Hulkenberg, il "pompiere" della Racing Point
Il pilota tedesco si è meritato un nuovo soprannome nel paddock della Formula 1: sabato mattina è stato chiamato a sostituire Lance Stroll al GP dell'Eifel con la Racing Point, la squadra per la quale aveva corso i due GP di silverstone al posto di Sergio Perez. Scopriamo come sia stato possibile per Nico scendere in pista con la RP20 senza aver svolto prove libere ed essere finito ottavo in zona punti.

La città di Colonia dista 107 chilometri dal circuito del Nurburgring, un tratto abbastanza trafficato anche durante i fine settimana. Ufficiosamente, lo scorso sabato sembra che quel tratto di strada abbia un nuovo record di percorrenza, stabilito da Nico Hulkenberg.
“Ufficiosamente, dai, ma non chiedetemi il tempo, non ne ho idea. So solo che c’era traffico e ho percorso certi tratti su strade di campagna, e questo ha penalizzato un po' la mia media”.
Da sabato scorso Hulkenberg nel paddock inizia ad essere chiamato il “Pompiere”, visto che già due volte nell’arco di poco più di due mesi è stato chiamato per affrontare un’emergenza, ovvero sostituire un pilota indisponibile ad essere in pista.
Il tutto senza preavviso e come ha rivelato ad Amus, senza neanche i margini per poter recuperare il casco.
“Otmar (Szafnauer, team principal della Racing Point) mi ha mandato un whatsapp per chiedermi dove fossi, e gli avevo risposto, ma non pensavo davvero che potessi nuovamente essere chiamato. Poco dopo, mentre ero a bere un caffè – ha spiegato Nico – ecco la telefonata: ‘vieni di corsa, Lance non può correre!’.
"Giuro che ho pensato fosse uno scherzo… non poteva essere che stesse accadendo di nuovo! I caschi rosa che avevo utilizzato a Silverstone li avevo a casa ma in pista al Nurburgring c’era il mio fornitore abituale e ne aveva con sé uno che avevo utilizzato alla Renault. Dopo Silverstone la Racing Point ha continuato a portare nei weekend di gara le mie tute, così come il sedile, quindi c’era tutto per scendere in pista”.
Hulkenberg si è ritrovato in pista per le qualifiche con zero chilometri di prove, un’esperienza inedita.
“Diciamo folle – ha confermato – completamente senza preparazione, ed in più rispetto a Silverstone lo sterzo aveva un feeling diverso, così ho dovuto prendere le misure in un paio di giri. Mi sono ritrovato ultimo ma contento, non credo potessi fare di più”.
Le squadre dovranno pianificare le emergenze
I quattro punti conquistati domenica da Hulkenberg, grazie all’ottava posizione finale, sono un bottino strategico che ha permesso alla Racing Point di scavalcare la McLaren nella classifica Costruttori.
“Credo che le squadre debbano programmare la gestione del ‘reserve driver’ nel lungo periodo – ha spiegato Nico – nel mio caso è stato possibile scendere in pista anche perché avevo già corso con il team, il mio sedile era ai box, così come il mio fisio, che lavora per la squadra. Se mi avesse chiamato un altro team non sarebbe stato possibile in tempi così ridotti riuscire a disputare le qualifiche, e di conseguenza la gara”.
Non è una stagione come le altre quella che sta vivendo la Formula 1, e il campanello d’allarme di Sergio Perez forse non è stato colto come dovrebbe.
Ogni squadra dovrebbe avere sedile, casco e tuta del ‘reserve driver’, e la sua disponibilità in pista fino a sabato pomeriggio. Lo stesso Hulkenberg ventiquattr’ore prima della frenetica partenza per il Nurburgring era stato contattato da Helmut Marko per un presunto allarme (poi fortunatamente scongiurato) che aveva messo in dubbio la disponibilità di Alexander Albon. “Avrei accettato se mi avessero chiamato perché ho un legame di vecchia data con il dottor Marko – ha confermato Nico – ma sarebbe stato un bel problema perché avrei dovuto fare il sedile ai box e familiarizzare con un contesto nuovo in tempi molto brevi”.
Ma cosa ne pensa Hulkenberg del soprannome ‘il pompiere’?
“Lo prendo come un complimento, non ci sono molti piloti che possono saltare in macchina senza preavviso e portare al team dei punti. Mi piacerebbe però trovare un posto stabile, ma forse la Formula 1 non ha più bisogno di me perché in questo momento c’è un eccesso di disponibilità di piloti. Ma non sono per nulla rassegnato, di certo non mollo”.
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