Hamilton: "Se il potere superiore non mi vuole campione, l'accetterò”.
Lewis Hamilton non si capacita come mai su 43 motori Mercedes omologati si rompa solo il suo: "So di essere il pilota numero uno per il team, ma vorrei che questi problemi non non accadano di nuovo. Continuerò a lottare, però..."
Foto di: XPB Images
Nelle parole che Lewis Hamilton ha pronunciato dopo essere rientrato a piedi nel paddock di Sepang, c’è chi ha visto molte analogie con Ayrton Senna.
“Sembra che dietro queste giornate ci sia un potere superiore – ha spiegato Lewis guardando in alto- ci si sente come se ci fosse un qualcosa al di sopra che interviene e decide”.
Hamilton ha fatto ricorso a tutto il suo spirito religioso per cercare di arginare una grandissima delusione, una delle più cocenti della sua intera carriera. Lewis ha voluto sottolineare come nessun dito sia puntato, da parte sua, verso una squadra che finora gli ha consentito di vincere due titoli Mondiali.
“Ho la fortuna di poter lavorare con tanti grandi professionisti – ha chiarito Lewis – in una squadra che mi ha permesso di laurearmi due volte campione del Mondo, e di vincere un sacco di gare. Non posso che essere grato a queste persone”.
Ma allo stesso tempo Hamilton ha confermato che questa stagione, a fasi alterne, non riesce a sentirla sua:
“E’ tutto l’anno che ho la sensazione di un qualcosa che mi sfugge dalle mani. Nelle fasi iniziali ci sono stati problemi, poi sembrava tutto raddrizzato ma è tornata la percezione che qualcosa mi stia scivolando tra le dita. Sto rivivendo una sensazione simile a quella che ho vissuto a Barcellona”.
Poi Hamilton ha messo da parte il karma, e ha lasciato spazio al fronte puramente tecnico.
“Ho bisogno di capire perché questi problemi continuano a succedere sulla mia macchina. Ci sono 43 motori e ci sono 8 macchine in pista motorizzate Mercedes, ovvero con il mio stesso motore. Per Mercedes sono il pilota numero uno, e di questo sono sicuro, e vorrei essere sicuro che questi problemi non accadano di nuovo. Ho altri due motori, e vorrei che questo fosse l’ultimo problema dell’anno. Se questo vorrà dire rinunciare a fare una sessione, rinuncerò, ma fatemi sapere quello che posso fare”.
La delusione di Hamilton è stata direttamente proporzionale alla sicurezza di essere già il vincitore del Gran Premio di Malesia. La strada per il titolo Mondiale si fa in salita, ma ovviamente Lewis non mollerà:
“Continuerò a lottare, sicuro. Ma alla fine dell'anno, se il potere superiore non vorrà che sia campione, dovrò accettarlo”.
Ovvero, in caso di vittoria di Nico Rosberg, la sconfitta per Hamilton assumerà un significato più mistico che tecnico. Sarà dura tornare in pista tra pochi giorni a Suzuka?
“Ma no, sono il campione del mondo”.
A stemperare un po’ l’atmosfera nell’hospitality è stato Toto Wolff, quando gli è stato chiesto se il “potere superiore” citato da Hamilton ha per caso a che fare con la Mercedes:
“E’ un po' pericoloso rispondere a questa domanda – ha commentato il manager austriaco sorridendo – ma bisogna anche dire che dopo momenti così frustranti ogni osservazione ed ogni risposta è consentita. Sei in testa ad una gara, sei sul punto di tornare in testa alla classifica di campionato, e senza preavviso il motore esplode. Pochi minuti dopo ti ritrovi davanti ad un microfono, beh, per me ogni risposta è giustificata”.
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