Rivoluzione Yamaha: Valentino parla, i giapponesi eseguono
La ristrutturazione che la Yamaha ha portato a termine nella sua organizzazione è arrivata pochi mesi dopo che Valentino Rossi ha accennato al fatto che la Casa di Iwata aveva bisogno di una rivoluzione come quella che ebbe il suo culmine con il suo arrivo nel 2004.
Foto di: Yamaha MotoGP
Rossi deve essere sempre ascoltato, perché non ricama mai senza filo. Soprattutto quando si indossa una camicia della Yamaha, squadra che ha portato alla ribalta con il suo arrivo (nel 2004) e ora, 15 anni, lo idolatra e lo coccola, in maniera che rimanga legato a vita al marchio, anche quando avrà deciso di appendere il casco al chiodo.
Lo scorso settembre, ad Aragon, con la Casa giapponese che era completamente immersa nella peggior crisi della sua storia - 25 gare senza vincere - il "Dottore" ha dichiarato che, vista la deriva che aveva preso la squadra, forse era giunto il momento di introdurre delle misure più drastiche, dato che la strategia impiegata fino ad allora non aveva funzionato.
"Ci sono delle similitudini, perché nel 2004 la Yamaha ha preso me, che ero il pilota più veloce, ma non solo. Con l'arrivo di Masao Furusawa hanno fatto un programma per cambiare molto quello che succedeva nel reparto corse. E' stato un lavoro doppio: hanno preso il pilota campione del mondo, ma hanno deciso di fare anche dei cambiamenti abbastanza profondi. Per venire fuori da questa situazione, bisognerebbe fare lo stesso" disse allora Valentino.
Detto e fatto. I discorsi di Kouichi Tsuji, presidente del reparto corse, e del direttore Lin Jarvis durante la presentazione del team ufficiale hanno confermato che i desideri del pilota pesarese si sono avverati.
La Yamaha ha dato una bella scossa alla sua struttura. Al di fuori dell'arrivo del nuovo Project Leader - Takahiro Sumi ha preso il posto di Kouji Tsuya - e l'entrata in scena di Hiroshi Ito nel ruolo di direttore generale del reparto sviluppo, l'aspetto più sorprendente è l'aumento di peso che avrà la sede europea della squadra, che precisamente si trova a Gerno di Lesmo, in Italia.
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Finora, questa struttura era utilizzata principalmente per la logistica, come centro nevralgico in Europa, mentre lo sviluppo e l'evoluzione della moto erano centralizzati in Giappone.
D'ora in poi, la sede di Gerno di Lesmo sarà dotata di un contingente di ingegneri maggiore rispetto al passato, con molti di loro che saranno concentrati sull'elettronica della moto. Questo ha tutto il senso del mondo, se consideriamo che è stata creata una squadra test europea con Jonas Folger come pilota. "L'idea è che ci sia una maggiore comunicazione ed interazione tra Giappone ed Italia" ha detto Jarvis a Jakarta. "Per la Yamaha questa è una grande rivoluzione" ha aggiunto Tsuji.
Come ha riconosciuto il giapponese, questo cambio di dinamica è molto traumatico per una società come quella di Iwata, perché in un certo senso è una sorta di "mea culpa", dopo che aveva sempre tirato avanti con la sua filosofia, senza chiedere un aiuto esterno.
A ridosso del primo test collettivo, che si terrà a Sepang da mercoledì a venerdì, è da capire se questa riorganizzazione potrà dare i suoi frutti. Tuttavia, i nuovi leader dovranno fare tesoro di questi tre giorni, perché sarà in base ai dati raccolti in Malesia che dovranno decidere quale motore omologare prima della gara d'apertura della stagione, fissata per il 10 marzo in Qatar.
Ad oggi, tutto sembra a posto perché la Yamaha possa tornare a lottare regolamente per la vittoria, in primo luogo, e quindi anche per il tutolo.
Ora dobbiamo vedere se la storia si ripeterà e se Rossi e Vinales saranno in grado di fare la differenza, come la fece il #46 nel 2004, quando conquisto il titolo contro ogni pronostico.
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