Mercedes: dalla presunzione al "bagno d'umiltà" tedesco
La squadra che sta dominando il mondiale è incappata a Hockenheim in una giornata nera: oltre a una W10 poco competitiva nonostante le moltissime novità tecniche, abbiamo assistito a insoliti errori dei piloti e al panico nella sosta ai box di Hamilton.
Foto di: Mercedes AMG
La Mercedes in difficoltà. Tecnica, organizzativa e gestionale. Il team di Brackley quando perde la brocca fa degli autentici disastri. Succede molto di rado, ma quando accade gli effetti non passano certo inosservati.
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10, va a sbattere, ma continua la gara di Hockenheim
Photo by: Jerry Andre / Sutton Images
La squadra della Stella ha vissuto il weekend di Hockenheim con un’enorme pressione addosso: il consiglio di amministrazione della Casa tedesca ha voluto festeggiare i 200 GP e i 125 anni di attività nelle corse con una serie di iniziative molto particolari, molto sceniche, sicuramente appariscenti che, però, non devono aver convinto troppo Toto Wolff, un capo che sa bene quanto sia importante separare la scena dalla realtà.
Mercedes AMG F1 W10, dettaglio dell'ala anteriore
Photo by: Giorgio Piola
E, invece, questa volta i due piani in alcuni momenti si sono intrecciati con dei risultati davvero disastrosi. Quella che doveva essere l’elegia studiata dai tedeschi si è trasformata in una doccia fredda. La superiorità delle frecce d’argento non viene certo messa in discussione da un episodio, perché nell’appuntamento di casa della Stella si sono visti fatti quanto meno strani.
Mercedes W10 con i meccanici in tuta in stile Anni '50
Photo by: Giorgio Piola
La W10, per esempio, è stata ricolorata di bianco nella parte anteriore per ricordare quando le Mercedes non erano ancora d’argento finché Alfred Neubauer, ds dell’epoca, all’ADAC Eifelrennen disputatasi al Ring nel 1934 decise di far raschiare via la vernice bianca perché le monoposto risultavano 1 kg più pesanti dei 750 kg minimi. Da quel momento le Mercedes sono diventate le Silberpfeil.
Mercedes W10: le novità aerodinamiche portate a Hockenheim
Photo by: Sam Bloxham / LAT Images
Il “salto nel passato” non ha giovato perché la pelle adesiva della nuova livrea è costata un incremento di peso della monoposto di Brackley che è già fra le più pesanti a causa del passo molto lungo. Già questo aveva fatto storcere la bocca ai tecnici che in pista hanno portato un pacchetto aerodinamico e un nuovo sistema di raffreddamento che dovevano valere circa mezzo secondo al giro.
Mercedes W10, le nuove fiancate con bargedoard, deviatori flusso
Photo by: Mark Sutton / Sutton Images
Per far respirare la power unit è stato provato nelle libere del venerdì un impianto estremo che non ha dato i risultati sperati, per cui James Allison e soci sono tornati a qualcosa di meno spinto per qualifiche e gara disputati con temperature certamente più accettabili rispetto al primo giorno, ma resta alto l’allarme per l’Ungheria in programma nel fine settimana.
Mercedes W10, la nuova paratia dell'ala posteriore
Photo by: Giorgio Piola
La Mercedes ha introdotto molte novità (paratia dell’ala anteriore, prese dei freni, bargeboard, deviatori di flusso orizzontali anziché verticali, nuovo elemento a ponte con bocche dei radiatori leggermente più grandi, endplate dell’ala posteriore rivista): forse troppe tutte insieme e, per la prima volta, la messa a punto di così tante soluzioni non è stata perfetta.
Mercedes AMG F1 W10
Photo by: Giorgio Piola
Anche a Brackley può accadere, come succede molto più spesso a Maranello, che i dati di simulazione riscontrati a casa non combacino con quelli della pista. Non è detto che le soluzioni provate siano da buttare, ma è più facile che abbiano bisogno di trovare la giusta correlazione di un elemento con l’altro perché si ottengano i risultati visti in galleria.
Non fosse altro che tutto è stato studiato per essere montato sul nuovo telaio crashato a Cranfield che farà il suo debutto all’Hungaroring (a dispetto di quanto vanno dicendo i media tedeschi sarà una scocca anche leggermente più leggera).
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W10, pit stop
Photo by: Joe Portlock / LAT Images
Era evidente che la W10 non era la solita macchina, perché aldilà della pole di Hamilton (ottenuta con le due Ferrari fuori gioco) si è visto che le frecce d’argento erano stranamente instabili e ballerine. E gli errori di Lewis e Valtteri, che ha sbattuto la sua macchina all’esterno della curva 1, testimoniano queste difficoltà. Il resto lo ha fatto la squadra: i meccanici con tute in stile Anni ’50 sono stati fantozziani nel pit stop imprevisto che ha fatto seguito al lungo di Lewis nello stesso punto dove ha sbattuto Leclerc.
Il campione del mondo è riuscito a rientrare in pit lane con una manovra che poi è stata giustamente sanzionata, perché pericolosa, ma la crew si è trovata impreparata: senza le gomme giuste e incapace di sostituire il muso danneggiato nel tempo solito.
Lewis, anche in uno dei GP peggiori della sua carriera, è riuscito a portare a casa 2 punti iridati frutto della (giustissima) penalizzazione delle due Alfa Romeo di Raikkonen e Giovinazzi che sono partite sull'acqua con una mappatura che permetteva loro di gestire la frizione senza patinamenti. Può rosicare Valtteri Bottas che poteva ridurre lo svantaggio nella classifica mondiale dal suo capitano, ma il "boscaiolo" ha sprecato una grande occasione picchiando la sua W10.
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1
Photo by: Jerry Andre / Sutton Images
Valtteri è sotto pressione per colpa di Wolff: mentre si aspettava una conferma dal suo capo per il 2020, è nata la candidatura di Esteban Ocon. Il manager austriaco vuole rimettere in macchina il francese, ma con il rinnovo di Bottas il valore del cartellino di Ocon si abbasserebbe molto, facendo crescere le "pretese" di chi potrebbe prenderlo (Haas, Renault e Racing Point). Il gioco delle parti, quindi, sembra ritorcersi contro Toto: non ci sorprenderemmo se per stabilizzare la squadra ci fosse un annuncio ungherese anticipato...
Insomma, quello che doveva essere un GP di Germania delle celebrazioni, si è trasformato in una gara degli orrori che non ha risparmiato nessuno. Ma non crediate che il “bagno di umiltà” non provochi un’immediata reazione nel team di Brackey. Toto Wolff non ha alcun intenzione di “sporcare” il sesto titolo mondiale con queste figuracce…
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