F1 | McLaren: quei mini flap in altura hanno funzionato
La squadra di Woking ha recuperato quattro punti preziosi nella lotta per il quarto posto nel mondiale Costruttori con l'Alpine: il team papaya ha sfruttato il settimo posto di un ritrovato Ricciardo e il nono di Norris. Sulla MCL36 sono state introdotte delle modifiche che hanno permesso alla vettura di James Key di essere efficiente sul circuito in altura a Città del Messico.
F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola
Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.
La McLaren non la considera una partita persa quella del quarto posto nel mondiale Costruttori: sette punti separano la squadra di Woking dall’Alpine quando alla fine della stagione mancano solo due Gran Premi e nel team diretto da Andreas Seidl hanno scoperto piacevolmente che anche Daniel Ricciardo è in grado di essere utile alla causa.
L’australiano è ormai un corpo estraneo alla McLaren, visto che il suo posto verrà preso dalla giovane promessa Oscar Piastri, suo connazionale, e, forse, l’idea di essersi liberato la mente dai pensieri sul futuro ha permesso a Daniel di essere il primo degli altri, collezionando quel settimo posto che per il gruppo di centro può valere come una vittoria, mentre Lando Norris si è dovuto accontentare del nono posto con una prestazione meno eclatante.
Daniel Ricciardo, McLaren MCL36, effettua il pit stop al giro 44 passando dalle medie alle soft
Photo by: Steven Tee / Motorsport Images
Ricciardo ha dato la sensazione di saper, finalmente, gestire la MCL36, guidando la monoposto papaya anziché essere portato dalla vettura di James Key e la coraggiosa strategia di gara che lo ha portato a effettuare il pit stop al 44esimo giro di gara, passando dalle gomme medie alle soft, per intestarsi una bella rimonta con la mescola più morbida, sebbene dovesse scontare una penalità di 10 secondi per la macchinata inferta a Yuki Tsunoda che ha costretto l’incolpevole giapponese al ritiro prematuro.
McLaren MCL36, dettaglio della brake duct posteriore con i mini flap aggiuntivi
Photo by: Giorgio Piola
La McLaren in Messico ha introdotto una modifica nel retrotreno: le brake duct, infatti, sono state dotate nella parte posteriore di una cascata di micro flap aggiuntivi utili a limitare la perdita di carico aerodinamico per l’aria rarefatta dei 2.200 metri di quota in cui si trova la capitale atzeca su un altopiano.
La modifica, pensata espressamente per la trasferta messicana, ha dato buoni risultati perché Ricciardo è riuscito a prolungare il primo stint ben otto giri oltre la distanza consigliata dai tecnici della Pirelli che consigliavano un pit stop fra il 28esimo e il 35esimo giro.
McLaren MCL36: ecco la presa d'aria maggiorata per il GP del Messico
Photo by: Giorgio Piola
Ricciardo, inoltre, ha trovato anche un buon feeling in staccata riuscendo a concludere una serie di sorpassi in frenata che non si erano più visti: i tecnici della McLaren hanno adeguato anche le prese d'aria della brake duct per aumentare la portata d'aria a disco e pinza per compensare l'aria del 30% meno densa rispetto al livello del mare.
Il buon bilanciamento della MCL36 in configurazione da massimo carico e la ricerca della downforce sulle ruote motrici ha permesso di evitare il surriscaldamento delle gomme che hanno patito altre monoposto, recuperando quattro preziosissimi punti iridati nel derby con l’Alpine.
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