Magnussen: "La F1 oggi è facile, coi prototipi conta il pilota!"
Il danese ha voltato pagina dopo 7 anni di circus passando alla Cadillac DPi della Chip Ganassi Racing, ritrovando quel piacere di guidare e di lavorare in squadra che ormai aveva perso da tempo.
Foto di: Michael L. Levitt LAT Photo USA
Kevin Magnussen si sta godendo a tutto tondo la sua nuova carriera nell'IMSA WeatherTech SportsCar Championship e dopo appena il weekend della Roar Before the 24 ha già un sorrisone immenso sulle labbra.
Il danese ha voltato pagina dopo le sette stagioni trascorse in Formula 1 passando alla Chip Ganassi Racing per condurre la Cadillac DPi V.R.
Questo lo ha portato a ritrovare quel gusto nel guidare e soprattutto il senso di essere un pilota da corsa.
“Mi sto divertendo molto a guidare la Cadillac, sto ritrovando quell'entusiasmo dell'essere un pilota e di lottare per il vertice. Sembrerà strano, ma la cosa migliore è che la macchina non è affatto facile da condurre!", commenta Magnussen, che poi si spreca in paragoni con il circus.
“Le Formula 1 sono fantastiche e ovviamente le vetture più veloci del mondo, sono molto grato a chi ha realizzato il mio sogno di salirci sopra per anni. Il fatto è che queste auto ora sono semplici da guidare e se mettessi in abitacolo qualsiasi pilota bravo ti direbbe la stessa cosa. I sistemi elettronici sono ciò che contanto sulle prestazioni della monoposto, mentre con la Cadillac DPi conta di più chi guida".
“E poi il suono! I motori di Formula 1 oggi hanno un rumoraccio! Coi prototipi invece sai che sei su un'auto da corsa".
In CGR, 'K-Mag' si sta divertendo un mondo, non solo dal punto di vista professionale, ma anche dei rapporti umani che può allacciare coi colleghi, Renger Van Der Zande e Scott Dixon, che condividono l'abitacolo della #01 con lui.
"Sono rimasto colpito dalla professionalità della Chip Ganassi Racing quando sono andato nella sua sede di Indianapolis. Puntano chiaramente a vincere, come ogni squadra, ma parlando con Mike e Chip, è ovvio che corrono solo per questo. Non sono soddisfatti di un secondo posto o di essere solo sul podio".
"Quando ho iniziato a correre e nella prima parte della mia carriera, l'ho fatto perché volevo vincere. Questo è il motivo per cui volevo gareggiare e crescere nella mia carriera: conquistanto successi. Purtroppo in F1 devi essere nel team di vertice, o forse nel secondo, altrimenti non hai alcuna possibilità di riuscirci. Questo porta il tuo obiettivo ad essere solo in Top10 per prendere punti".
"In Formula 1 il più grande avversario è il tuo compagno di squadra e per arrivare in un top team devi batterlo; per questo spesso non ci si aiuta, per non danneggiare la propria carriera".
"Qui è diverso e mi piace molto lavorare con Renger e Scott. Se hai delle domande o se vedono qualcosa che può migliorarti, renderti più veloce, faranno del loro meglio per aiutarti. Lo stesso vale per me. È un vero lavoro di squadra".
Informazioni aggiuntive di David Malsher
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