Mercedes: rileva le quote di Lauda e tratta per stare in F1
I vertici del consiglio di amministrazione di Stoccarda saranno al GP di Abu Dhabi non solo per festeggiare il doppio mondiale, ma anche per discutere con Liberty il rinnovo del Patto della Concordia. Hamilton scommette sulla permanenza della Stella, ma non si sa a quali condizioni.
Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images
Nelle ultime due settimane a tenere banco è stato il caso Leclerc-Vettel. Lo scontro fratricida di Interlagos è stato effettivamente argomento di discussione tra gli addetti ai lavori, ma nel paddock c’è un argomento che resta sotto traccia ed emerge solo in corrispondenza di qualche dichiarazione dei diretti interessati.
Parliamo dei piani futuri della Mercedes, non proprio un argomento secondario considerando l’entità della parte in causa, ed anche se le possibilità che la squadra la squadra campione del Mondo lasci la Formula 1 sono ridotte, resta una situazione che merita di essere analizzata.
A sollevare l’attenzione sul futuro della Mercedes F1 sono state due situazioni emerse nel weekend del Gran Premio del Brasile.
Il nuovo CEO di Daimler, Ola Kallenius, ha illustrato un piano industriale che prevede un taglio dei costi per 1,65 miliardi di euro entro la fine del 2022 (di cui 1,4 nelle spese riguardanti il personale) provvedimento fondamentale per garantire gli investimenti necessari a raggiungere lo standard di CO2 di 95 g/km richiesto dall'Unione Europea.
Contemporaneamente a questa notizia è emerso che la Mercedes F1 non ha ancora raggiunto l’accordo commerciale con Liberty Media, passaggio indispensabile per la presenza del team nel Mondiale a partire dalla stagione 2021.
Due notizie che hanno creato un quadro non proprio rassicurante per il team F1 in chiave futura, dando il via ad una serie di supposizioni in merito ad un presunto stop del programma.
Ma quanto è reale il rischio di vedere lo squadrone anglo-tedesco calare la saracinesca?
Le possibilità che Mercedes decida di concludere la sua permanenza in Formula 1 sono in realtà molto ridotte. A dirlo sono impegni già formalizzati (con i team clienti a cui fornisce la sua power unit) ed investimenti nelle sedi di Brackley e Brixworth che sono segnali opposti a quelli che normalmente emergono in un contesto ai titoli di coda. Però manca ancora la firma del nuovo Concorde agreement per poter mettere tutto in archivio e il confronto con Liberty non sembra essere dei più semplici.
Un buon accordo economico sarebbe utile per giustificare il proseguimento dell’attività con i vertici di Stoccarda, anche se già da qualche anno il rapporto tra le spese e gli introiti legati ai premi derivanti dai risultati ed ai contratti con i maggiori sponsor hanno ridotto drasticamente il peso economico del programma rispetto alle stagioni dei grandi investimenti stanziati agli albori dell’era ibrida.
Qualche extra in realtà è stato stanziato anche in questa stagione, ma è stato necessario per rilevare dalla famiglia Lauda le quote che deteneva l’ex campione austriaco (il 10%), un'acquisizione che ha portato al 70% complessivo il pacchetto della Daimler (il restante 30% è nelle mani di Toto Wolff).
Mercedes oggi è una delle due realtà più impegnate in Formula 1 (insieme alla Ferrari), considerando sia il team ufficiale che il volume di forniture clienti, ma di fatto è anche il brand maggiore (in termini economici) presente oggi nel Circus, e ci sta che i vertici del gruppo vogliano concretizzare questo status anche sul fronte economico, ed è questo l’oggetto delle trattative con Liberty.
Dal team Mercedes fanno però sapere che nessuno a Stoccarda vede la Formula 1 come un ramo da tagliare, anzi, il programma gode del supporto del presidente Kallenius e del Consiglio di Amministrazione, due membri del quale saranno presenti a Yas Marina questo fine settimana, insieme ad un gruppo di alti dirigenti dei dipartimenti Ricerca e Sviluppo e Marketing.
Proprio da una ricerca commissionata dai vertici di Stoccarda, è emerso che la visibilità garantita dal programma Formula 1 equivale ad un investimento di un miliardo di euro, cifra che si ritocca anno dopo anno visti i successi a raffica garantiti dalla squadra e dal conseguente ritorno mediatico.
Tutto sembra disegnare un quadro in cui l’allarme ritiro non è una possibilità reale, quanto la volontà di giocare una partita il più possibile proficua sul fronte economico, e per mettere tutto sul piatto ci sta anche che venga sventolata la minaccia del ritiro.
In passato hanno utilizzato la stessa strategia anche la Red Bull e la stessa Ferrari. “Sono abbastanza sicuro che la Mercedes è qui per restarci - ha commentato oggi Lewis Hamilton sorridendo – e visto che questo weekend saranno qui con noi i membri del Consiglio di Amministrazione chiederò a loro. Ma so bene che sono tutti dei veri competitor, e sono certo che vogliano restare”.
E Lewis, che di fermarsi non ha proprio voglia, non è tipo da farsi prendere in contropiede.
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