F1 | Leclerc e il cuore oltre l'ostacolo per combattere Red Bull
Nella Sprint, Charles Leclerc ha tentato di andare all'attacco per rimanere ancorato fino alla fine alla seconda posizione. Su una distanza di gara ridotta, il monegasco ha potuto spingere cercando un approccio più aggressivo sull'acceleratore in uscita curva, anche se ha pagato con un consumo gomme piuttosto marcato sul finale.
Per la Ferrari, il sabato di Baku si è concluso con una pole e un secondo posto entrambi firmati Charles Leclerc, a cui si è poi aggiunto il quinto posto ottenuto da Carlos Sainz. Se il Cavallino si è preso gli onori della cronaca sul giro secco, sulla distanza la Red Bull si è ripresa la scena uscendo fuori nei "pochi" passaggi compiuti durante la sprint, ulteriormente ridotta rispetto alla distanza originaria a causa dell’entrata della Safety Car.
Se la gara del sabato può essere un antipasto di ciò che potrebbe accadere domani, le chance della Rossa di lottare per il risultato più ambito chiaramente sembrano essersi ridimensionate. Per quanto la Ferrari non si fosse lasciata prendere da facili entusiasmi, la pole del venerdì riconfermata nella shootout aveva aperto la porta a qualche sorriso e un pizzico di speranza contro ogni logica, perché ci si aspettava una RB19 competitiva sul consumo gomma.
Prima della sprint i piloti del Cavallino non avevano ancora provato il compound a banda gialla, con pochissimi riferimenti se non quelli sulla gomma hard utili più per la domenica pomeriggio. Si è trattato quasi di un salto nel buio in cui Leclerc ha gettato, come spesso accade, il cuore oltre l’ostacolo, cercando di andare oltre alcuni limiti della vettura pur di tenere il passo di chi sembrava imprendibile.
Charles Leclerc, Ferrari SF-23
Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images
Il sorpasso di Perez in realtà è giunto abbastanza presto, un paio di tornate dopo la ripartenza, non appena è stato possibile utilizzare il DRS. Una differenza di velocità impossibile da colmare e che si era già vista ieri nelle qualifiche, quando la Red Bull poteva contare su un vantaggio massimo ad ala mobile spalancata di ben 12 km/h.
Basti pensare che osservando i dati, anche ad ala chiusa ma pur sempre in scia, il vantaggio su cui poteva contare Leclerc in termini di velocità di punta era minimo, il quale si andava poi scemando nell’ultima parte del rettilineo a causa del derating.
Per tentare di restare in scia, il portacolori della Ferrari ha dovuto spingere in altre zone del tracciato, quelle in cui la SF-23 si era ben comportata in qualifica. Si trattava di un elemento imprescindibile, perché per quanto l’aria sporca potesse dare fastidio nel settore centrale, l’effetto della scia avrebbe fornito un elemento in più per tentare di mantenere alle spalle Verstappen.
Charles Leclerc, Ferrari SF-23
Photo by: Andrew Ferraro / Motorsport Images
“Non ho lottato troppo contro Perez, perché volevo solo cercare di conservare le gomme. Sapevo che questo era il nostro punto debole. Ho cercato di rimanere all'interno della zona DRS di Perez, in modo che potesse tirarmi lungo il rettilineo, ma non è stato sufficiente, stavamo perdendo un po' troppo alla fine con il degrado; quindi, vediamo cosa è possibile migliorare domani. E daremo tutto.”, ha spiegato Leclerc dopo la corsa.
Una prospettiva condivisa anche dal Team Principal, Frederic Vasseur: “Probabilmente abbiamo spinto un pochino di più di quanto ci aspettavamo per mantenere il passo di Perez, ma ora dobbiamo capire esattamente dove possiamo migliorare entro domani, perché domani sarà un’altra storia con almeno due stint e mescole diverse”.
Tuttavia, ciò ha richiesto uno sforzo eccessivo sulle coperture, in particolare in uscita dalle curve lente con il rischio di mettere sotto stress l’asse posteriore. Osservando i dati telemetrici dei passaggi in cui Leclerc era ancora in zona DRS su Perez, appare subito evidente come il monegasco cercasse di anticipare quanto più rapidamente possibile il ritorno sull’acceleratore.
Telemetria Sprint Perez-Leclerc
Photo by: Gianluca D'Alessandro
Un aspetto che si è può riscontrare sia in uscita da quelle curve che poi immettono su lunghi tratti rettilinei, come curva uno o curva sedici, ma anche in quei tratti più lenti come nelle curve precedenti alle zone del castello. Non è un caso che spesso alla quindici, uno dei tratti più complicati dell’intera pista, Leclerc arrivasse a gestire di controsterzo, proprio per quella voglia di tornare sul gas il più velocemente possibile in modo da non lasciar scappare Perez.
Ciò non lo si evidenzia proprio solo nei confronti del messicano, ma anche del compagno di squadra, Carlos Sainz, il quale ha corso una gara meno entusiasmante lontano dal podio ma più lineare sui tempi, soprattutto sul finale.
Il nuovo asfalto ha offerto più grip del previsto, anche rispetto a quelle che erano le previsioni Pirelli alla vigilia, aiutando molto in qualifica. Allo stesso modo, la scelta di prendere il via su quella gomma media nuova risparmiata nelle libere ha fornito quel piccolo vantaggio in termini di vita rispetto a tutti quei rivali che, al contrario, partivano su un set usato. Ma i verdetti della gara hanno confermato ancora una volta che, al momento, le Red Bull sembrano inattaccabili se non per imprevisti ed episodi di gara.
Su una distanza di gara piuttosto breve, sfruttando anche i problemi di Verstappen Leclerc ha potuto tentare di gettare il cuore oltre l’ostacolo per resistere con il duo di testa, ma alla domenica servirà ragionare in funzione di un risultato che, quest'anno, non è ancora arrivato. Dopo la Sprint Vasseur ha parlato di massimizzare il risultato, cosa che non è successa a Melbourne: chiedere al monegasco di rinunciare alla bagarre sembra impresa quasi impossibile, ma sarà interessante osservare il suo approccio su uno stint potenzialmente più lungo, con il primo podio stagionale come vero obiettivo.
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