Iscriviti

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia
Analisi

Hyundai Motorsport: l'elogio della gestione e della perseveranza

Hyundai ha vinto per il secondo anno consecutivo il Mondiale Costruttori WRC grazie a una rotazione perfetta dei propri equipaggi, ma anche a una i20 Coupé cresciuta esponenzialmente nella seconda parte di stagione.

Podio: Hyundai Motorsport vince il Campionato Costruttori

Foto di: Austral / Hyundai Motorsport

Sembra che per Hyundai Motorsport la questione fosse solo sbloccarsi. Nel WRC, una volta vinto il primo titolo iridato Costruttori della sua storia, ne ha aggiunto subito uno nel 2020, firmando la doppietta e confermandosi campione in una stagione resa difficile per tutti dalla terribile pandemia da COVID-19 che ha rivoluzionato il calendario di ogni categoria FIA.

L'iride è arrivato all'ultima gara, l'ACI Rally Monza Italia, grazie al doppio podio firmato da Ott Tanak e Martin Jarveoja e da Dani Sordo e Carlos Del Barrio. Ma dietro a questo risultato, che di per sé non significa praticamente nulla se non la conquista legittima di un doppio podio, c'è molto, molto di più.

Andiamo ad analizzare punto per punto la stagione di Hyundai Motorsport nel WRC, non tanto gara dopo gara, ma elemento per elemento rivelatosi decisivo ai fini della conquista di un meritato titolo Costruttori che va ad aggiungersi a quello conquistato nel 2019 dopo una rincorsa iniziata nel 2014 e, di fatto, mai terminata.

Gli equipaggi sono stati tutti decisivi

 

A loro modo – va detto, in maniera differente – hanno dato il loro contributo per un titolo arrivato per 5 punti di vantaggio nei confronti di una corazzata come quella messa in piedi da Toyota e Tommi Makinen alla fine dell'anno passato. 5 gli equipaggi che hanno corso al volante di una i20 Coupé WRC Plus del team ufficiale nel 2020, tutti in grado di portare a casa almeno un podio. 3 su 5, per la prima volta nella storia Hyundai nel Mondiale Rally, hanno addirittura vinto una gara. Sì, non era mai accaduto.

Thierry Neuville e Nicolas Gilsoul hanno vinto subito il prestigioso Rallye Monte-Carlo con una gara pazzesca, a cui hanno aggiunto altri due podi, ovvero i secondi posti colti al Rally di Turchia (gara che senza una foratura beffarda quando si trovava in testa, avrebbe certamente vinto) e al Rally Italia Sardegna. In quest'ultima gara il belga ha battuto Ogier sul filo di lana, regalando la doppietta a Hyundai.

Proprio in Sardegna Dani Sordo e Carlos Del Barrio hanno portato a casa il secondo successo consecutivo sull'isola dopo quello della passata stagione. Lo spagnolo, oltre al trionfo sardo, ha ottenuto un altro podio, quello nella gara conclusiva a Monza. Un ottimo score, considerando le 3 presenze nelle 7 gare disputate. Sfortunato inoltre in Messico, quando è stato costretto al ritiro per un problema al motore.

 

L'avventura di Ott Tanak con Hyundai non è iniziata nel migliore dei modi. A Monte-Carlo è stato protagonista di un terribile incidente, senza dubbio il peggiore del 2020, uscendone miracolosamente illeso assieme al suo navigatore Martin Jarveoja. Poi, da quel momento, il campione estone ha cambiato marcia finendo secondo in 3 occasioni (Svezia, Messico e Monza), con la ciliegina sulla torta della prima vittoria al volante della i20 Coupé nella sua gara di casa, il Rally Estonia.

Determinante ai fini della conquista del titolo anche il gran secondo posto di Craig Breen ottenuto sempre in Estonia, alle spalle del compagno di squadra Ott Tanak, mentre Sébastien Loeb il podio – quanto mai meritato – lo ha colto in Turchia, gara in cui, come Neuville, ha dovuto frenare i suoi desideri di successo a causa di una foratura nella stessa prova in cui è stato frenato il belga e anche Sébastien Ogier.

Nessuno di questi equipaggi è stato esente da errori, infatti nessuno è stato il vero contendente per il titolo di Evans e Ogier nell'ultima prova del Mondiale, ma ognuno ha portato a casa uno o più mattoni che hanno costruito la scala utile a Hyundai a confermarsi campione.

Gestione perfetta del team

 

Andrea Adamo, team director di Hyundai Motorsport, e tutte le persone che lavorano a stretto contatto con lui e che hanno ruoli dirigenziali, hanno fatto un piccolo, grande capolavoro. Lo hanno fatto dal punto di vista sportivo, riuscendo a gestire perfettamente 5 equipaggi, valorizzandone le caratteristiche, mantenendoli motivati, sempre concentrati verso l'obiettivo finale, estraendone se non il meglio, gran parte di questo.

Un merito assoluto. Pensiamo all'impiego di Breen in gare come il Rally di Estonia, ovvero su fondi che il nord-irlandese ha sempre prediletto, oppure quello di Loeb in Turchia. Ma il vero capolavoro è stato dare fiducia a Dani Sordo nel momento più caldo della stagione. Lo spagnolo ha ripagato la fiducia con 2 delle gare più belle della sua carriera, risultando indispensabile. Non a caso il suo contratto è stato rinnovato anche per il 2021, così come quello di Breen.

Sebbene Tanak – arrivato da campione del mondo dopo una stagione quasi perfetta con Toyota – e Neuville non siano riusciti a vincere il titolo, è stato evidente come i due equipaggi scelti dai vertici per competere per l'iride che ancora manca ad Alzenau siano quelli giusti. Certo, ci sarà da limare imperfezioni, migliorare il feeling con la vettura, lavorare di fino su due ragazzi e due piloti davvero forti, ma il potenziale per fare l'en-plein nel 2021 c'è tutto.

Il capolavoro forse più grande, ma anche quello celato maggiormente dai vertici di Hyundai, è però da ricercare in quello che è stato fatto da Andrea Adamo e soci nel corso dei momenti più critici della pandemia da COVID-19, ovvero da marzo a giugno, quando il Mondiale Rally ha chiuso i battenti e nessuno sapeva se e quando sarebbe ricominciato.

A quel punto Adamo ha dovuto stringere i denti, fare di necessità virtù, costruirsi una maschera con i propri dipendenti e i vertici della Casa coreana con il preciso obiettivo di supportare il suo personale, continuare a lavorare in vista del futuro e proteggere i propri dipendenti. Tutto questo, in un modo o nell'altro, è stato fatto. Missione compiuta. E forse il titolo iridato è solo un piccolo incentivo per quanto, in realtà, è stato fatto dal punto di vista umano.

Il momento chiave della stagione

 

E' stato con tutta probabilità anche il momento in cui Neuville ha dovuto dare l'addio al titolo iridato. Lo stesso momento in cui Hyundai ha davvero temuto di non poter ripetere il successo nel Mondiale Costruttori vinto pochi mesi prima. Stiamo parlando del Rally del Messico, in cui il belga e Dani Sordo sono stati costretti al ritiro a causa di due guasti sulle rispettive i20. Di fatto, il momento peggiore della stagione non solo dal punto di vista sportivo, ma anche umano, se consideriamo che la gara è finita con un giorno d'anticipo per le limitazioni che tanti stati europei ed extra europei stavano adottando a causa della pandemia da COVID-19.

Al di là del bel secondo posto ottenuto da Tanak. Alla domenica i vertici del team hanno tenuto un debriefing post gara di quelli da ricordare. Ben 6 ore di discussioni, analisi, ma anche idee e tanto altro. In quel momento, dopo aver perso evidentemente la concentrazione a causa di un avvio molto bello di stagione, Hyundai Motorsport si è ritrovata. E dal momento più difficile della stagione è sportivamente risorta sia dal punto di vista della qualità del lavoro, che dal punto di vista tecnico.

i20 Coupé WRC, che salto in avanti!

 

Veniamo ora a un altro punto cardine del Mondiale Costruttori 2020 vinto da Hyundai. Ossia alla vettura. E non potevamo che collegarci al momento più difficile e di svolta della stagione del team diretto da Adamo. Dopo il Messico la i20 è stata oggetto di minuziosi aggiornamenti (per quanto possibile, considerando i gettoni di sviluppo contingentati dal regolamento) tra migliorie a livello tecnico e quelle a livello aerodinamico (basti pensare al nuovo alettone posteriore e alle finestre aerodinamiche poste dietro i passaruota posteriori).

La i20 non è ancora la macchina migliore, ma se il titolo iridato 2019 è arrivato per meriti legati all'affidabilità della vettura coreana, nel 2020 le prestazioni hanno avuto il loro peso, soprattutto il rally in cui era richiesta velocità su speciali non eccessivamente tortuose. Da quel punto di vista, la i20 e la Toyota Yaris sono poli opposti. Ma ora, nel suo campo, nelle speciali che premiano le sue caratteristiche, la i20 è divenuta se non riferimento, altamente temibile.

Il 2021

“Cosa mi aspetto dal 2021? Vincere”. Non ha usato giri di parole Andrea Adamo – non è uomo prolisso e poco concreto – per descrivere gli obiettivi di Hyundai Motorsport per la prossima stagione. Sarà l'ultima della i20 Coupé WRC Plus prima che venga sostituita dalla Rally1, ma sarà anche la stagione in cui Adamo potrà contare su 4 equipaggi date le scelte differenti fatte da Loeb ed Elena, che correranno alla Dakar 2021.

Non possiamo dimenticare il lancio della i20 Rally2, che andrà a sostituire la vincente i20 R5 New Generation (con Jari Huttunen nel WRC3, divenuto campione del mondo 2020 di categoria). Un anno diverso, ma non troppo. Il tris nel Costruttori resta l'apice degli obiettivi di Hyundai, ma con un occhio in più anche a quel titolo Piloti che renderebbe una stagione super, in una stagione magica. Avversari permettendo.

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente WRC: Mikkelsen correrà con Toksport nel WRC2, ma senza Jaeger
Prossimo Articolo WRC, Toyota: Latvala al posto di Makinen. i pro e i contro

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia