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Retroscena Mercedes: il passo lento di Lewis nel primo stint era studiato

James Vowles, responsabile delle strategie Mercedes, ha spiegato che Hamilton ha volutamente mantenuto un ritmo di tre secondi più alto del dovuto per difendersi da un possibile undercut di Vettel con la ultrasoft. E solo a fine stint ha espresso il vero potenziale della W09.

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+, precede Sebastian Vettel, Ferrari SF71H

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+, precede Sebastian Vettel, Ferrari SF71H

Steve Etherington / Motorsport Images

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+, lascia il box dopo un pit stop
James Vowles, Chief Strategist, Mercedes AMG F1, Ril vincitore della gara Lewis Hamilton, Mercedes A
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+
Il vincitore della gara Lewis Hamilton, Mercedes-AMG F1 W09, festeggia nel parco chiuso
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, 1° classificato, festeggia sul podio
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+, 1° classificato, sotto al podio

A quattro giorni dal termine del Gran Premio di Singapore, è emerso un curioso retroscena sul Gran Premio di Marina Bay, rivelato dal responsabile delle strategie Mercedes, James Vowles. Dopo il periodo iniziale di Safety-Car, la gara ha preso il via ad un ritmo molto blando, dettato da Lewis Hamilton.

Il campione del Mondo è arrivato fino al giro 11 girando sul ritmo del minuto e quarantasette secondi, circa tre secondi in più rispetto al potenziale velocistico che gli avrebbe consentito la monoposto. È sembrata una strategia mirata alla gestione degli pneumatici hypersoft con cui hanno preso il via i primi dieci piloti sullo schieramento, ma c’è stato un altro aspetto dietro l’andatura ‘turistica’ di Hamilton.

“Il primo stint è stato determinante per la conquista della vittoria – ha confermato Vowles – Lewis ha guidato alla perfezione, gestendo bene le gomme e girando su tempi che non hanno consentito a chi lo seguiva (Vettel) di potersi fermare senza finire nel traffico. Ci siamo così protetti dalla possibilità di subire un undercut, perché fino al giro 12 chi era alle nostre spalle non aveva la ‘Pit Window’ aperta per tornare in pista dopo il pit-stop a pista libera. Abbiamo calcolato i margini, e dal giro 13 Lewis ha iniziato a spingere”.

Il limite delle hypersoft stava per essere raggiunto, e Lewis a quel punto ha abbassato i tempi girando sul minuto e quarantaquattro a partire dal 13esimo giro.

Vettel si è fermato la tornata successiva, ma è rientrato in pista alle spalle di Sergio Perez (come calcolato da Mercedes) perdendo il tempo che è costato al ferrarista la seconda posizione a favore di Verstappen.
“A quel punto Lewis aveva ancora margine sulla gomma – ha proseguito Vowles – e nel giro di rientro prima del pit-stop ha ottenuto dei parziali record, che ci hanno protetto ampiamente da Vettel, che si è ritrovato staccato di cinque secondi, dietro anche a Verstappen”.

Se Hamilton avesse spinto di più nei giri iniziali, avrebbe consentito alla Ferrari di poter spingere a pista libera dopo il pit-stop, e con l’incognita legata alla scelta della mescola più morbida montata dalla Vettel, Hamilton avrebbe teoricamente corso il rischio di subire l’undercut.

La strategia Mercedes si è protetta il più possibile su tutti i fronti, confermando un ottimo lavoro che ha permesso a Hamilton di mettersi al riparo da undercut e overcut sfruttando le meglio le caratteristiche del tracciato cittadino di Singapore.

 

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