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Analisi
Formula 1 GP di Abu Dhabi

F1 | Dati: Ferrari parte bene, Red Bull cerca il feeling sui dossi

La prima giornata di libere chiaramente non ha fornito tutte le risposte che cercavano i team, ma i pochi minuti a disposizione nella FP2 hanno permesso ai piloti di prendere confidenza con la vettura e iniziare a cercare il limite. I piloti di Ferrari e McLaren si sono detti fiduciosi in vista del resto del weekend, con una SF-23 veloce sui rettilinei e una MCL60 che fa dei tratti più rapidi il suo punto di forza. Qualche difficoltà in più per la Red Bull, rallentata da un fastidioso sottosterzo e dai problemi nell'affrontare le parti più sconnesse della pista, come evidenziano i dati: indubbiamente sarà uno dei temi su cui si concentrerà il team di Milton Keynes.

Charles Leclerc, Ferrari SF-23

L’ultimo venerdì della stagione sotto le luci artificiali di Abu Dhabi ha restituito più dubbi che risposte, complici due sessioni di prove libere a loro modo influenzate da vari fattori. In FP1, infatti, molti team hanno scelto di far scendere in pista i debuttanti, mentre la sessione in notturna è stata pesantemente ridotta a causa di due bandiere rosse che hanno lasciato meno della metà del tempo previsto.

Il lavoro si è quindi concentrato sostanzialmente nell’ultimo quarto d’ora della giornata, quando a quel punto le squadre si sono viste costrette a seguire programmi differenti optando per soluzioni piuttosto contrastanti tra loro. Ad esempio, Ferrari ha scelto di effettuare il tentativo di giro veloce all’inizio del run, con oltre dieci giri di carburante a bordo, per poi dedicarsi a una sorta di mini long-stint per comprendere il bilanciamento della vettura. Red Bull e McLaren hanno smistato il lavoro su due differenti compound, testando prima la media e poi la soft, mentre Mercedes si è dedicata inizialmente ai long run, passando alle simulazioni di qualifica proprio verso i minuti finali della sessione. Dato il poco tempo a disposizione, in realtà tutte le squadre hanno girato con molta benzina nel serbatoio dopo la seconda bandiera rossa, ma la differenza risiede principalmente nel momento in cui è arrivato il tentativo di giro veloce.

Tuttavia, nonostante i pochi giri conclusi, in realtà i piloti sono comunque riusciti a farsi un’idea generale del potenziale delle vetture, così come dei propri punti di forza e delle rispettive debolezze. Charles Leclerc, che ha concluso in testa l’ultimo venerdì del mondiale, si è detto complessivamente soddisfatto delle sensazioni trasmesse dalla sua SF-23, soprattutto con la mescola più tenera, anche se è chiaro come il tempo registrato oggi sia solo una prima bozza di ciò che si vedrà durante il fine settimana.

Charles Leclerc, Ferrari SF-23

Photo by: Simon Galloway / Motorsport Images

Charles Leclerc, Ferrari SF-23

Date le differenze di compound, di carburante e di scia, lasciarsi trasportare dai soli tempi potrebbe sembrare piuttosto superfluo, soprattutto tenendo a mente che i team avranno a disposizione una nottata per decifrare i dati ricavati dalle libere. Tuttavia, nella prima giornata sono comunque emersi alcuni aspetti interessanti, che riprendono temi già visti in altre occasioni nel corso del campionato. Al di là dei facili entusiasmi, Ferrari sembra essere partita con il piede giusto, mostrando come al solito buon velocità di punta, grazie anche a un assetto complessivamente più scarico dei propri avversari.

Tuttavia, è importante sottolineare che i riferimenti nel miglior crono del monegasco sono alterati da una scia nel secondo settore che, chiaramente, ha influenzato positivamente la top speed, tanto da avere un delta di 7/8 km/h in alcuni frangenti sulla Red Bull. Difficile quindi prendere questo dato come veritiero, ma osservando invece le velocità alla fine del secondo tratto rettilineo, si nota come vi sia comunque un piccolo vantaggio sulla RB19, mentre rimane sostanzialmente più ampio sulla McLaren. Nel corso della stagione la MCL60 non ha brillato sul piano delle massime sugli allunghi, patendo la resistenza generata dal proprio corpo vettura: con le varie novità tecniche si sono visti dei piccoli passi in avanti sotto questo aspetto, ma sarà interessante approfondire in qualifica come varierà questo aspetto. Nella giornata di oggi la MCL60 non ha patito in progressione, bensì dal momento in cui è stato possibile aprire il DRS e nella parte conclusiva dei rettilinei, quando la batteria ha iniziato a togliere potenza extra evidenziando anche segnali di derating.

L’aspetto positivo per la vettura di Woking risiede più nella performance nel veloce, soprattutto nelle curve del primo settore, dove ci si attendeva una MCL60 in effetti competitiva, ma anche nella lunga curva a sinistra della nove. Una parte della pista molto particolare perché non solo si deve affrontare l’entrata sterzando e frenando nello stesso momento, ma anche perché a centro curva occorre sia un anteriore preciso per chiudere la curva ma anche un posteriore saldo per evitare problemi di scivolamento e, di conseguenza, surriscaldamento, in particolar modo nel momento del richiamo.

Lando Norris, McLaren MCL60

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Lando Norris, McLaren MCL60

Per quanto la McLaren abbia evidenziato qualche segnale di difficoltà in più nelle zone più lente, soprattutto nella sequenza 12-13-14, i piloti si sono detti molto fiduciosi per il sabato, dove credono di avere i mezzi per lottare al vertice. Nelle curve veloci, come la 3, emergono le qualità della vettura, che nel corso del campionato ha spesso dimostrato di fare dei tratti più rapidi uno dei propri punti di forza: da segnalare che, per il momento, i piloti non hanno riportato un bottoming eccessivo. Discorso differente, invece, per il passo gara, dato che i due piloti non sono riusciti a completare alcuna simulazione rilevante: è molto probabile che si recuperi in FP3, quando però le temperature dell’asfalto saranno più alte.

Particolarmente interessante è, invece, il discorso legato a Red Bull. La prima giornata di azione in pista non è andata secondo le aspettative, anche a causa di alcuni problemi di feeling riscontrati da entrambi i piloti. In FP2 Max Verstappen si è lamentato in più occasioni del fatto che la vettura continuasse a “saltellare”, specie nel terzo settore, dove accanto alle curve lente presenziano anche un paio di curve a media e alta velocità. Osservando i dati si può notare come la squadra di Milton Keynes nel venerdì di Abu Dhabi abbia fatto più fatica in quei tratti veloci dove, però, vi sono anche dei dossi a disturbare l’andatura di marcia.

Negli anni passati, la pista di Yas Marina presentava un asfalto molto liscio e levigato, aspetto che dalla scorsa stagione ha permesso di abbassare in maniera significativa la vettura. Tuttavia, quest’anno i piloti hanno subito evidenziato la presenza di nuove asperità che hanno reso molto più complesso affrontare certe zone del tracciato: ad esempio, Carlos Sainz in FP2 è stato proprio tratto in inganno dai nuovi dossi in uscita da curva due e in entrata di curva tre, un tratto particolarmente veloce in appoggio in cui occorre tanto carico aerodinamico e una buona stabilità. Bump che, secondo gli stessi piloti, fino all’anno scorso non erano presenti, motivo per il quale si dovrà intervenire a livello di set-up e di guida per limitare il bottoming, fenomeno che ha creato tanti piccoli problemi nella prima giornata. Se in gara si tende comunque ad alzare leggermente il piede in modo da poter gestire gli pneumatici, la situazione si fa differente sul giro secco, dove si cerca di affrontare il tratto in pieno.

Confronto velocità in curva 3 nelle libere del GP di Abu Dhabi

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Confronto velocità in curva 3 nelle libere del GP di Abu Dhabi

Osservando i riferimenti sia di Verstappen che di Perez, si può notare proprio come nella percorrenza di curva tre, entrambi i portacolori della Red Bull abbiano una velocità di percorrenza inferiore rispetto a Ferrari e McLaren, senza particolari differenze nell’input dell’acceleratore, completamente spalancato. Indubbiamente questo sarà un aspetto sui il team concentrerà parte delle proprie attenzioni, anche perché nel corso di questo campionato non è la prima volta in cui si è vista la RB19 soffrire sulle sconnessioni. A ciò si affiancherà anche il lavoro per ridurre il sottosterzo, limitazione che ha infastidito soprattutto Verstappen.

Nel venerdì di Yas Marina, Ferrari si è posta nel mezzo, come in una sorta di punto di incontro tra McLaren e Red Bull: oltre a confermarsi nella parte alta della classifica sulle velocità di punta, la SF-23 ha dimostrato dei segnali incoraggianti nella parte lenta, patendo invece in quelle curve a media e alta velocità più tecniche, come la nove. Charles Leclerc, l’unico pilota del Cavallino ad aver avuto modo di girare concretamente in FP2, si è detto fiducioso, con l’obiettivo di aiutare la Ferrari a battere Mercedes per il secondo posto nel costruttori.

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