Leclerc: tre gare e tre ordini di squadra via radio. Ma ora la misura è colma?
Il giovane pilota monegasco ha accettato la chiamata al giro 10 che lo ha invitato a cedere il passo a Vettel che sembrava avere un passo più veloce. Poi è stato tenuto in pista a far da cavia per vedere se si poteva finire il GP con un solo pit. Charles abbozza, ma non è affatto contento.
Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images
Decimo giro del Gran Premio di Cina, Charles Leclerc (terzo) sente via-radio il suo ingegnere Xavier Marcos comunicargli un massaggio poco gradito: “Dai strada a Seb”.
Il giro successivo, subito dopo il traguardo, il monegasco si è fatto da parte lasciando passare la Ferrari numero 5, con un cenno con la mano destra: “vai, vai”.
La decisione del muretto-box del Cavallino ha indicato a Vettel la via del podio, ma anche innescato qualche polemica, considerando che è la terza volta (in altrettante gare in Rosso) che a Leclerc viene comunicato via-radio di accodarsi, o farsi da parte, a favore del compagno di squadra.
In Australia il monegasco era stato bloccato quando a pochi giri dal termine si era portato alle spalle di Vettel. In quel caso la squadra aveva deciso di salvaguardare la posizione di Seb, indirizzato su una strategia troppo aggressiva nel tentativo di provare a sopravanzare Hamilton.
Due settimane dopo, in Bahrain, Leclerc ha ricevuto lo stesso messaggio quando è arrivato nella scia del compagno: “resta li due giri”. Charles ha disobbedito, superando Vettel e portandosi in testa alla gara.
Oggi in Bahrain è arrivato il terzo ordine, e questa volta Leclerc ha seguito (a malincuore) le indicazioni del team, lanciando di fatto il compagno verso il primo podio stagionale.
“È sempre difficile – ha spiegato Mattia Binotto - in quel momento abbiamo provato tutto quello che potevamo per non perdere tempo sulle due Mercedes, era l'unica possibilità che avevamo in quella fase della corsa. Abbiamo provato e non ha funzionato, ma era giusto dare l'opportunità a Seb. Come squadra abbiamo fatto tutto il possibile”.
“Ovviamente è difficile per la squadra dare degli ordini – ha proseguito Binotto - perché capiamo la posizione dei piloti, e non è stata certamente una decisione facile da prendere. Per questo devo ringraziare Charles, per il modo in cui si è comportato e per aver dimostrato, ancora una volta, quanto sia uomo squadra. Ma penso che ci sarà un momento in cui la situazione verrà semplicemente ripristinata. Come squadra abbiamo bisogno di massimizzare i punti, e in tal senso credo che oggi abbiamo preso la decisione corretta”.
Al di là della difficoltà nell’impartire un ordine di squadra, ciò che ha convinto meno della strategia Ferrari è stato il momento della chiamata, ovvero al giro 10.
“In quel momento sembrava che Seb fosse più veloce – ha spiegato Leclerc - ma essendo dietro di me da alcuni giri ha danneggiato le sue gomme. Quando è andato in testa probabilmente i suoi pneumatici erano già lontani dalla performance ideale”.
Ha destato perplessità anche la decisione di tenere in pista Leclerc molto a lungo nel secondo stint, nonostante il suo ritmo con le medie fosse decisamente degli avversari diretti, soprattutto di Max Verstappen.
“Siamo rimasti fuori perché abbiamo cercato di capire l'usura delle gomme - ha spiegato Binotto – valutando se ci fosse la possibilità di concludere la gara senza una seconda sosta. Ma abbiamo poi capito che sarebbe stato più sicuro andare per il secondo cambio gomme”.
A danneggiare la corsa di Leclerc non è stato tanto lo scambio di posizione con Vettel (la decisione lo ha retrocesso dal terzo posto conquistato al via al quarto) quanto la gestione complessiva della strategia.
Al termine del primo stint, Charles è entrato in pit-lane quattro giri dopo Vettel e cinque dopo Verstappen, mentre per la seconda sosta è stato chiamato ai box ben otto giri dopo Seb e l’olandese.
In quest’ultimo caso a Leclerc è stato chiesto di provare a stoppare Bottas (finito alle sue spalle dopo il secondo pit), nella speranza che Vettel potesse avvicinarsi al finlandese, piano poi fallito. Quando finalmente Leclerc ha completato il secondo pit-stop (giro 42), è tornato in pista a 14 secondi da Verstappen, per poi tagliare il traguardo a 3”649 dalla Red Bull dell’olandese, ora terzo nella classifica del Mondiale.
Il lato positivo delle scelte effettuate dal muretto-box della Ferrari è l’aver permesso a Vettel di puntare al podio, e Seb ha acciuffato la terza posizione.
Non è da escludere che la squadra abbia scelto di dare una mano al tedesco che sta attraversando un momento non semplice, sperando che l’iniezione di fiducia possa essere un modo per dimenticare l’errore in Bahrain e guardare al futuro con una maggiore serenità.
Il duello con Verstappen ha riproposto un Vettel aggressivo e consistente, ed in quest’ottica la decisione del team può essere condivisibile. Il rovescio della medaglia è che da Baku in poi non sarà semplice chiedere a Leclerc eventuali altri favori senza mettere in contro possibili tensioni interne.
Una materia che conosce molto bene Toto Wolff, che al termine della gara ha commentato le scelte della Ferrari.
“Sono situazioni complicate – ha spiegato Wolff - credo che una squadra voglia sempre avere la macchina più veloce in grado di andare a caccia degli avversari, e Sebastian oggi ha detto via-radio di essere più veloce (di Leclerc) nelle prime fasi di gara, portando all’ordine di invertire le posizioni. Ma credo che quando si inizia ad operare in questo modo le cose rischino di complicarsi ulteriormente. Di fatto si crea un precedente, che è sempre una bella gatta da pelare, perché poi succede che nelle gare successive chi è dietro apre la radio e dice…“posso andare più veloce”.
"Abbiamo vissuto una situazione simile con Nico e Lewis, e in alcuni casi anche con Lewis e Valtteri. Devo dire che anche oggi abbiamo visto i nostri due piloti spingere molto forte, rischiando di non finire la gara. Non è solo la Ferrari ad avere questi problemi”.
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