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F1 | Disastro Mercedes: Hamilton, l'esperimento è fallito

Il "cerchio magico" che gravita intorno a Lewis ha cercato una messa a punto estrema, per non rassegnarsi che la W13 sia una macchina sostanzialmente sbagliata e l'inglese è addirittura rimasto fuori dalla Q2 con il 16esimo tempo. L'idea è di farlo partire dalla pit lane per riportare il setup a quello di Russell che si è conquistato la settima piazza in griglia. Nel team di Brackley sembra che si vada avanti per tentativi, senza un vero piano.

Meccanica con l'auto di Lewis Hamilton, Mercedes W13

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

Una delle maggiori qualità che hanno permesso alla Mercedes di conquistare quindici titoli mondiali in otto anni è stata la capacità di osare. Lewis Hamilton ha sottolineato molte volte questo aspetto, esaltando l’attitudine del suo gruppo di lavoro a mettersi in gioco ed accettare nuove sfide. La squadra di Brackley è però sempre partita da una buona base, che in più occasioni ha saputo migliorare, assecondando anche le volontà di Hamilton.

Lewis Hamilton, Mercedes

Lewis Hamilton, Mercedes

Photo by: Steve Etherington / Motorsport Images

Il ‘cerchio magico’ di Lewis è sempre lo stesso, anche in questo avvio di stagione 2022, ma ad essere cambiata è la base di partenza, le fondamenta su cui provare a osare.

Il progetto W13 non si è confermato all’altezza dei precedenti, costringendo il team Mercedes a non poter più puntare (almeno per ora) a quelli che erano gli obiettivi abituali, ovvero pole position e vittorie. È stato uno shock per la squadra campione del mondo, soprattutto per i tecnici che operano in pista da anni, un gruppo abituato a lottare per le primissime posizioni.

Volante della Mercedes W13

Volante della Mercedes W13

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Il weekend di Sakhir ha disegnato delle gerarchie che per ora sono abbastanza solide, con Ferrari e Red Bull davanti a tutti e Mercedes nell’inedito ruolo di terza forza, separata dalle due squadre di vertice da un margine che non è realisticamente colmabile in tempi brevi. A dirlo sono i numeri, ma da quanto visto ieri a Jeddah le cifre non sono ancora state metabolizzate sia da Hamilton che dai suoi tecnici.

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L’esito shock della qualifica saudita è andato oltre, superando (in negativo) ogni previsione, anche la più pessimistica. Un conto è confermarsi terza forza, altro è non riuscire a passare il taglio della Q1 al termine di una sessione per Lewis senza imprevisti particolari se non quello di avere tra le mani una delle monoposto peggiori in pista.

Nell’ultimo turno di prove libere Hamilton si era confermato in undicesima posizione, con due decimi di vantaggio di George Russell, ma nulla poteva far prevedere il disastroso esito della qualifica serale.

George Russell, Mercedes-AMG, viene intervistato dopo le qualifiche

George Russell, Mercedes-AMG, viene intervistato dopo le qualifiche

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

Prima delle qualifiche i tecnici di Russell hanno operato sulla vettura seguendo uno schema di lavoro ordinario, consci degli obiettivi (la terza fila) da dover inseguire. Una prospettiva poco allettante nell’altra parte del box, dove l’incapacità di accettare una situazione nel complesso poco positiva ha spinto Hamilton ad osare oltre il possibile.

Toto Wolff, Team Principal e CEO, Mercedes AMG

Toto Wolff, Team Principal e CEO, Mercedes AMG

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

La W13 del sette volte campione del mondo è stata assettata in modo molto aggressivo, con i risultati visti poco dopo: una débâcle che Lewis non aveva più vissuto dal 2009.

“Sono state provate delle regolazioni sperimentali – ha spiegato Toto Wolff parlando dei motivi che hanno determinato la disastrosa qualifica di Lewis – ed il risultato è stato una macchina inguidabile. La scelta è stata troppo audace, anche se si è trattato di un tentativo ulteriore per cercare di identificare il punto debole della monoposto”.

Una potenziale quinta posizione, che sarebbe stata realisticamente alla portata di Hamilton, è così diventata una sedicesima piazza che ha un sapore ben diverso, come diversi saranno gli obiettivi a cui Lewis potrà ambire oggi in gara.

Lewis Hamilton, Mercedes W13

Lewis Hamilton, Mercedes W13

Photo by: Motorsport Images

A Sakhir la strategia Mercedes era sembrata molto chiara. In attesa di tempi migliori (ovvero gli aggiramenti per la W13 che arriveranno tra Imola e Barcellona) il team campione del mondo è stato capace di farsi trovare pronto a cogliere le opportunità offerte dall’harakiri Red Bull, lasciando il Bahrain con il podio di Hamilton ed un bottino complessivo di 27 punti.

Sei giorni dopo a Jeddah Lewis ed il suo gruppo di lavoro hanno voluto osare di più, un approccio ammirevole sotto alcuni punti di vista, ma contro la logica in termini di puri valori tecnici.

Neanche il più miracoloso degli assetti avrebbe potuto consentire ad Hamilton di andare oltre la quinta posizione, visti i sette decimi che hanno separato Russell (sesto) da Verstappen (quarto), e la sfida impossibile ha presentato un prezzo da pagare.

Scattare dalla terza fila avrebbe comunque consentito a Lewis di sperare in qualcosa in più considerando le insidie e le variabili che caratterizzando la gara di Jeddah, tutt’altra cosa è invece prendere il via dalla sedicesima posizione.

Lewis Hamilton, potrebbe partire dalla pit lane per il GP dell'Arabia Saudita

Lewis Hamilton, potrebbe partire dalla pit lane per il GP dell'Arabia Saudita

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

C’è infine un altro scenario tutt’altro che improbabile (nella serata di ieri è stato considerato attendibile nel paddock di Jeddah) ed è quello della partenza dalla pit-lane.

Una possibilità legata ad un eventuale cambio di setup per affrontare con più certezze i 50 giri programma, che appare tutt’altro che improbabile viste le difficoltà incontrate ieri da Hamilton in qualifica.

Un passo indietro che riporterebbe Lewis e i suoi tecnici nella realtà, ovvero quella di una Mercedes costretta ad affrontare la prima fase del mondiale 2022 nel ruolo di terza forza. Non prenderne atto sarebbe un ulteriore errore che si aggiungerebbe ad una situazione già difficile.

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