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Ferrari: non è ancora il momento di fare festa?

La Ferrari chiude i test invernali di Barcellona con Raikkonen davanti a Vettel e le due W08 più staccate indietro. La SF70H ha confermato il potenziale visto al debutto, ma Mercedes e Red Bull non vanno sottovalutate, ma cresce la fiducia...

Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H

Foto di: LAT Images

Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H behind the screens in the pits
La famiglia di Kimi Raikkonen
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H, leads Fernando Alonso, McLaren MCL32
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H
Maurizio Arrivabene, Ferrari Team Principal
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H
Ferrari SF70H, dettaglio del monkey seat
Mattia Binotto, Ferrari Chief Technical Officer
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H
Kimi Raikkonen, Ferrari SF70H

L’anno scorso non se lo sarebbe sognato nessuno della Scuderia Ferrari di festeggiare il miglior tempo alla conclusione dei test invernali a Barcellona. Gli uomini del Cavallino sapevano perfettamente che al di là del tempo che era venuto fuori in condizione da qualifica (Vettel in 1’22”852) la Rossa avrebbe dovuto chinare il capo di fronte alla W07 Hybrid che poi ha letteralmente dominato il mondiale, mentre la SF16-H non ha nemmeno vinto un GP.

Ora a distanza di dodici mesi la musica è cambiata un bel po’, anche se il contorno sembra rimasto lo stesso: Kimi Raikkonen svetta con la SF70H arrivando con le Supersoft a 1’18”634, un tempo che è di 4”218 più veloce delle monoposto 2016, dimostrando che chi voleva macchine con gomme larghe e più down force non si sbagliava quando sosteneva che si sarebbero tolti cinque secondi al giro!

La Ferrari non ha cercato il tempone sperando che la Mercedes continuasse a nascondersi, come era accaduto nel 2016. La SF70H ha confermato all’ottavo giorno di test quello che in modo piuttosto chiaro si era già visto al primo: la macchina fatta sulle direttive iniziali di James Allison dalla cooperativa di Mattia Binotto è nata bene e cresciuta meglio.

Il saluto a Nicola come una... vittoria

E siccome il presidente, l’unico che ha diritto di parola, ha imposto un’inspiegabile regola del silenzio, la squadra ha trovato una scusa valida, validissima, per fare festa: salutare Nicola Calore, meccanico di lungo corso che lascia il team dopo anni di fedeltà al Cavallino.

Ma l’occasione è stata troppo grande per liberare a saracinesche chiuse il proprio entusiasmo con canti e cori dedicati al collega, mentre le altre squadre smontavano i box: il team Ferrari ha battuto un colpo in pista e ha fatto altrettanto nel paddock, quasi a voler dare un segnale che quest’anno i conti bisognerà farli anche con il Cavallino rampante.

Nei prossimi giorni ci sentiremo ripetere la solita litania che i test non contano, che i veri valori si vedranno solo in Australia, ma chi ha respirato l’aria di Barcellona ha capito che c’è qualcosa di nuovo in arrivo. La Rossa sembra degna di sfidare la freccia d’argento.

Allora non è una questione di passo

La macchina con il passo corto le ha suonate a quella con l’interasse più lungo. La monoposto con la sospensione più tradizionale è sembrata quella che consuma di meno e meglio le nuove gomme larghe rispetto a chi adotta sospensioni idrauliche che ormai simulano quelle attive. La Rossa con il motore 062 che fino a qualche settimana fa si sbriciolava al banco prova ha chiuso la “temporada catalana” con una sola unità, mentre sulla W08 al penultimo giorno è stato montato la power unit step 2, in configurazione Melbourne.

E deve far riflettere anche il fatto che Kimi Raikkonen si senta a suo agio con la SF70H, tanto se non più di Sebastian Vettel che il suo tempo ieri lo ha ottenuto con le gomme Ultrasoft: il tedesco non ha mai chiuso un giro al limite, preferendo alleggerire il gas nel terzo tratto di pista, per mescolare le carte. Ma di solito una macchina che piace a Kimi non si adatta a Sebastian e viceversa. Questa Rossa, pare vada bene a entrambi…

SF70H: velocità e robustezza

La Ferrari non ha avuto che piccole magagne (oggi Kimi si è girato in testacoda durante la simulazione di GP per un problema elettrico poi risolto): la meccanica ha stupito per la robustezza, visto che anche il cambio (tallone d’Achille nel 2016) non ha mostrato debolezze. La Rossa, insomma, pare abbia interpretato le nuove regole nel modo giusto, ma di qui a dire ai tifosi ferrarista che la stagione 2017 sarà una passeggiata ce ne passa.

Anche se Lauda e Hamilton vedono la Ferrari favorita, è giusto ritenere che la squadra di Brackley abbia un potenziale maggiore di quello che si è visto. La W08 è una monoposto “puzzle” dove tutto deve funzionare a dovere: la sensazione è che sia ancora “acerba”, accompagnata da piccoli guai che ne hanno rallentato la crescita. Non tutte le novità che sono state portate al Montmelò hanno soddisfatto, segno che la panzer divisionen può anche commettere degli errori. Ma non diamo la freccia d’argento per battuta, sarebbe un grave errore di presunzione.

La Mercedes? Un puzzle da completare

Il “gregario” Valtteri Bottas si è inserito bene nel sistema Mercedes: ha concluso davanti al capitano Hamilton senza commettere grandi errori, mentre Lewis è parso più attento a selezionare le varie soluzioni che gli ingegneri di Aldo Costa gli hanno fatto provare. E a Brackley hanno lavorato sodo sulla partenza: hanno provato diverse soluzioni di volante computer con varie impugnature del paddle, per cercare di riprodurre con nuove idee ciò che le regole vietano: trovare il punto di stacco della frizione.

Non solo ma hanno evoluto l’innovativa sospensione anteriore disassata che offre vantaggi aerodinamici e consente importanti recupero di camber: la sua messa a punto è complicata così come il sistema idraulico del terzo elemento che dovrebbe servire a controllare l’altezza.

Red Bull prepara la sorpresa

La W08 è un laboratorio in continua evoluzione: aspettiamoci altri importanti cambiamenti a Melbourne. Così come ci dobbiamo attendere un colpo di teatro dalla Red Bull: per ora la RB13 è stata azzoppata da un motore Tag Heuer (Renault) che rivela problemi di affidabilità non risolti, ma Adrian Newey, che ha contributo a scrivere queste regole, si riserva di estrarre il coniglio dal cilindro. Perché vedere Max Verstappen dietro alla Williams del richiamato Felipe Massa la dice lunga sul fatto che c’è qualche conto che non torna…

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