Sta diventando una leggenda la collaborazione fra Dallara e Ferrari!
Un incontro fra Marchionne, presidente Ferrari, e Dallara, nella factory di auto da corsa parmense a luglio ha acceso molte fantasie su una partnership tecnica per la progettazione della Rossa del 2017. Ma non ci sarà alcun aiuto...
Foto di: XPB Images
Sta diventando una leggenda. Quella della Dallara che aiuterà la Ferrari nella realizzazione della monoposto 2017. "Fra la Dallara e la Ferrari non c'è stato nessun contatto per quanto riguarda la macchina del prossimo anno. Non saremmo in grado di raggiungere il livello della Ferrari". Parola di Gian Paolo Dallara, che si è stufato delle molte chiacchiere.
Del resto la struttura di Varano de’ Melegari è già impegnata in Formula 1 con la Haas. Il direttore tecnico del team americano è Rob Taylor e il capo aerodinamico è Ben Agathangelou, ma lo staff che realizza la macchina lavora nella factory parmense.
Dopo che la FIA ha preteso che non ci fosse la “transumanza” d’ingegneri fra la Haas e la Ferrari, come è accaduto l’anno scorso, specie nella ricerca aerodinamica, il Reparto Corse di Maranello si limita a fornire le parti concesse dai regolamenti: power unit, trasmissione e sospensioni.
La squadra del Cavallino, si ricorderà, l’anno scorso aveva beneficiato del doppio delle ore in galleria del vento rispetto agli altri, dal momento che il modellino in scala della VF-16 realizzato alla Dallara era molto simile a quello della SF16-H. Un’operazione che è stata possibile solo perché il team diretto da Gunther Steiner non era ancora ufficialmente iscritto al mondiale, ma che non è più stata portata avanti anche se la Haas continua a usare il wind tunnel della Ferrari a Maranello e non la moderna galleria di Varano, a due passi dove nasce la macchina.
La Ferrari l’anno scorso ha saputo sfruttare il “gemellaggio” con la Haas sapendo leggere, una volta tanto, nelle pieghe del regolamento, ma ora il flusso delle informazioni dovrebbe essere mono-direzionale: da Maranello verso Varano e non viceversa.
Ma, allora, cosa è successo per fare in modo che tanti abbiano scritto del contrario? La risposta è molto semplice: prima di chiudere il rapporto con James Allison, il presidente della Ferrari, Sergio Marchionne a luglio ha preso l’elicottero ed è andato a fare due chiacchiere con l’ingegner Giampaolo Dallara e il suo socio Andrea Pontremoli nella factory di Varano.
Un meeting che doveva restare top secret ma che, invece, è finito sui giornali creando un’onda di ritorno specie da parte dei marchi che hanno una solida collaborazione di lunga data con Dallara. A cominciare dal Gruppo VW (Audi, Lamborghini e Porsche). Certo ci sono delle attività anche con la Ferrari, ma non riguardano la Formula 1.
Del resto a Varano vengono progettate e costruite Indycar, GP2, GP3, F.3 e anche la F.E vale a dire le principali categoria monoposto che danno vita a campionati monomarca nei quali l’azienda parmense è profondamente impegnata. E adesso stanno pensando un telaio LMP2 per cimentarsi anche nel mercato dell’Endurance. Ma allora quale potrebbe essere la ratio di una collaborazione fra Dallara e Ferrari?
Una risposta l’aveva data già a Monza, Maurizio Arrivabene…
"I contatti con Dallara? Sì, ci sono stati. Collaboriamo su alcuni progetti. Stiamo pensando di rilanciare la MotorValley emiliana per rispondere alla sfida lanciata dalla MotorValley inglese, quella dell’Oxfordshire, dove in pochi chilometri ci sono le factory di Mercedes, Red Bull, McLaren, Williams, Renault, Force India e Manor".
"I grandi team inglesi di Formula 1 – ha spiegato Arrivabene - pescano i propri cervelli da un bacino di addetti ai lavori di circa 50mila persone specializzate, le cui carriere si sviluppano presso aziende che si trovano nel giro di una cinquantina di chilometri. Noi in Italia abbiamo una situazione industriale molto simile tra Maranello (Ferrari), Borgo Panigale (Ducati), Varano de Melegari (Dallara) e molte altre aziende di primo piano. Ma da noi ci sono solo 5 mila addetti e poca circolazione di idee. Insieme stiamo cercando di sviluppare questa situazione".
Un concetto sacrosanto per la Ferrari di Sergio Marchionne che sta cercando di ricostruire il suo reparto corse intorno all’italianità. Maurizio Arrivabene, team principal, e Mattia Binotto, responsabile tecnico.
Gli “inge-star”, come li abbiamo soprannominati, non sarebbero liberi di venire a Maranello prima del 2018 per pensare alla macchina del 2019. Un periodo troppo lungo per la F.1, visto che in mezzo ci sono ben tre campionati.
Provare a fare sistema, invece, può alzare la qualità dell’indotto e dell’offerta di lavoro. Su questo tema Giampaolo Dallara sembra essere molto sensibile, specie se la MotorValley non si dovesse limitare a portare in Emilia Romagna turisti da tutto il mondo a scoprire la cultura della terra del mutor, proponendo visite alle Case auto e moto, oltre a musei, collezioni private e circuiti.
L’opportunità può essere molto più grande aprendosi a scuole superiori e università, puntando sulla formazione dei nostri giovani che non devono per forza andare in Gran Bretagna se vogliono costruire un futuro nella realtà delle corse.
Quanti sanno che nella sola Emilia ci sono ben quattro gallerie del vento che potrebbero sviluppare dei progetti di Formula 1? Oltre a Ferrari (Maranello) e Dallara (Varano) non si devono dimenticare Fondtech (Casumaro) e Aerolab (Sant’Agata Bolognese). E credeteci non sono molti gli inglesi che le dirigono. E proprio Dallara ha in casa un tal Dialma Zinelli che nel 2008 è stato premiato come il miglior aerodinamico dell'anno. Dove? Ma a Oxford, of course...
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