Leclerc e Hamilton: uomini che parlano ai cavalli
La qualifica di Sochi ha messo in evidenza come nella F1 tecnologica l'aspetto umano possa fare la differenza: il divario che Leclerc ha costruito su Vettel e Hamilton su Bottas spiega molte cose. E la Mercedes si trova a inseguire la Ferrari con strategie di gara alternative.
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
Hanno detto molto le qualifiche di Sochi, confermando la sorprendente tendenza di un Mondiale che dopo il girone d’andata sembrava aver già detto tutto.
Il circuito di Sochi, ex salotto Mercedes, non ha la tradizione delle piste storiche della Formula 1, ma non è neanche un “tilkodromo” dove da improvvisare c’è poco. Le qualifiche hanno sentenziato, e il primo verdetto è subito lampante: la variabile pilota, a volte nascosta sottotraccia e in altre occasioni più appariscente, è emersa in modo prepotente.
Charles Leclerc e Lewis Hamilton hanno fatto la differenza, mettendo sul tavolo dei rispettivi team un contributo senza il quale si commenterebbe un sabato diverso.
Leclerc, giunto alla quarta pole position consecutiva, non può più essere considerato una sorpresa, quanto l’interprete perfetto della SF90 ‘rivisitata’ che sembra una lontana parente di quella di inizio estate.
Ha ragione Mattia Binotto quando sottolinea che nel girone d’andata alcune vittorie sono mancate per un soffio, ma sarebbero comunque stati successi… per un soffio, mentre oggi volano distacchi pesanti, almeno in qualifica. Ma è anche vero che senza l’interprete monegasco oggi la Mercedes avrebbe festeggiato una pole stellare di Hamilton, capace di beffare Vettel sotto la bandiera a scacchi.
Lo stesso Lewis, senza volerlo, ha tributato il più grande attestato di stima a Leclerc e alla Ferrari, aprendosi via-radio dopo aver visto P2 sul display della sua monoposto, e confermando senza filtri la propria soddisfazione: “di più, oggi, non si poteva fare”.
Da quando è tornato dalla pausa estiva Leclerc non ha più smesso di mettersi in pole, e il paddock stesso di Formula 1, velocissimo nel prendere nuove abitudini, non si stupisce più.
Ora la si può vedere in due modi: o Sebastian Vettel ha perso lo smalto sul giro veloce (e qui in tanti avranno da ridire) o Leclerc ha alzato l’asticella in modo impressionante, perché 0”425 di margine in qualifica non è proprio un’inezia, ed anche il 9-0 nelle ultime nove qualifiche inizia ad essere una sequenza impressionante.
Un discorso che si potrebbe fare anche in casa Mercedes, dove il margine tra i due piloti è stato di ben 0”602, a causa di un duello tra Bottas e la curva 13... vinta da quest’ultima.
Che succede alla Mercedes?
Nel motorsport ogni weekend di gara è un esame. Per considerare dei valori come consolidati, è necessario che il termine di confronto sia sempre il medesimo altrimenti ciò che sembra un’eccellenza potrebbe diventare ordinario al cambiare del paragone.
È quanto accaduto alla Mercedes W10, che dopo il girone d’andata del Mondiale 2019 è sembrata la miglior monoposto del ciclo ‘hybrid’. Ma da quando la SF90 ha cambiato passo, Bottas e Hamilton sono stati costretti a spingere al massimo possibile, evidenziando i limiti del progetto.
“Il setup è ottimo – ha confermato Bottas – la questione è il gap di performance”.
Il messaggio lanciato da Hamilton (e in generale dalla Mercedes) è chiaro: la power unit Ferrari ha trovato una potenza da… jet, in grado di compensare anche un aumento del carico aerodinamico che sarebbe alla base dei progressi della SF90 sul fronte della guidabilità e della gestione degli pneumatici.
Dal box adiacente ribattono che la velocità massima non è solo questione di cavalli, ma anche di filosofia della monoposto, sottolineando l’importanza del drag. Fatto sta che per la prima volta da quando è iniziata l’era ibrida, la Mercedes sembra davvero in difficoltà.
La classifica Mondiale è tranquilla, ed era già accaduto negli ultimi due anni che in certe fasi della stagione di vedere Wolff & C. cedere lo scettro per qualche weekend a Ferrari o Red Bull. Ma oggi è diverso, perché la Scuderia ha trovato qualcosa che le permette di avere un vantaggio su ogni pista, indipendentemente dal setup, e per la prima volta la Mercedes non ha una soluzione pronta per controbattere.
Una testimonianza del momento particolare che sta vivendo il team campione del Mondo è arrivata anche dalle scelte strategiche in vista della gara di domani.
Fino a pochissimo tempo fa era la Mercedes a dettare le regole, e la concorrenza agiva di conseguenza, mentre a Sochi gli ingegneri hanno deciso di differenziare la strategia rispetto alla Ferrari, consci che a parità di gomme con le ‘rosse’ sarebbe stato impossibile vincere la corsa.
Hamilton e Bottas domani scatteranno con mescola media, disposti ad affrontare qualche difficoltà in più nelle fasi iniziali per potersi assicurare un primo stint più lungo.
A giocare a favore potrebbe essere una safety car (dopo il pit dei ferraristi) o un eccessivo degrado delle gomme soft che calzerà il resto della top-10. Ovvero ciò che negli ultimi anni abbiamo visto fare non di rado a Red Bull e Ferrari per provare ad avere la meglio su chi, alla pari, non si poteva battere.
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