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F1 | McLaren: Ricciardo, quando è un'ala a fare la differenza

Daniel, dopo aver ufficializzato l'uscita dalla McLaren alla fine dell'anno, ha disputato un'altra gara deludente che lo ha visto concludere il GP del Belgio al 15esimo posto, dopo essere scattato settimo sulla griglia grazie alle molte penalità che sono scattate a Spa-Francorchamps. In realtà l'australiano ha dovuto fare i conti con un'ala troppo carica che lo ha molto penalizzato sui rettilinei, perché l'unica nuova rimasta è stata affidata a Norris perché l'altra si era rotta nelle prove libere.

McLaren MCL36, dettaglio dell'ala posteriore, GP del Belgio

Giorgio Piola

Daniel Ricciardo ha archiviato un’altra gara negativa in Belgio: eppure l’australiano, per effetto della pioggia di penalizzazioni, si era trovato a scattare in settima posizione nella griglia di Spa-Francorchamps, mentre il compagno di squadra, Lando Norris è finito 18esimo per la sostituzione di parti della power unit Mercedes.

Guardando lo schieramento era possibile attendersi una gara in zona punti per Daniel, in attesa che si compisse una rimonta di Lando Norris. La classifica alla bandiera a scacchi ha sancito, invece, una McLaren decisamente in difficoltà sui saliscendi della Ardenne con l’inglese 12esimo, fuori dai punti, comunque davanti a Ricciardo scivolato fino ad un inglorioso 15esimo posto.

Fotografando il risultato del GP del Belgio verrebbe da dire che bene ha fatto la McLaren a chiudere con un anno d’anticipo il contratto multimilionario con l’australiano, aprendo le porte al giovane Oscar Piastri, ma la Formula 1 è uno sport molto complesso e non bisogna lasciarsi condizionare solo dai numeri.

Lando Norris, McLaren MCL36, con l'ala molto scarica usata in qualifica e in gara

Lando Norris, McLaren MCL36, con l'ala molto scarica usata in qualifica e in gara

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

La squadra di Woking ha portato a Spa-Francorchamps due configurazioni di ala posteriore: una molto scarica adatta ai lunghi rettilinei valloni e una più tradizionale. I due piloti erano orientati, ovviamente, ad andare sull’assetto più scarico, ma una “cricca” nel carbonio di uno dei due elementi (non c’era una scorta) ha obbligato la squadra a scegliere a chi montare il profilo meno resistente.

La scelta, non deve sorprendere, è andata su Lando, il pilota meglio piazzato nella classifica (Lando è settimo con 76 punti, mentre Daniel è 13esimo con 19 lunghezze mentre Ricciardo è dovuto tornare a una soluzione molto carica che si è rivelata particolarmente penalizzante in bagarre con gli altri piloti.

La McLaren MCL36 di solito è una monoposto molto veloce sul dritto, con una buona efficienza aerodinamica, ma con poco carico: una carenza che si vede nei tratti lenti e guidati. Lando Norris a fine gara si è lamentato di come non sia riuscito ad attaccare Alexander Albon, ultimo pilota a punti con la Williams, e Lance Stroll con l’Aston Martin, perché entrambi disponevano di un DRS molto più efficiente.

Ad ala aperta, tanto per fare un esempio, la Red Bull RB18 di Verstappan è capace di incrementare la sua velocità massima di quasi 15 km/h, cosa che, invece, la McLaren non consente ai suoi piloti. Se a tutto questo aggiungiamo che Ricciardo non ha potuto beneficiare nemmeno dell’ala posteriore più efficiente, diventa facile darsi una spiegazione del perché Daniel sia finito inesorabilmente dietro al suo compagno di squadra che stava risalendo dalle retrovie.

Daniel Ricciardo, McLaren MCL36, con l'ala più carica vista a Spa: i tecnici avevano spruzzato la vernice flo viz

Daniel Ricciardo, McLaren MCL36, con l'ala più carica vista a Spa: i tecnici avevano spruzzato la vernice flo viz

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Lo “sganassa” si è preso l’ennesima insufficienza nelle pagelle dei giornalisti, senza che si sapesse che Ricciardo aveva un profilo posteriore a cucchiaio che costava diversi decimi nel tempo sul giro. Mentre Lando disponeva di un elemento principale piatto, molto meno resistente, e un flap mobile con più corda, l’australiano montava un flap più scavato nel bordo d’uscita, senza trarre grandi vantaggi.

Tutto questo solo per dire che a volte emergono grandi differenze che non dipendono solo dalle capacità, ma i rendimenti possono essere condizionati dalle scelte tecniche…

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