Verstappen: ecco perchè il primo giro diventa uno scoglio da superare
Max non ha responsabilità nel patatrac di Singapore con le Ferrari, ma l'olandese quest'anno è la quarta volta che resta coinvolto in un crash al primo giro. Ne risente la sua classifica he piange nel confronto con Ricciardo quarto nel mondiale piloti.
Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images
“Non capisco Sebastian. E' in lotta per il mondiale ed avrebbe potuto perdere una o due posizioni, mentre adesso ha avuto un risultato disastroso. Io volevo lottare per la vittoria e lui sarebbe rimasto davanti a Lewis. Credo che abbia commesso un errore in ottica campionato, ma sono contento che ci siamo ritirati tutti e tre e non solo io”. Max Verstappen non ha fatto sconti nelle sue dichiarazioni post-gara, e non dice certo una bugia nel sottolineare che nel patatrac di Singapore centra poco, ed è Vettel ad aver pagato il prezzo maggiore: di fatto un’analisi condivisibile.
Il talento più cristallino arrivato in Formula 1 negli ultimi anni tralascia però un'altra valutazione legata a quanto avvenuto ieri a Marina Bay.
Gara dopo gara anche lui inizia a pagare un prezzo, indubbiamente molto meno salato di quello di Vettel, ma non da saldo. Per quanto accaduto a Singapore Max non ha tecnicamente alcuna colpa, ma l’episodio di Marina Bay si somma a quelli avvenuti nel primo giro dei Gran Premi di Spagna, Austria ed Ungheria.
Il tutto (unito a quattro ritiri per motivi tecnici) ha determinato una classifica di campionato che ora vede Verstappen con gli stessi punti di Sergio Perez: sessantotto. A rendere ancora più interrogativa la stagione di Max c’è la striscia incredibile di Daniel Ricciardo, che con la seconda posizione di ieri ha consolidato la quarta piazza nel Mondiale (davanti a Raikkonen) con ben 162 punti.
Il confronto in termini di punteggio con compagno di squadra, solo Kvyat, Palmer e Magnussen hanno meno della metà dei punti del vicino di box.
Il problema di Verstappen è fondamentalmente uno: il suo esordio nel Circus è stato così scintillante da far dimenticare che pur essendo al suo terzo Mondiale di Formula 1 ha solo diciannove anni. Quattro anni fa l’olandese era un kartista, e ciò che ha fatto è semplicemente eccezionale. Ma quando si corre in Formula 1 nessuno fa sconti.
E ritiro dopo ritiro anche Max ha una classifica da raddrizzare. “Io volevo lottare per la vittoria”, ha sottolineato, ed sotto molti aspetti è giusto che sia così. Ma al motto di “tutto o niente” i campionati non si vincono, e nel paddock c’è chi inizia a credere che fino a quando non supererà questo scoglio, Verstappen non potrà ancora essere considerato il top-driver che il suo talento gli consente, senza alcun dubbio, di essere.
Manca l’ultimo ‘step’, quello della maturità e Verstappen ha ancora tempo per completarlo. Ma deve tener presente che anche lui, come tutti i venti piloti presenti sulla griglia di partenza, ha sempre qualcosa da perdere.
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