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Pressione gomme: dall'Austria si controllerà dopo il pit stop?

La FIA vuole tenere d'occhio i "furbi" e inasprire i controlli per evitare che in gara le monoposto possano correre al di sotto dei limiti di sicurezza prescritti dalla Pirelli con artifizi che ormai cercano di adottare tutti.

Renault Sport F1 Team RS16 front brake duct detail

Foto di: Giorgio Piola

Ogni squadra cerca la sua strada: il tentativo è quello di controllare la pressione di gonfiaggio delle gomme. La FIA sta monitorando questo tema delicato: da qualche Gran Premio i commissari tecnici della Federazione riescono a vedere in tempo reale quali sono i reali valori di pressione con i quali i piloti stanno girando in pista, ma non hanno la facoltà di intervenire se mai dovessero ravvisare delle anomalie e ce ne sono state molte!

A Montreal i valori di riferimento fissati dalla FIA con la Pirelli sono di 21 psi per la gomma anteriore e 19 psi per quella posteriore con degli evidenti incrementi rispetto allo scorso anno, quando la prescrizione della Casa milanese era di 19 psi davanti e 18 psi dietro.

A cosa è dovuto l'aumento? Certamente all'incremento sensibile del carico aerodinamico delle monoposto (si parla di 100 kg in più rispetto allo scorso anno), ma anche della tendenza di alcune squadra di fare le "furbe". La pressione, infatti, viene misurata in griglia di partenza o, comunque, prima di andare in pista.

I commissari FIA hanno la facoltà di far gonfiare un pneumatico qualora vedessero un dato anomalo, ma poi sono semplici spettatori, anche se una gomma dovesse perdere pressione per avere una maggiore superficie di contatto a terra e, quindi, più prestazione.

L'idea della Federazione è di affettuare un controllo anche quando le coperture vengono smontate dopo un pit stop, vale a dire alla conclusione del proprio ciclo di lavoro: l'idea è di introdurre questa ulteriore verifica a partire dal GP d'Austria che inibirebbe le squadre a giocare troppo su questo delicato argomento.

In attesa di una normativa efficace, intanto, ogni team cerca di andare ai ripari esercitando le proprio strategie: la Renault, sotto, in Canada ha deciso di "vestire" i cestelli dei freni anteriori e posteriori con del materiale isolante, mentre un riscaldatore provvede ad alzare la temperatura del disco e della pinza. 

Il calore incamerato viene irradiato al cerchio e di conseguenza alla gomma quando vengono montati sulla monoposto. Ciò avviene poco prima dei controlli, quando si tolgono le termocoperte (che possono agire fino a 120 gradi e non oltre). E' evidente che quando la monoposto lascia la pit lane, procedendo lentamente nel giro di lancio della qualifica o per il giro di formazione della griglia riceva la ventilzione di aria fresca per l'impianto dei freni, per cui la temperatura precedentemente registrata si abbassa, permettendo un conseguenta abbassamento della pressione.

Ci sono squadre come Mercedes, Red Bull Racin e Toro Rosso che riescono ad agire in modo scientifico, controllando temperature e pressioni, mentre altri team, tipo la Ferrari e la McLaren, stanno agendo in modo più sperimentale e, pare, meno efficace. Con il cambio delle regole, invece, tutti dovrebbero tornare alla pari...

 

Renault Sport F1 Team RS16 rear brake duct detail
Renault R.S.16: la copertura del cestello posteriore

Photo by: Giorgio Piola

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