Ferrari: Mattia Binotto non si tocca, la Rossa quasi certamente sì
L'amministratore delegato Louis Camilleri ha rinnovato la piena fiducia nel team principal. Dopo la grande delusione spagnola la squadra del Cavallino resta unita nelle difficoltà: a seguito di due giorni di test a Montmelò si vareranno le modifiche sulla SF90 per cercare un rilancio.
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
Cominciamo dall’inizio, tanto per fare un po’ di chiarezza: Mattia Binotto non si tocca. È un punto fermo e imprescindibile della Ferrari. Il team principal si trova a lottare con l’avversario più forte di sempre. E il suo bilancio è disastroso, viste le premesse: la Mercedes ha messo in fila cinque doppiette. La squadra di Brackley che in passato qualche errore, specie di gestione della gara, lo commetteva, ora non sbaglia più.
Lo stesso si può dire per Max Verstappen, il “cecchino” della Red Bull che non sbaglia un colpo portando a casa il massimo risultato da un anno. È la squadra del Cavallino a essere in crisi profonda, di risultati e non solo. In altre epoche ci sarebbe stato chi avrebbe evocato epurazioni, cambiamenti e rivoluzioni.
Non è il caso, magari si dovrà rimettere mano a una macchina che sembra plafonata, incapace di crescere al passo della freccia d’argento e della Red Bull. A mettere un freno a tutte le voci è Louis Camilleri, amministratore delegato del Cavallino, che ha visto con i suoi occhi il disastro di Barcellona…
“Niente panico – ha detto alla Gazzetta dello Sport– è compito mio evitare che si propaghi, questo è il momento di serrare le fila. Binotto ha tutto il mio appoggio, sono sicuro che troverà una soluzione. Ora abbiamo due giorni di test importanti e abbiamo fiducia di poter trarne beneficio rapidamente. Però, non ho la sfera di cristallo, non posso dire quando troveremo una soluzione”.
Binotto è il punto fermo intorno al quale gira questa Ferrari. E il reggiano svizzero di nascita, sa di non essere soddisfatto del lavoro svolto dal suo alter ego, che poi è il direttore tecnico della Scuderia. In cuor suo forse sperava che l’aggiornamento aerodinamico e del motore evo introdotto a Barcellona avrebbe permesso alla SF90 di fare un salto di qualità importante, tale da sfidare le Mercedes.
Così non è stato. E Mattia ha ammesso che è stata avviata un’indagine per arrivare al nocciolo della questione: la SF90 potrebbe essere una monoposto difficile da far funzionare, già plafonata, con qualche concetto di base sbagliato.
"Stiamo perdendo molto in ogni curva, non solo nell'ultimo settore di Barcellona. C'è troppo sottosterzo: manca solo un carico aerodinamico o c’è qualcosa di più che non va? Abbiamo davvero bisogno di analizzare e capire la situazione”.
"Qualsiasi conclusione si tratta oggi, sarebbe una conclusione sbagliata. Ci vorranno alcuni giorni per avere un'analisi corretta: è una questione di bilanciamento, di downforce, o forse di concetto di monoposto?”.
Il sottosterzo che non permette ai piloti di andare in corda nelle curve lente è un male endemico. C’è chi accusa l’innovativa ala anteriore che, per spostare i flussi all’esterno delle ruote davanti, avrebbe rinunciato al carico che potrebbe essere generato da un’ala più tradizionale.
Può essere, peccato che tutti, Mercedes compresa si stiano convertendo all’out wash dei vortici. E, allora, probabilmente bisognerà guardare altrove. Magari a quella sospensione anteriore che è sostanzialmente la stessa negli ultimi due anni.
L’esigenza di sfruttare il potenziale delle nuove gomme Pirelli ha spinto la Mercedes a estremizzare l’anteriore della W10: il muso è una miniatura capace di superare il crash test frontale regalando una buona efficienza, ma è la sospensione anteriore il vero gioiello con ben due pivot (uno per disassare il triangolo superiore da quello inferiore e l’altro per spostare il puntone del push rod per far “scendere” la macchina in curva all’aumentare dell’angolo di sterzo).
La Red Bull è andata oltre lanciando in autunno (quindi molto tardi) il progetto dello schema multi-link. Una soluzione che necessitava di messa a punto e che comincia a dare i suoi risultati.
I due giorni di test collettivi di domani e mercoledì proprio a Montmelò dovranno sciogliere il dubbio se la Ferrari vista nel GP di Spagna è stata viziata nel rendimento da una messa a punto che è andata peggiorando nel weekend o se sarà necessario mettere mano al progetto varando Rossa più evoluta nell’anteriore. E questo sarebbe un disastro…
"Non penso che sia un disastro quando si sta migliorando come squadra – ha ammesso Binotto - e, come spesso dico, siamo una squadra giovane in piena fase di apprendimento”.
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