Rossi: "Gresini era un riferimento del paddock"
Nella sua prima chiacchierata da pilota Petronas, il "Dottore" ha dedicato un pensiero anche a Fausto Gresini, scomparso a soli 60 anni a causa del COVID-19, indicandolo come una figura di riferimento del paddock del Motomondiale.

Valentino Rossi ha parlato per la prima volta da pilota della Petronas Yamaha SRT e, nell'incontro virtuale con i media andato in scena ieri, oltre a parlare delle vicende che lo riguardano da vicino, ha dedicato un pensiero anche a Fausto Gresini, scomparso la scorsa settimana a causa del COVID-19, a soli 60 anni.
"E' una storia molto triste e molto brutta, anche perché Fausto era in buona forma. Aveva 60 anni ed è morto per il COVID, quindi questo può far capire a tutti che si può morire di COVID anche se si sta bene", ha detto Valentino riguardo alla tragedia del manager imolese, che si è arreso dopo essere stato quasi due mesi in terapia intensiva.
Poi la memoria è tornata indietro nel tempo: "Personalmente, conosco Fausto da quando ero molto giovane, perché mi ricordo di quando era un pilota e lottava con Capirossi, poi siccome mio papà Graziano è un ex pilota, ne conoscevo già tanti di piloti".
"Dopo, quando era team manager, siamo stati rivali perché abbiamo lottato in 250cc nel 1999, quando schierava Capirossi. Ma abbiamo combattuto anche in MotoGP, nel 2003, 2004 e 2005 con Gibernau, e nel 2005 e 2006 anche con Melandri".
Nonostante questa rivalità, c'era anche grande rispetto: "Eravamo rivali, ma penso che Fausto fosse un riferimento nel paddock per gli italiani, perché ha fatto qualcosa di simile all'Academy: ha fatto crescere i giovani con un team di Moto3, di Moto2 e fino alla MotoGP".
"Inoltre il suo team è a pochi chilometri dal nostro, quindi abbiamo sempre parlato molto. E' molto brutto non avere più Fausto, era un'immagine importante per il paddock", ha concluso.
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