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F1 | Rossi: “Alpine perdeva 5 decimi per la PU, ora siamo vicini”

L'amministratore delegato dell'Alpine ha voluto sottolineare i progressi compiuti dal gruppo tecnico a Viry, finalmente in grado di fornire una Power Unit vicina ai top team in termini di prestazioni con un gap ridotto da mezzo secondo a solo un decimo. Si guarda anche all'esterno per un'eventuale fornitura a un secondo team cliente, ma al momento non rappresenta una priorità.

Laurent Rossi, Alpine F1 Team CEO

Alpine

Sin da quando è iniziata l’era Power Unit nel 2014, Renault ha spesso fatto fatica ad allinearsi ai principali rivali sul piano delle prestazioni e dell’affidabilità dell’unità motrice, tanto che attualmente si ritrova a fornire solamente Alpine dopo gli addii di Red Bull e McLaren.

Ma prima che entrasse in vigore il processo di congelamento dei motori a partire da inizio 2022, il costruttore francese è stato in grado di fare importanti passi in avanti per quanto riguarda le performance, avvicinandosi ai vertici. La nota dolente è stata tuttavia l’affidabilità, che nell’arco del campionato aveva privato fin troppe volte sia Fernando Alonso che Esteban Ocon di risultati altrimenti raggiungibili, complicando anche la rincorsa al quarto posto nel mondiale costruttori.

Per il 2023, Renault ha revisionato completamente alcuni componenti di natura ausiliaria, come la pompa dell’acqua, che tanti problemi aveva creato nel corso dello scorso mondiale. Al netto di questi grattacapi in via di risoluzione, l’elemento centrale risiede soprattutto nel salto in avanti fatto negli ultimi due anni.

“Ad essere onesti, è sicuramente meglio di com'eravamo. Mi piace dire che non si vince un campionato solo grazie alla Power Unit, ma sicuramente lo si perde. E il deficit di prestazioni che la Power Unit generava negli anni precedenti ci rendeva impossibile immaginare qualcosa di meglio del quinto posto”, ha spiegato Laurent Rossi parlando dei problemi che negli anni passati limitavano la squadra di Enstone.

“In pratica perdevamo dai tre ai cinque decimi al giro a causa della Power Unit solo perché l'integrazione non era perfetta e non perché la Power Unit non fosse abbastanza buona di per sé, ma semplicemente non era ottimizzata dal punto di vista dell'integrazione”.

“Il gruppo a Viry è in grado di estrarre dalla Power Unit tutti i cavalli necessari, ma non è stato un lavoro perfetto in termini di integrazione delle due cose. La nuova unità è sicuramente molto più vicina alla concorrenza. Penso che siamo nell'ordine di un decimo rispetto ai migliori. Quindi va bene così, perché ricordiamoci che ci manca un secondo per raggiungere la Red Bull o qualcosa del genere”, ha poi aggiunto il CEO Alpine, sottolineando i progressi fatti nella fabbrica di Viry.

La fabbrica di Viry-Châtillon dedicata allo sviluppo della Power Unit Renault.

La fabbrica di Viry-Châtillon dedicata allo sviluppo della Power Unit Renault.

Photo by: Renault

Dopo gli addii di McLaren e Red Bull, Renault ha come cliente solamente la squadra ufficiale. Dal punto di vista meramente tecnico, per un costruttore ciò significa meno dati a disposizione, così meno chilometri completati per identificare eventuali problemi. Secondo Rossi al momento tra le priorità del gruppo francese non rientra una eventuale fornitura a un secondo team, per quanto in realtà negli ultimi mesi si era parlato insistentemente della possibilità che Andretti potesse re-brandizzare i motori Renault con il marchio General Motors dal 2026 in poi.

“È bello averlo [un secondo team cliente, ma non è indispensabile. Solo perché ci siamo passati in passato e ho ascoltato le persone che hanno vissuto questa esperienza. Ed è una tassa sulle squadre, perché ogni volta che hai un problema, ogni volta che tutto va bene, è una navigazione tranquilla. Quando c'è un problema, all'improvviso c'è il caos. È il caos".

"Dovete avere un team che si concentri sul cliente, perché è lui a pagare. E quindi dovete risolvere i loro problemi”, ha spiegato il CEO Alpine, aggiungendo che la priorità di Alpine era quella soprattutto quella di creare una struttura che potesse soddisfare i propri bisogni.

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“Ci si deve dividere in due, il che rende molto difficile supportare entrambe le scuderie, a meno che non si è già completamente strutturati per questo. Ma è molto difficile. Perciò per noi era più importante raccoglierci, tornare indietro, ristrutturarci, servire prima di tutto noi stessi, cosa che ora stiamo finalmente facendo”.

“Finalmente stiamo arrivando a un punto in cui possiamo gestire noi stessi in modo adeguato e iniziare a guardare ad altri team, potenzialmente a quelli dei clienti. Ma non è qualcosa di obbligatorio, anche se sarebbe utile, perché se vai in pista e hai un numero di motori tre volte superiore a quello della Mercedes, per esempio, avrai tre volte più dati”.

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