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Mercedes ha tutti i numeri da mondiale, ma il Canada può essere spartiacque

La Mercedes non è mai stata così forte: la supremazia di Hamilton e Bottas è tale da non lasciare troppe speranze agli avversari, anche se la Ferrari conta di dare una svolta alla stagione in Canada su una pista favorevole alla SF90. Ma sulla W10 arriva un motore nuovo da 1.020 cv.

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10

Foto di: Steve Etherington / Motorsport Images

I numeri delle prime sei gare del Mondiale 2019 disegnano un presente che ricorda molto un recente passato. Mai la Mercedes aveva marchiato a fuoco l’avvio del Mondiale in modo così perentorio come in questa stagione, neanche all’avvio dell’era ibrida, iniziata con una supremazia totale del tandem Hamilton-Rosberg.

Nell’ultimo biennio la Ferrari era stata in grado di ridurre molto il gap che l’aveva separata dalla Mercedes da quando era terminata l’era dei V8 aspirati, e i test pre-campionato dello scorso febbraio avevano fatto prevedere un mondiale aperto: una previsione rivelatasi totalmente priva di fondamento, almeno considerando i verdetti arrivati finora.

 

2019

2018

2017

2016

2015

2014

Mercedes

257

178

179

188

242

240

Ferrari

139

156

196

121

158

78

Red Bull

110

107

97

112

52

99

La Mercedes si è confermata nei primi sei Gran Premi del 2019 la squadra di riferimento in tutto: performance, affidabilità, rendimento dei piloti e strategie. Un pacchetto micidiale, che gli ha consentito di raccogliere vittorie meritate ed altre che (come in Bahrain) non sembravano alla portata.

Chi dopo i dieci titoli Mondiali festeggiati lo scorso novembre pensava che non sarebbe stato possibile far meglio, è stato smentito ancora una volta da una squadra che non sa smettere di crescere.

Agli altri… le briciole

I numeri (dopo sei gare) non avevano mai fotografato una supremazia di questa entità nell’era power unit. Un dominio che ha lasciato agli avversari solo le briciole, con il solo Sebastian Vettel che finora è stato capace di cogliere un secondo posto nel Gran Premio di Monte Carlo, complice l’imprevisto avuto in pit-lane da Bottas.

In tutte le altre tappe il resto del gruppo ha lottato per la terza posizione, massimo traguardo finora raggiungibile. Il confronto con i numeri dell’avvio del Mondiale 2018 confermano che la Mercedes ha messo in crisi praticamente tutto il paddock, con le sole Red Bull ed Alfa Romeo che hanno ottenuto una piccola manciata di punti in più rispetto a dodici mesi fa.

 

2019

2018

Diff

Mercedes

257

178

+79

Ferrari

139

156

-17

Red Bull

110

107

+3

McLaren

30

40

-10

Racing Point

17

26

-9

Haas

16

19

-3

Toro Rosso

16

19

-3

Renault

14

46

-32

Alfa Romeo

13

11

+2

Williams

0

4

-4

L’esame Montreal

Una delle tante doti che ha confermato il team Mercedes negli ultimi cinque anni è l’immunità dalla sindrome da successo. Le vittorie a raffica ottenute dal gruppo di lavoro di Brackley e Brixworth non hanno fatto cedere alla tentazione di sedersi sugli allori, ma al contrario sono state uno stimolo a far meglio, spostando sempre più in alto l’asticella dei traguardi.

In queste prime sei gare del Mondiale Hamilton, Bottas e Toto Wolff hanno sempre sottolineato la supremazia della Ferrari sul fronte della velocità di punta, dote effettivamente confermata in pista dalla SF90, ma che non ha permesso alla monoposto del Cavallino di creare problemi seri alla W10, con la sola esclusione del weekend in Bahrain.

La conformazione del circuito Gilles Villeneuve, sede del prossimo Gran Premio del Canada, sulla carta dovrebbe essere un contesto favorevole alla Ferrari, questo almeno secondo la Mercedes, ma più che un motivo di allarme, per i leader del Mondiale le presunte difficoltà canadesi sono una nuova sfida da accettare con la tranquillità di chi sente di avere già messo molto fieno in cascina. A Montreal arriverà la power unit aggiornata, la prima che supererà (di 20 cavalli?) la soglia dei 1000 cv, e anche se c’è da scommettere che alla vigilia del weekend canadese la Mercedes dichiarerà di giocare in difesa, sotto sotto la voglia di andare a vincere (laddove per la W10 non sembra facile come su altre piste) è molta.

Mercedes (e Hamilton) a caccia di record

Nel 2016 il tandem Hamilton-Rosberg ebbe il merito di tenere alta la tensione sul Mondiale, ma a fine stagione si spartirono la vittoria in ben 19 delle 21 gare disputate. I due successi mancati furono dovuti all’harakiri fratricida di Barcellona, e alla clamorosa rottura del motore nel GP della Malesia, che costò a Hamilton anche il Mondiale.

C’è il rischio di vedere un replay di un dominio assoluto come tre anni fa? Nel paddock in molti (probabilmente tutti meno i diretti interessati) sperano di no, e per quello l’esame Montreal diventa importante.

Al netto di imprevisti, per spezzare il dominio della W10 gli avversari devono essere pronti a colpire nei punti deboli, sempre però che ce ne siano davvero. Se la Mercedes dovesse imporsi anche in Canada, ecco che anche il Red Bull Ring e Monza sarebbero debellate dal taccuino di Wolff alla voce piste ostiche… e sarebbe una gran brutta notizia per tutta la concorrenza.

Hamilton si è già imposto sei volte a Montreal, ed è ad un solo successo dal recordman Michael Schumacher. Lewis viene da un momento positivo in ottica Mondiale, avendo confermato un parziale di +18 punti su Bottas nelle ultime due gare, ma sa bene che il compagno di squadra finlandese in versione 2019 sembra avere tutto, ed anche un pizzico in più, di ciò che mise in campo Rosberg nel 2016.

Un film (horror) che Lewis ricorda bene, e se dall’esterno il Mondiale sembra essere sempre più cosa privata del box Mercedes, a Hamilton fa ben poco piacere immaginare una vettura grigia campione del Mondo senza il numero 44.

Per Lewis molti traguardi-record anno dopo anno sono diventati sempre più alla portata, e tra essi non c’è solo il sesto titolo Mondiale che resta di fatto il target per eccellenza del 2019.

Le 100 pole position si avvicinano (-15) così come il record di vittorie di Schumacher (-14), traguardi che non si inseguono se non quando iniziano ad davvero avvicinarsi. E la distanza anno dopo anno si è accorciata sempre di più, alimentando l’appetito di un pilota che è già cannibale di natura.

L'ala frontale di Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10, dopo la gara
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, prima posizione, festeggia all'arrivo al Parc Ferme
Valtteri Bottas, Mercedes AMG W10 ruota danneggiata
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, prima posizione, in piscina dopo la gara
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, prima posizione, Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1, terza posizione, Toto Wolff, Executive Director (Business), Mercedes AMG, e il team Mercedes festeggia la vittoria
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10, precede Valtteri Bottas, Mercedes AMG W10
Sebastian Vettel, Ferrari, 2° classificato, si congratula con Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, 1° classificato, nel parco chiuso
Valtteri Bottas, Mercedes AMG W10 e Max Verstappen, Red Bull Racing RB15, lottano in pit lane
Max Verstappen, Red Bull Racing RB15, fa un contatto con il leader Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10, alla fine della gara
Il vincitore della gara Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10, taglia il traguardo
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1, con indosso il suo cappellino in tributo a Niki Lauda
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10, viene riportato nel garage
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