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Hamilton: "La 'next gen' non mi spaventa, non mi sento vecchio"

Il campione del mondo non è mai banale e alla vigilia dell'ultima gara ha tracciato un bilancio del 2019. I giovani emergenti non sembrano fargli paura: "Mi sento più in forma e più in salute che mai".

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1

Foto di: Jerry Andre / Motorsport Images

C’è aria da ultimo giorno di scuola a Yas Marina. Con il titolo Mondiale già in tasca, Lewis Hamilton sembra (in apparenza) molto rilassato, e ha risposto alle molte domande postegli con l’aria dello studente che ha già passato un esame a pieni voti ed è pronto al relax auspicato da tempo. Ma prima della pausa invernale Lewis dovrà affrontare il weekend di Abu Dhabi, e l’esa-campione’ ci tiene molto a concludere a modo suo, ovvero da vincitore, soprattutto dopo la negativa gara di Interlagos. Nel frattempo c’è spazio per i primi bilanci stagionali, commenti mai banali con Lewis.

Che voto dai alla tua stagione e a quella della tua squadra?
“Non mi piace darmi un voto, e pensando a quanto fatto come team credo che sia un 9,5!”.

Perché non…10?
“Perché c'è sempre spazio per migliorare, e non siamo stati proprio perfetti nell’arco di tutta la stagione. Non abbiamo vinto tutte le gare, e ci sono aree in cui possiamo sicuramente fare dei passi avanti, ma sono convinto che sia molto importante essere critici con sé stessi, non dire mai che si è perfettamente soddisfatti del lavoro svolto. Ci sono sempre dei margini di miglioramento, in qualsiasi cosa si faccia”.

Hai giudicato questa stagione come la tua più dura. Credi che l’inverno che attende la squadra possa essere più difficile, rispetto al passato, considerando la vicinanza attuale tra voi, Ferrari e Red Bull?
“Non credo che sarà più impegnativo rispetto al passato. Ogni anno tutti nel team danno il massimo possibile, è così da anni, quindi non credo che cambierà nulla per noi”.

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La Red Bull sembra ormai pronta ad un ruolo stabile nelle primissime posizioni…
“Non ho davvero idea dei valori in campo che vedremo il prossimo anno. In passato li abbiamo visti crescere molto durante la stagione ed essere molto competitivi verso la fine del campionato. Ricordate lo scorso anno in Brasile? Erano molto veloci, così come qui a Yas Marina, ma non so davvero perché si veda sempre questa dinamica. Poi allo stesso tempo non iniziano le stagioni con la stessa competitività; negli ultimi anni nelle fasi iniziali del Mondiale non si sono mai confermati all’altezza nostra o della Ferrari. Ma l'anno prossimo le cose potrebbero cambiare e ci sono tutti i presupposti, alla fine ciò che un team può fare è concentrarsi sul proprio lavoro e non preoccuparsi di ciò che fanno gli avversari”.

Recentemente avresti affermato che nelle riunioni tecniche la tua soglia d’attenzione resta tale solo per pochi minuti, è vero?
“Diciamo che ho detto qualcosa del genere, ma non ho detto che non presto attenzione, bensì che dopo un po' di tempo la mia mente inizia ad andare un po' per i fatti suoi…riassumendo: i meeting potrebbero essere più brevi! Al di là di questo, credo che negli anni si cresca e si impari a conoscersi meglio, così adesso sono in grado di capire se arriva un momento in cui inizio a distrarmi, a quel punto mi allontano per qualche istante e torno più concentrato. Ho messo a fuoco questa tendenza che avevo da quando ero giovane, a scuola, ma ovviamente non potevo uscire dalla classe, quindi la lezione continuava e mi perdevo un certo numero di informazioni. Adesso mi conosco meglio, ed è ciò che mi ha permesso di continuare a progredire: se c’è un problema, mi prendo una piccola pausa e proseguo senza perdermi nulla”.

L’ultima gara dell’anno è sempre tempo di bilanci…
“È pazzesco pensare che siamo nell'ultima gara! Sotto certi aspetti è una bella sensazione perché è stata una stagione lunga, e sicuramente per noi molto gratificante. È stato un campionato lungo, ma poi ad un certo punti ti dici ‘Ehi, ma è già passata!’. Quando ti fermi e ripensi a quanto fatto, ed è ciò che ho fatto recentemente con Bono (l’ingegnere di pista di Lewis, Peter Bonnington) si è orgogliosi del lavoro svolto come attività di gruppo, e la cosa fantastica è che le nostre teste sono ancora concentrate su come possiamo migliorare. Non c'è un momento che riteniamo perfetto, siamo sempre e comunque intenzionati ad alzare l’asticella, il che non è proprio facile al termine di una stagione come questa. Quindi il nostro obiettivo resta quello di cercare di avere il prossimo anno una stagione ancora migliore, ma non abbiamo idea di cosa arriverà e quali ostacoli dovremo affrontare. Penso che siamo la migliore squadra, un gruppo di persone più unito che mai, il più concentrato e il più preparato”.

In Brasile però ci sono stati diversi errori...
“Sì, sicuramente il weekend di Interlagos non è stato eccezionale, ma penso che sia molto importante riconoscere anche gli aspetti positivi del fine settimana oltre che quelli negativi. Ovviamente non essere nelle prime posizioni non è un buon bilancio di tappa, abbiamo commesso degli errori e questo non è un aspetto positivo, ma non tutto è andato male. Ma chiariamo: non voglio vivere un altro weekend del genere anche qui a Yas Marina, e mi aspetto che sarà migliore”.

Quali sono i momenti della stagione?
“Ho un brutto ricordo, a Monaco, il meno bello dell'anno (Lewis si riferisce alla scomparsa di Niki Lauda). Ma sotto certi aspetti Hockenheim è stato probabilmente il peggiore. I migliori? Suggeriteli voi, sapete che non ho una grande memoria…”.

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Messico?
“Si, in effetti è stato fantastico, ma anche Silverstone è stato fantastico e Paul Ricard. Si, poi in Ungheria, è vero, ma scusatemi, non ricordo tutto…”.

Se questa stagione fosse un film, potremmo chiamarlo King Lewis?
“No, non sono proprio per il ‘RE’. Devi trovare un altro titolo”.

Bottas si è separato da sua moglie, e ha parlato dell'impatto che questo sport ha sulle persone. Credi che sia il rovescio della medaglia dello stile di vita legato all’essere un pilota di F1?
“Sì, penso che sia molto simile per molti sportivi. Forse nel nostro caso ancora più estremo, considerando che si viaggia davvero tanto, e si è lontani da casa per una quantità enorme di tempo. Questi sono aspetti che rendono molto, molto difficile mantenere una buona relazione. Poi c’è un aspetto che credo accomuni tutti gli atleti, ed è la difficoltà nel cercare il giusto equilibrio tra il tempo dedicato alla tua attività sportiva e il tempo che dovrebbe essere lasciato al riposo e alla vita. C’è chi ci riesce, come Seb, ma io per primo trovo che sia incredibilmente difficile, perché quando ho un obiettivo in testa voglio essere impegnato al cento per cento”.

Ogni anno che passa ti devi confrontare con piloti più giovani…
“Non credo che sia un grosso problema al momento, non mi sento affatto vecchio, anzi, mi sento super…leggero sui miei piedi, e più in forma e in salute di quanto non sia mai stato. Certo, quando avevo 25 anni avevo un lungo futuro davanti a me, ma non avevo le conoscenze e l'esperienza che ho oggi. Non esiste un modo accelerato per costruirti l'esperienza e le conoscenze, ogni anno valuto sempre come posso essere più in forma, come posso essere più concentrato, come posso avere più energia, aspetti che si sposano con la mia naturale capacità di fare ciò che faccio. Sono entusiasta che ci siano questi giovani in Formula 1, per me ogni giorno è in realtà un giorno di scuola, quindi un’opportunità per crescere da non sprecare”.

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, posa per una foto di gruppo
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, e Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1, posano per una foto di gruppo
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, e Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1, posano per una foto di gruppo
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, posa per una foto di gruppo, accanto a Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, posa per una foto di gruppo, accanto a Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
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