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Formula E: la redenzione di Vergne e Vandoorne a Roma

Nel weekend dell'E-Prix di Roma il pilota della DS Techeetah ed il belga della Mercedes sono riusciti a conquistare due vittorie dopo due incidente che avrebbero potuto gettare tutto al vento. Scopriamo come è stato possibile.

Stoffel Vandoorne, Mercedes Benz EQ, EQ Silver Arrow 02

Stoffel Vandoorne, Mercedes Benz EQ, EQ Silver Arrow 02

Andrew Ferraro / Motorsport Images

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Il reparto ricambi della Spark Racing Technology, costruttore dei telai di Formula E, ha fatto affari d’oro a Roma. Una coda costante di meccanici ha fatto a turno per ricevere una varietà di pezzi di ricambio in fibra di carbonio, mentre le parti originali erano sparse per il circuito della capitale.

Tra i meccanici che a turno aspettavano in fila c'erano quelli di DS Techeetah e Mercedes, costretti a riparare i danni causati da una linea di partenza mal posizionata e da un tombino allentato. I loro sforzi, però, sarebbero stati ricompensati. Jean-Eric Vergne è riuscito a centrare una vittoria improbabile il sabato, mentre il giorno dopo Stoffel Vandoorne ha conquistato la sua seconda vittoria in campionato ripagando così il team per l’enorme sforzo compiuto il giorno prima per ricostruire la sua Mercedes.

Per il secondo round di seguito le libere sono state rovinate da un enorme incidente mentre i piloti provavano la loro procedura di partenza. L'ultima volta in Arabia Saudita, Edoardo Mortara è andato dritto contro le barriere TecPro quando un guasto ai freni ha colpito la sua Venturi Racing. Nella capitale italiana, lo scorso fine settimana, i piloti sono stati risparmiati da un simile viaggio in ospedale per controlli precauzionali, ma gli eventi non sono stati meno allarmanti. L’esperto Oliver Turvey ha "completamente dimenticato" l'usanza per i piloti di effettuare le prove di partenza dopo la fine della sessione e in assenza di bandiere gialle ha imboccato la curva 6 per poi schiantarsi contro le auto di Vergne e di Jake Dennis.

Jean-Eric Vergne, DS Techeetah, DS E-Tense FE21

Jean-Eric Vergne, DS Techeetah, DS E-Tense FE21

Photo by: Sam Bagnall / Motorsport Images

Per Vergne, che è uscito illeso nonostante inizialmente apparisse dolorante al collo, l'incidente non è stato una sorpresa: "Sapevamo fin dall'inizio che ci sarebbe stato un incidente... era inevitabile quando hai 24 macchine in una curva che non è nemmeno larga sei o sette metri".

Con DS Techeetah che ha fatto debuttare la nuova E-Tense FE21 a Roma, il primo evento dopo la finestra di omologazione del 5 aprile, i meccanici hanno dovuto effettuare un secondo cambio di powertrain in altrettanti giorni. Il team principal Mark Preston ha spiegato: "I ragazzi hanno dovuto fare quello che hanno fatto la sera prima: cambiare l'intero retrotreno. Ma in caso di incidente devi prestare maggiore attenzione perché ci sono altre cose che potrebbero essere state danneggiate come la carrozzeria e i radiatori".

L'auto è stata riparata in soli 100 minuti, ma Vergne non è riuscito a tornare in pista nelle Libere 2 a causa di un problema al cordolo in curva 12 che ha costretto gli organizzatori a cancellare il turno dopo appena 10 minuti.

Nonostante l’impossibilità di raccogliere ulteriori dati, Vergne è riuscito ad entrare nel gruppo della superpole per ottenere il terzo tempo alle spalle del poleman Vandoorne e di Lotterer. Il pilota della Porsche, subito dopo il via, ha però tentato una manovra azzardata in curva 7 andando a scontrarsi con la Mercedes del belga. Risultato? Lotterer in fondo al gruppo e Vandoorne tredicesimo.

Questo caos ha consentito ad Oliver Rowland di prendere il comando, ma il pilota inglese è stato penalizzato per aver utilizzato più energia del consentito ed ha consegnato la prima posizione a Lucas di Grassi.

Vergne ha gestito bene i due attack mode per superare il brasiliano e successivamente ha lasciato via libera nuovamente a un di Grassi in gestione di energia fiducioso che i sei giri rimanenti sarebbero stati sufficienti per tornare al comando e conquistare la vittoria. Vergne non aveva però previsto che un guasto meccanico, ancora da diagnosticare da Audi, avrebbe costretto il brasiliano a rallentare in curva 6 per poi alzare bandiera bianca.

Il rallentamento del pilota Audi ha però scatenato un pandemonio alle sue spalle. Vandoorne, per evitare di Grassi, si è spostato di traiettoria prendendo un tombino rialzato e finendo per schiantarsi contro le barriere di protezione, mentre de Vries ha baciato il muretto con l’anteriore destra. La safety car è dovuta intervenire in pista facendo così transitare il gruppo sotto la bandiera a scacchi.

Vergne è riuscito così a cogliere la sua decima vittoria, un risultato che non si sarebbe mai immaginato soltanto poche ore prima quando la sua vettura era in mille pezzi.

"Tutto sarebbe potuto andare molto male alla fine della FP1 quando sono stato coinvolto in quell’incidente. Quando ero fermo Turvey è arrivato a gran velocità e ha distrutto la mia macchina. In gara si trattava di restare fuori dai guai. Quelle condizioni erano molto, molto difficili".

Il vincitore della gara Jean-Eric Vergne, DS Techeetah sul podio

Il vincitore della gara Jean-Eric Vergne, DS Techeetah sul podio

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

Mentre il team DS Techeetah celebrava il successo, in casa Mercedes iniziava una corsa contro il tempo per ricostruire le due monoposto danneggiate. I meccanici hanno usufruito di una deroga speciale per lavorare fino alla mezzanotte di sabato e completare il mastodontico lavoro prima che entrasse in vigore il parco chiuso.

Lo sforzo è stato "enorme", ha dichiarato il team principal Ian James. "Abbiamo cambiato i power train su entrambe le vetture come misura precauzionale. C'era una discreta quantità di danni al telaio di Stoffel a livello di sospensioni e carrozzeria. La McLaren aveva anche richiesto di sostituire la batteria. Tutto questo ha richiesto del tempo. Abbiamo goduto di un'estensione del coprifuoco".

La persistente pioggerellina leggera alla domenica ha aperto i pori oleosi delle nuove chiazze di asfalto per creare una superficie di pista infida nelle qualifiche di Gara 2. Nick Cassidy ha padroneggiato queste condizioni di bagnato-asciutto per conquistare una pole brillante davanti a Norman Nato, ma ancora una volta quel vantaggio non sarebbe stato mantenuto fino alla fine del giro di apertura della seconda corsa del weekend.

Dopo che la safety car è tornata ai box, Cassidy è arrivato in curva 7 bloccando il posteriore per un sospetto problema al software e si è girato scivolando al decimo posto. La giornata per il pilota della Virgin è poi peggiorata quando Rowland l’ha costretto a muro in un tentativo di sorpasso.

Dopo un breve passaggio al comando di Nato, è salito in testa Wehrlein ma le speranze di successo per il pilota della Porsche sono svanite rapidamente quando di Grassi è stato colpito da Buemi andandosi a schiantare a muro e la direzione gara ha decretato la full-course yellow. Vandoorne ha così approfittato del caos per portarsi al comando e tenere a distanza un Alexander Sims bravo a beffare Wehrlein alla ripartenza.

Un’ultima safety car è entrata in pista dopo che Rene Rast ha concluso nel peggiore dei modi la giornata Audi quando un problema alla sospensione posteriore destra l’ha spedito a muro.

Vandoorne ha tenuto a bada il gruppo alla ripartenza ed ha tagliato il traguardo con soli 6 decimi di vantaggio definendo poi questo successo come una redenzione.

Stoffel Vandoorne, Mercedes-Benz EQ, EQ Silver Arrow 02

Stoffel Vandoorne, Mercedes-Benz EQ, EQ Silver Arrow 02

Photo by: Alastair Staley / Motorsport Images

"Ieri è stata una giornata piuttosto emozionante per noi", ha commentato. "In gara però ho capito che avevo il ritmo per andare a vincere. Siamo stati veloci quando contava. Ieri la macchina era molto danneggiata e i ragazzi hanno avuto una giornata di lavoro difficile per preparare tutto per oggi. Ma la macchina era di nuovo perfetta".

Considerando anche la passata stagione, la Mercedes ha così ottenuto un successo in ciascuno degli ultimi tre circuiti che ha visitato la Formula E.

In vista della gara di Roma, James aveva affermato come il team non avesse più la scusa della stagione da debuttante in caso di mancato successo, ma secondo Motorsport.com una spiegazione plausibile sarebbe stata possibile. A causa della pandemia, infatti, la serie non aveva più corso nei centri cittadini ma era stata costretta a concludere la stagione sul tracciato realizzato nell’aeroporto di Berlino.

Differenti tipologie di asfalto, strisce pedonali, avvallamenti e crepe erano tutti ostacoli presenti nel “menù” dell’E-Prix di Roma. La Mercedes avrebbe potuto utilizzare questo fattore come scusa per una mancato successo, ma le cose sono andate diversamente per la Casa di Stoccarda.

Ian James ha dichiarato: “Una volta che corri e vinci su vero circuito cittadino dovresti avere fiducia. Abbiamo dimostrato di avere un pacchetto competitivo non solo sulle piste tradizionali ma anche sui cittadini. Speriamo di avere lo stesso stato di forma in tutte le prossime gare”.

La fiducia che ha espresso Ian James è un qualcosa che Toto Wolff, presente a Roma, conosce bene in Formula 1 e dovrebbe essere di buon auspicio per la Mercedes in vista del prossimo doppio appuntamento che si disputerà sul tracciato Ricardo Tormo di Valencia.

Nonostante la continua minaccia della pandemia, poche squadre hanno ammesso di aver preparato programmi specifici su circuiti permanenti quando si sono svolti i test pre-stagionali proprio sul circuito di spagnolo. Se ciò dovesse essere vero i team avrebbero peccato di mancanza di lungimiranza dato che il Ricardo Tormo era stato inserito come “back-up” in caso di necessità.

Il circuito di Valencia offre adesso una nuova sfida essendo la prima pista permanente ad ospitare la serie elettrica. Se Mercedes dovesse vincere anche in Spagna sarebbe la conferma della supremazia della Casa tedesca nel motorsport.

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