MotoGP | Diggia: la stella spuntata dai due grandi vivai di talenti
La VR46 è il vivaio di talenti più noto del motociclismo, soprattutto in Italia. Tuttavia, la struttura di Valentino Rossi non è l’unica ad aver portato i giovani in alto. Gresini guarda ai giovani e ha regalato alla MotoGP alcuni dei più talentuosi. Ma cosa accomuna le due realtà? Una nuova stella: Fabio Di Giannantonio.
Fabio Di Giannantonio, VR46 Racing Team
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
Chi è nato negli anni Novanta ricorderà sicuramente il film d’animazione Hercules, in cui il giovane ragazzo dalla grande forza riusciva finalmente a trovare il suo posto nel mondo grazie al suo talento, accompagnato da determinazione e lavoro duro. La mitologia greca (con qualche licenza poetica degna dei migliori classici Disney) rispecchia la realtà più di quanto si immagini, perché le peripezie dell’eroe e il lieto fine di una storia le ritroviamo, molto spesso, dentro il paddock della MotoGP.
Potremmo fare nomi e cognomi, perché viene subito in mente Fabio Di Giannantonio, il pilota che forse in un anno è cambiato maggiormente. O almeno, è cambiata la percezione che il mondo ha di lui. Il pilota romano è sempre stato un guerriero e non si è mai arreso né buttato giù nemmeno quando tutti lo davano per spacciato: un anno fa era forse il pilota che meno soddisfaceva i desideri di Ducati e la sua presenza nel team Gresini era stata messa fortemente in dubbio dalle voci che davano Marc Marquez pronto all’approdo in Ducati.
Quella che inizialmente sembrava solo una voce senza fondamento, aveva trovato veridicità fino a lasciare Diggia a piedi. Ma è stata proprio la peripezia, la ricerca del lieto fine, a tirare fuori quello che l’eroe ha sempre saputo di avere dentro, ma faticava a tirare fuori. Ecco la vittoria in Qatar, l’esplosione finalmente di quel talento che a molti era nascosto, ma a lui no.
Fabio Di Giannantonio, Gresini Racing
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
“Io ce la posso fare”
Valencia, ultimo atto della stagione 2023. Proprio lì, Di Giannantonio ha visto iniziare una nuova era, quella di Valentino Rossi. “From zero to hero”, cantano le muse nella versione originale inglese del film d’animazione. “Da zero a eroe”, dal rimanere senza sella all’essere uomo mercato in meno di un anno. Un anno di duro lavoro, di tanta determinazione, che hanno portato a un cambiamento netto. Diggia ha ufficializzato solo pochi giorni fa un ulteriore passo in avanti, perché il prossimo anno disporrà del modello aggiornato, l’unica Desmosedici GP25 oltre a quella dei due piloti ufficiali, Pecco Bagnaia e Marc Marquez.
Il pilota romano appare molto diverso da quello che conoscevamo solo un anno fa, se leggiamo i risultati del 2023 e li confrontiamo con quelli di quest’anno. Ma Hercules non è cresciuto da solo, si è formato con il suo “satiro saggio” Filottete… E, per ogni eroe che si rispetti, c’è sempre una spalla che vede in lui una stella. PerDiggia, il primo “Filottete” è stato Fausto Gresini. Con la struttura faentina, ha debuttato in Moto3, iniziando a farsi conoscere e facendosi spazio nel mondiale. Le strade del pilota romano e della squadra di Faenza si sono divise per ritrovarsi in MotoGP.
“Fausto sapeva leggere i piloti, ora Gresini segue la sua scia”, ha raccontato a Motorsport.com Michele Masini, che ora ha le redini della Gresini Racing nella classe regina, ma sottolinea quanto la lungimiranza di Fausto abbia reso, nel tempo, la sua struttura un vivaio di talenti.
“Come faccio a dimostrare che sono un eroe se nessuno me ne dà l’occasione?”
Eccola l’occasione. Anzi, meglio dire “eccole”. La VR46 è l’Academy di Valentino Rossi che ha tirato fuori un folto gruppo di piloti talentuosi. Basta pensare a Pecco Bagnaia, accolto sotto l’ala del Dottore diversi anni fa, che in lui aveva visto quella luce che si è trasformata in tre titoli mondiali, uno in Moto2 e due consecutivi in MotoGP. Eppure, l’accademia italiana di piloti più famosa al mondo non è l’unica a saper cogliere la scintilla negli occhi dei giovanissimi.
Fabio Di Giannantonio, VR46, Alessio Salucci, Team Director VR46
Foto di: Media VR46
Insieme alla VR46 c’è proprio Gresini, che oggi vanta tra le sue fila Marc Marquez, il pilota con maggiore esperienza e con il più alto numero di titoli in MotoGP. Ma, prima di tutto questo, la Gresini Racing ha lavorato sotto lo sguardo vigile di Fausto, che ha saputo vedere oltre tutto: non solo Di Giannantonio, basta anche solo citare Enea Bastianini, uno dei piloti più apprezzati della classe regina, e Jorge Martin, grande rivale di Bagnaia e vicecampione in carica.
Così diversi, ma anche così simili: VR46 e Gresini hanno portato in MotoGP alcuni dei nomi più blasonati del panorama, ma ce n’è uno che accomuna i due vivai più di tutti. proprio Fabio Di Giannantonio. In Gresini ha iniziato a muovere i primi passi e non ha mai nascosto la gratitudine verso colui (e coloro) che l’ha portato al Mondiale, dandogli la possibilità di far brillare la luce che aveva dentro.
Nel 2024 c’è stato un passaggio di testimone importante, dopo aver visto l’esplosione del talento, è stato il team VR46 l’incaricato di sostenere Diggia nella sua scalata verso il successo. E il futuro è ancora tutto da scrivere… Perché “un eroe non si misura dalla forza dei suoi muscoli, ma dalla forza del suo cuore”.
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