’è contraddizione di termini, per il semplice fatto che tutte le squadre sono già impegnate nella progettazione delle monoposto 2021, quando la F1 adotterà nuovamente le macchine a effetto suolo dando un taglio netto alla regolamentazione di questo ciclo ibrido che ha tenuto banco per sette anni.
Se è vero che la Ferrari e, sembra, la Renault si presenteranno alla prima sessione di test invernali di Barcellona con una veste aerodinamica incompleta, è altrettanto vero che le monoposto 2020 dovranno andare forte subito, già dal secondo turno di collaudi spagnoli.
Prima che scatti il budget cap (a 175 milioni di dollari a stagione) i top team si stanno armando per dotare le rispettive factory di tutto quello che serve per affrontare i prossimi anni con la più alta potenza di fuoco in termini di simulatori, reparto CFD, galleria del vento, stampanti 3D e chi più ne ha, ne metta.
Una delle motivazioni che hanno spinto la Ferrari a uscire da Maranello per il lancio della SF1000 a Reggio Emilia è che la Gestione Sportiva è una sorta di… cantiere. Il lancio della nuova F1 sarà una valida occasione per ridefinire i valori e le gerarchia all’interno del paddock per cui c’è la tentazione a definire questa una stagione di transizione.
Sarà la valida scusa per tutti quelli che non hanno macchine competitive, al punto che porteranno avanti lo sviluppo nel corso della stagione solo le squadre implicate nella lotta per il mondiale. Gli altri getteranno lo sguardo e le risorse al futuro. Ci sarà bisogno, quindi, di un avvio del campionato a razzo, per scoprire chi fra Ferrari e Red Bull sarò lo sfidante di Mercedes.
In questa logica sarà una durissima sfida a tre nella prima parte della stagione, ma poi uno dei contendenti è destinato a lasciare gli altri due se non reggerà il passo. La Ferrari ha cercato di risolvere i guai della SF90 per avere una monoposto che dovrebbe essere competitiva su tutte le piste: i fianchi strettissimi intorno a un micro cambio testimoniamo che si è cercato il carico aerodinamico mancante con delle scelte di progetto estreme. Come ardite sono alcune idee che Newey ha introdotto nella RB16.
La stabilità delle regole e la conferma delle gomme 2019 facilitano l’arrivo di monoposto già mature alla nascita, che non avranno problemi di svezzamento (in quel caso tanto vale alzare subito la bandiera bianca!). Insomma dovranno essere pronte subito. Non ci saranno esami di riparazione: promossi o bocciati.
Ai test di Barcellona andrà David Sanchez a seguire la SF1000, mentre Enrico Cardile e Simone Resta resteranno a casa a guardare al 2021. La nuova Ferrari dovrà piacere subito, anche perché lo stesso Sebastian Vettel dovrà dimostrare di meritare un rinnovo di contratto con la Scuderia, visto che Lewis Hamilton è pronto a giurare amore eterno alla Mercedes.
Se Binotto ha cercato di scaricare la responsabilità dalla squadra parlando di team giovane che deve ancora imparare per aprire un ciclo vincente, preferendo puntare sul basso profilo, è evidente che c’è fiducia sulla SF1000. Il team principal ha ammesso al lancio della Rossa che sono stati raggiunti i numeri che erano stati cercati...
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