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Gene Haas: "Grosjean ci ha fatto sentire una squadra"

Il team USA al debutto ha colto un imprevisto sesto posto con Grosjean che Haas elogia per come ha saputo gestire le gomme. "Abbiamo indicato un nuovo modo di entrare nei Gp: alla gente non interessa di chi è la proprietà intellettuale del progetto"

Gene Haas, Presidente Haas Automotion festeggia il sesto posto per Romain Grosjean, Haas F1 Team al

Foto di: XPB Images

Gene Haas, Haas Automotion President and Guenther Steiner, Haas F1 Team Principal
Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-16
Romain Grosjean, Haas F1 Team
Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-16
Felipe Massa, Williams FW38 and Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-16
Romain Grosjean, Haas F1 Team VF-16
Esteban Gutierrez, Haas F1 Team VF-16, fuori pista
Esteban Gutierrez, Haas F1 Team VF-16, va fuori pista dopo il contatto con Alonso

“Grosjean ci ha fatto sentire una squadra”. La frase è di Gene Haas, che ha lasciato il paddock di Melbourne con un sorriso molto eloquente dopo l'insperato sesto posto sotto alla prima bandiera a scacchi. C’è stata grande soddisfazione nel team statunitense per gli esiti del Gran Premio d’Australia, e come spiegato da patron Haas, si tratta di un verdetto che supera le aspettative di una stagione che per quanto ben pianificata resta sempre di rodaggio.

“Non credo che una corsa possa essere indicativa sull’andamento complessivo di una stagione – ha commentato l'americano – ma sono sempre più convinto che la squadra sia molto buona. Abbiamo avuto momenti di difficoltà, e ne avremo ancora, però ho avuto modo di vedere che le complicazioni hanno compattato sempre più i componenti del team".

"Tutti remano dalla stessa parte, e questo è un grande vantaggio per il team, non solo per il proprietario ma anche per piloti, tecnici, meccanici, e tutti coloro che ne fanno parte. A Melbourne Grosjean ha compattato tutto questo”.

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Il team Haas non ha avuto il tempo materiale per festeggiare una domenica comunque storica visto che era quella del debutto nel mondiale. Terminato il lavoro in pista, per i componenti della squadra sono rimaste poche ore di sonno e un volo da prender per rientrare in Europa. La stanchezza ha prevalso, ma i motivi per festeggiare c’erano tutti.

“Avevamo l’obiettivo di terminare la corsa – ha rivelato Haas – e nella migliore, ma proprio migliore, delle ipotesi, potevamo sognare un decimo posto, che ci avrebbe portato il nostro primo punto mondiale. Poi la gara ha avuto la sua storia, con una circostanza fortunata (la bandiera rossa) ma anche la capacità di Romain di gestire un set di gomme medie per 39 giri".

"Romain è stato bravissimo, ed è per questo che lo abbiamo voluto con noi. Ha molta esperienza ed è cresciuto nel corso della sua carriera imparando proprio dai suoi errori. Parliamo di un grande pilota, che sfortunatamente non ha mai vinto un Gran Premio in Formula 1, ma proveremo quanto prima a risolvere questo problema”.

L’exploit della Haas non è solo una buona notizia per la squadra statunitense. Dimostra che se un imprenditore privato è in grado di disporre dei giusti supporti finanziari, e ha la capacità di pianificare al meglio le scelte, essere nella top-10 di Formula 1 è ancora possibile.

“Non so dire se possiamo essere un esempio per altri progetti – ha concluso Haas – ma quello che abbiamo fatto è abbastanza chiaro. Oggi è possibile siglare un contratto per avere una buona power unit, così come allargare gli accordi per altri componenti della vettura come il retrotreno".

"L’obiettivo è riuscire ad avere un pacchetto tecnico per giocarsela, anche se non tutto è realizzato direttamente da noi. Quello che conta è essere competitivi, non credo che i tifosi siano interessati alla proprietà intellettuale dei progetti”.

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