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Ferrari: quando si soffre un... cerchio alla testa

La Ferrari è consapevole che la debacle del GP di Francia sia dipesa dalla pessima gestione delle gomme al Castellet: Mattia Binotto ha parlato di un'influenza dei cerchi che sono congelati dallo scorso anno, ma è chiaro che le ruote non sono la causa prima del surriscaldamento, ma per evitare questi guai altre squadre come Mercedes e Red Bull hanno scelto proposto soluzioni molto più evolute realizzate sempre dallo stesso fornitore l'OZ Racing.

Ferrari SF21 dettaglio ala posteriore

Foto di: Uncredited

F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola

Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.

Mattia Binotto fra le concause che hanno mandato in crisi la Ferrari al Paul Ricard ci ha messo i cerchi. Sulle ruote non si può certo scaricare la responsabilità di una debacle come quella nel GP di Francia con Carlos Sainz 11esimo e Charles Leclerc 16esimo, addirittura doppiato, ma è indiscutibile che altre squadre hanno sviluppato i cerchi per ovviare, almeno in parte, ai problemi legati alla gestione delle gomme.

Charles Leclerc, Ferrari SF21

Charles Leclerc, Ferrari SF21

Photo by: Charles Coates / Motorsport Images

Le Rosse al Castellet sono andate in crisi con il surriscaldamento delle gomme e hanno perso, rispetto alle prestazioni nelle qualifiche, circa un secondo e mezzo nel confronto con gli avversari diretti. Un’enormità che non può essere attribuita alle ruote, ma le parole del team principal hanno posto l’accento su un accessorio che gli avversari hanno saputo evolvere con soluzioni più esasperate rispetto a quelle del Cavallino.

La colpa non è certo dell’OZ Racing che fornisce Mercedes, Red Bull e Ferrari: l’azienda italiana, infatti, è in grado di realizzare ruote in magnesio forgiato con disegni e, soprattutto, trattamenti superficiali che sono molto diversi.

La FIA l’anno scorso per combattere la crisi economica causata dall’epidemia del COVID-19 aveva deciso di congelare lo sviluppo di molte parti delle monoposto 2020 e fra queste c’erano anche le ruote.

I top team hanno deciso di spendere i loro gettoni di sviluppo altrove, per cui i cerchi sono rimasti gli stessi dello scorso anno. Ed è interessante andare a vedere come ciascuna squadra li abbia sviluppati con soluzioni molto diverse sia davanti, sia dietro proprio perché possono contribuire all’innesco delle temperature delle gomme per il giro secco o a controllarne il surriscaldamento.

Due funzioni che non vanno a braccetto e possono essere considerate quasi antitetiche una all’altra. La Ferrari ha scelto i cerchi chiari con un trattamento riflettente il calore, ma la forma delle ruote è rimasta basica, senza le sofisticazioni di Red Bull e Mercedes.

Cerchio della Red Bull con diversi trattamenti all'interno e all'esterno

Cerchio della Red Bull con diversi trattamenti all'interno e all'esterno

Photo by: Giorgio Piola

La squadra leader del mondiale, per esempio, all’anteriore usa cerchi simili a quelli Ferrari, ma con diversi trattamenti interni, mentre al posteriore ha una particolarità: la parte esterna è chiara, ma evidenzia una fascia centrale con tantissime nervature radiali, mentre nella parte interna c’è un trattamento chimico nero che facilita la stabilizzazione della temperatura della gomma, trasferendo il calore prodotto dall’impianto frenante al cerchio e dalla ruota al gas contenuto nella gomma grazie a quei rilievi a zig-zag che si possono osservare nella foto di Giorgio Piola.

Valtteri Bottas, Mercedes W12, dettaglio della ruota anteriore Mercedes

Valtteri Bottas, Mercedes W12, dettaglio della ruota anteriore Mercedes

Photo by: Giorgio Piola

Mercedes W12, dettaglio del cerchio posteriore bugnato

Mercedes W12, dettaglio del cerchio posteriore bugnato

Photo by: Uncredited

La Mercedes, per contro, ha puntato sui cerchi scuri e bugnati: la squadra di Brackley è stata la prima a introdurre nel 2019 questa soluzione che poi ha fatto un po’ scuola e la stessa Ferrari li aveva usati sulla SF90, abbandonandoli sulla SF1000. Ovviamente non potevano mancare i cerchi bugnati anche sull'Aston Martin AMR21, sotto.

Aston Marin AMR21, dettaglio del cerchione

Aston Marin AMR21, dettaglio del cerchione

Photo by: Giorgio Piola

Carlos Sainz ha spiegato che a Maranello nei tre giorni trascorsi in factory dopo la Francia, la Ferrari ha varato dei piani a breve, medio e lungo termine per risolvere il guaio che ha afflitto le Rosse al Paul Ricard, segno che la questione non si limita solo alle ruote, ma riguarda l’intero concetto della macchina. A cominciare dall'angolo di camber che sarà modificato già al Red Bull Ring. Tanto per cominciare...

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