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Kvyat: "Mi piacerebbe avere una stabilità per due o tre anni"

Kvyat alla Toro Rosso ha ritrovato il clima familiare nel quale era cresciuto: il russo va oltre la delusione patita in Red Bull e cerca di guardare al futuro. Potrebbe restare a Faenza, ma vorrebbe gettare le basi per un futuro più stabile.

Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso

Foto di: Red Bull Content Pool

Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso con i tifosi
Problemi per Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso
Problemi per Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso
Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso dopo un brutto impatto
Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso
Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso STR11
(L to R): Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso with Daniel Ricciardo, Red Bull Racing
Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso STR11
Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso
Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso
Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso nella sfilata dei piloti
Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso
Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso
Daniil Kvyat, Red Bull Racing RB12 tampona Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H alla partenza
Daniil Kvyat, Red Bull Racing celebrates his third place
Daniil Kvyat, Red Bull Racing RB12
Daniil Kvyat, Red Bull Racing RB12
Podium: winner Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 Team, second place Sebastian Vettel, Ferrari, third pla
Daniil Kvyat, Red Bull Racing
Daniil Kvyat, Scuderia Toro Rosso STR11

Il tempo corre veloce in Formula 1. Quattro mesi fa, quando team e piloti erano in viaggio direzione Melbourne, Daniil Kvyat era un punto fermo della Red Bull. Lo scorso anno aveva concluso la sua prima stagione nel team di vertice del gruppo austriaco con tre punti in più di Daniel Ricciardo, e conquistando il suo primo piazzamento sul podio nel Gran Premio di Ungheria.

L’inizio del Mondiale 2016 non è stato dei più semplici, ma in Cina è arrivato, proprio con Kvyat, il primo podio stagionale della Red Bull. Poi, due settimane dopo, ecco la sorpresa: Daniil retrocesso in Toro Rosso per far posto a Max Verstappen.

Uno shock per il russo ed un futuro che di colpo (dopo una telefonata del responsabile motorsport della Red Bull, Helmut Marko) diventa un grande punto interrogativo. A distanza di due mesi da quella telefonata Kvyat si è dato un obiettivo: guardare avanti e trarre il massimo da questo Mondiale. Poi si vedrà. Potrebbe restare in Toro Rosso insieme a Carlos Sainz (le ultime indiscrezioni parlano di una volontà in tal senso anche dello stesso Marko), ma Kvyat adesso è pronto a mettere sul tavolo tutte le opportunità. Anche quelle che arriveranno da eventuali contesti esterni al gruppo che lo ha supportato da quando aveva sedici anni e muoveva i primi passi in monoposto.

Come se la passa Daniil Kvyat?
“Tutto molto bene, mi piace la vita”.

Quanto è stato difficile trovare il feeling con la Toro Rosso dopo aver disputato i test pre-campionato e le prime quattro gare con la Red Bull?
“Non è stato semplice. Sono arrivato a Barcellona e ho percorso i primi giri con una monoposto con cui Carlos (Sainz) aveva percorso seicento giri nei test di preparazione alla stagione. Però poi a Monaco e Canada la situazione è migliorata, e a Baku è andata meglio. E’ ancora un po’ difficile mettere tutto insieme, ma quando ci riusciamo va bene”.

Hai faticato con la frenata?
“A Barcellona si, era la prima gara e ho dovuto adattarmi. Anche in Canada, la prima pista a basso carico, non è stato semplice, ma poi la situazione è migliorata”.

Sei passato dalla power unit Renault a quella Ferrari. Hai sentito delle differenze rilevanti?
“La guidabilità mi ha sorpreso positivamente, ma se parliamo della potenza è difficile fare confronti perché abbiamo la power unit Ferrari dello scorso anno. Ci manca qualche cavallo, ma il pacchetto è abbastanza competitivo”.

Le vicende che ti hanno coinvolto dopo Sochi sono note. Stai pensando già al tuo futuro o sei esclusivamente concentrato su questa stagione?
“Quando sono tornato in Toro Rosso ho trovato un ambiente che mi ha fatto subito sentire bene. Al momento mi concentro sulle gare che ci aspettano, non voglio pensare tanto nel lungo periodo. Quando arriverà il momento, e non manca tanto, comincerò a pensare al futuro. Ora c’è una sequenza di gare molto impegnativa e voglio essere concentrato su questi impegni”.

Helmut Marko ti ha indicato una data entro la quale ti comunicherà i suoi programmi?
“Non una data. Ma so che faremo un discorso e ci confronteremo su quello che vogliamo fare”.

Hai un piano “B” qualora per te fossero chiuse le porte della Toro Rosso?
“Sinceramente, dopo quello che è successo a maggio, ho pensato a tante cose. Essendo stato pilota della Red Bull Racing, che è una delle squadre più competitive nel paddock, credo sia normale che ci possano essere anche altri team interessati a me. Ma bisogna essere realisti, ovvero considerare solo eventuali opportunità concrete e mettere tutto sul tavolo per capire cosa è meglio. Toro Rosso mi piace molto come squadra, c’è un buon feeling reciproco”.

Per almeno due stagioni le porte della Red Bull saranno chiuse. Avresti comunque buone motivazioni per restare eventualmente in Toro Rosso?
"Questa è una squadra che per un pilota è sempre interessante. L’anno prossimo il regolamento impone ai team di ripartire da zero, con progetti nuovi e la Toro Rosso è sempre partita bene all’inizio di nuovi cicli tecnici. Adesso facciamo queste gare, vediamo se arrivano dei risultati, e poi vedremo”.

Dopo la gara di Sochi, quando ti hanno comunicato il tuo ritorno in Toro Rosso, molti addetti ai lavori avevano previsto un periodo molto difficile per te. Invece già dal successivo appuntamento a Barcellona, nella conferenza stampa del giovedì, sei sembrato molto determinato. Hai avuto comunque dei momenti difficili?
“Quando accadono queste vicende, non è mai semplice. Ovvio che a me quanto è accaduto non sia piaciuto, ma nella vita ogni tanto va così. I primi giorni non sono stati facili, poi ho deciso di mettermi tutto alle spalle e mi son detto: ‘andiamo avanti, ci sono ancora tante gare da disputare’. Credo di aver fatto un buon lavoro in Red Bull, per me è casa mia. E a volte anche a casa possono esserci dei problemi”.

Parliamo di fortuna. C’è chi ci crede e chi no. Certo è che appena Max Verstappen è salito sulla tua macchina le due Mercedes si sono buttate fuori gara al via del Gran Premio di Spagna offrendogli l’opportunità della vita....
“Nessuno ha forzato le due Mercedes a buttarsi fuori! Certo, se non fosse accaduto quell’episodio gli altri avrebbero lottato per il terzo gradino del podio, ma è andata così. Ogni tanto nella vita il vento soffia a favore, altre volte contro. Bisogna trovarsi al momento giusto nel posto giusto, ma la differenza finale la devi fare tu”.

Sono molti anni che vivi i pro e contro del mondo Red Bull. E’ una grande opportunità, ma ogni stagione può essere l’ultima. Inizia a pesarti questa situazione o ti sei abituato?
“Sono ormai cinque stagioni che vivo non conoscendo quello che sarà il mio futuro. Mi piacerebbe avere qualche sicurezza in più, diciamo una stabilità per due o tre stagioni. Se avessi un’opportunità di questo tipo credo che la prenderei, però ci sono altre chance che sono del tipo ‘prendere o lasciare’, e mi sono abituato a vivere giorno per giorno sapendo che arriverà anche il momento della sicurezza in chiave futura”.

Nel periodo difficile che hai vissuto a maggio, c’è stata qualche persona in particolare che ti è stata vicino?
“La mia famiglia, mio padre mi è stato molto vicino. E quando sono arrivato in Toro Rosso sia Franz (Tost) che tutti i tecnici mi hanno subito messo a mio agio. Non ho problemi a fare il mio lavoro, è la mia passione, ma è sempre bello avere intorno qualcuno che crede in te”.

Quando sei arrivato in Toro Rosso ti sono stati assegnati un ingegnere di pista ed un telemetrista promossi per la prima volta nei loro ruoli. Ti ha creato qualche difficoltà?
“Le prime due gare ci siamo confrontati sulle esigenze reciproche, per trovare un compromesso. Ho buoni tecnici, e l’esperienza arriverà. Ho fiducia, abbiamo avuto un sabato perfetto a Baku, e credo che le cose miglioreranno sempre di più”.

Considerando le prossime piste, speri nella possibilità di poter arrivare al podio o è un obiettivo proibitivo?
“Sarà difficile, ma dobbiamo essere fiduciosi. Una chance può sempre arrivare, e qualora capitasse dobbiamo farci trovare pronti”.

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