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Renault: promossa l'affidabilità e il packaging della power unit 2018

A Viry Chatillon hanno risolto i guai legati alla durata del motore che al banco ha già superato la simulazione dei 7 GP. Ora i tecnici transalpini potranno adottare strategie elettroniche che l'anno scorso erano impensabili. Siamo a una svolta?

Red Bull Racing RB13 rear detail

Red Bull Racing RB13 rear detail

Giorgio Piola

Regolamento Power Unit
Cyril Abiteboul, Managing Director, Renault Sport F1 Team, Helmut Markko, Consultant, Red Bull Racing, Christian Horner, Team Principal, Red Bull Racing
Max Verstappen, Red Bull Racing RB13
Max Verstappen, Red Bull Racing
Il cappello del vincitore Max Verstappen, Red Bull Racing
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing Max Verstappen, Red Bull Racing
Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB13, ritirato dalla gara
Carlos Sainz Jr., Renault Sport F1 Team RS17
Nico Hulkenberg, Renault Sport F1 Team RS17, scintille
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL32
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL32

Daniel Ricciardo ha inserito la Red Bull fra le monoposto che lotteranno per la vittoria, inserendosi fra Mercedes e Ferrari. In attesa di vedere la RB14 che verrà presentata via web lunedì 19 febbraio, si moltiplicano le voci secondo le quali Adrian Newey starebbe sfornando la sua migliore macchina dell’era ibrida.

A Milton Keynes avrebbero visto dei dati di galleria del vento che, una volta tanto, dovrebbero rendere la Red Bull competitiva da inizio stagione. Ricordiamo che l’anno scorso la RB13, nata male, era stata rivista e corretta dal “genio” inglese prima dell’estate e solo dai test che hanno fatto seguito al GP d’Ungheria è stata forse la F.1 che più cresciuta nella seconda parte della stagione.

Helmut Marko auspica la RB14 possa esprimere il suo vero potenziale già dalla prima sessione di test invernali a Barcellona, lasciando intendere che l’affidabilità non sarà certo un problema.

L’ottimismo dei “bibitari” è giustificato, perché anche a Viry Chatillon si respira un’aria molto positiva. I motoristi della Renault, infatti, magari non hanno raggiunto il target di potenza che si erano dati come obiettivo con la power unit 2018, ma hanno già raggiunto l’affidabilità richiesta da un campionato che impone ai motori una vita di 7 GP, potendo ogni pilota di disporre di soli 3 propulsori per tutta la stagione.

Va detto che nelle aspettative c’era l’ambizione di proporre un 6 cilindri turbo sensibilmente più potente, nonostante debba durare molto più della power unit 2017 che l’anno scorso aveva conquistato tre successi due con Max Verstappen e uno con Daniel Ricciardo.

E, comunque, le simulazioni sui banchi di durata stanno dando risultati lusinghieri che alimentano una certa attesa per l’annata che va a cominciare. Ci sono tre valide ragioni ad alimentare qualche timido sorriso: Red Bull Racing, Renault e McLaren potranno iniziare i collaudi invernali senza l’assillo delle continue rotture, per cui i tre team dovrebbero riuscire a iniziare il lavoro di sviluppo sulle monoposto, non temendo di trascorrere delle ore inoperativi ai box.

La power unit 2018 è stata completamente riprogettata non solo per durare i 7 GP, ma anche per assicurare una messa in macchina molto più razionale che ha permesso un packaging fra motore e telaio utile a ridurre il peso (ci sono meno cavi elettrici, condotti e tubi che girano nel retrotreno) e a migliorare, quindi, la fluidodinamica interna e più in generale l’aerodinamica, consentendo ai progettisti delle monoposto di avere un retrotreno più filante e con una minore resistenza all’avanzamento.

L’aver trovato il “bandolo della matassa” sulla meccanica della power unit dovrebbe permettere ai tecnici transalpini di iniziare ad osare qualcosa di più sulle strategie elettroniche, ritrovando, magari, quei cavalli che ancora non si sono visti al banco, perché sono venute meno le questioni di sicurezza.

Dopo Mercedes e Ferrari che hanno fatto sapere di aver già raggiunto la vita dei 7 GP con le loro power unit 2018, tocca ai francesi della Renault a unirsi al gruppo di testa: se così fosse ci potremmo aspettare un Campionato che non sarà condizionato dalle penalità di motore e la differenza la potrebbero fare solo le prestazioni. Sarebbe un salto in avanti clamoroso, dopo annate trascorse a contare le posizioni perse nella griglia di partenza.

La Renault affronta la quinta annata dell’era ibrida n F.1 con un pacchetto affidabile e consistente. Sarà interessante scoprire come potrebbero cambiare le gerarchie e in quale ordine si inseriranno nel mondiale Costruttori le tre squadre fornite da Viry Chatillon.

Se la Red Bull ambisce a infilarsi fra frecce d’argento e Rosse, dove si collocheranno Renault e McLaren?

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