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Loeb vola al rientro nel WRC, ma sarà la Corsica a misurare il suo valore

Una foratura ha impedito al 9 volte iridato di cogliere un clamoroso successo in Messico, ma ha sfruttato bene i vantaggi dati dalla sua posizione di partenza. In Corsica gareggerà alla pari con i migliori.

Sébastien Loeb, Citroën World Rally Team

Sébastien Loeb, Citroën World Rally Team

Citroën Communication

Nella storia del Mondiale Rally non è mai accaduto di avere 15 titoli mondiali in gara tutti assieme e racchiusi in appena 2 piloti. O meglio, non era mai successo prima dello scorso fine settimana in cui è andato in scena il Rally del Messico, terza tappa del WRC 2018. A Sébastien Ogier - 5 volte campione del mondo in carica - si è aggiunto Sébastien Loeb, un clamoroso ritorno a 3 anni dall'ultima gara disputata che ha rischiato di trasformarsi in impresa, questa svanita solo per un foro che ha fatto perdere pressione alla gomma anteriore sinistra nella PS14.

I dubbi sull'effettiva competitività del "Cannibale" sorti al termine dello Shakedown del giovedì sono progressivamente svaniti nel corso delle prove della prima tappa. Sébastien e Daniel Elena avevano bisogno di scrollarsi di dosso 3 anni di inattività nel WRC. Certo, non hanno mai smesso di correre, ma fare sul serio contro i migliori piloti Rally del mondo non è cosa semplice.

Sino alla PS10, speciale dopo speciale, la ruggine è andata via, la confidenza con la Citroen C3 WRC Plus è aumentata sino ad arrampicarsi al secondo posto nella classifica generale. E a quel punto tutto è stato chiaro. Loeb era tornato. Quel Loeb capace di vincere 9 titoli di fila. Certo, forse non proprio la macchina inarrestabile dei giorni migliori, ma comunque un pilota in grado di sfruttare al massimo la macchina, la posizione di partenza e di vincere subito. Come solo i campioni veri sanno fare.

Nella seconda tappa è tornato il "Cannibale"

Che Loeb potesse tornare in vetta a un rally mondiale era nell'aria nella sera tra venerdì e sabato, ovvero al termine della prima tappa. Nessuno però si sarebbe mai immaginato un avvio di seconda tappa così veemente del campione alsaziano. Séb ha vinto la PS11, la Guanajuatito 1 di 30,97 chilometri, (prima stage vinta del weekend) e ha guadagnato la testa della corsa.

Inutile sottolineare come il Parco Assistenza - ma anche i social - fossero letteralmente impazziti per un cambio di marcia degno del Loeb dei bei tempi. Il 44enne ha attaccato nella speciale a lui più congeniale, una delle più lunghe essendo lui abituato ad affrontare prove quotidiane molto più lunghe e dure come quelle della Dakar. All'arrivo della stage è parso il pilota meno affaticato di tutti nonostante il caldo torrido all'interno dell'abitacolo, l'altitudine, il numero più elevato di primavere alle spalle rispetto agli avversari.

Séb beffato da una foratura

Il sogno è durato lo spazio di 3 speciali, perché al chilometro 21,5 Loeb ed Elena hanno dovuto parcheggiare nel corso della speciale per sostituire la gomma anteriore sinistra che aveva perso pressione a causa di una foratura. Inutile il perfetto quanto veloce cambio gomma (2 minuti), perché la prima posizione e il podio erano ormai svaniti. A quel punto l'equipaggio della Citroen non ha dovuto fare altro che portare a termine la gara. Non è un caso che da quel momento in poi il 9 volte iridato non abbia più fatto vedere il vero potenziale suo e quello della C3 nelle sue mani. Si è limitato a portare al traguardo la vettura per prendere punti importanti per il Mondiale Costruttori, rimandando le sue ambizioni alla seconda delle tre gare a cui prenderà parte in questo Mondiale.

Quanto vale la prestazione messicana di Loeb?

Inutile nasconderlo, tutti siamo rimasti sorpresi da quanto fatto dal 9 volte iridato. Dalla sua parte, va detto, ha avuto una perfetta posizione di partenza nella prima tappa, che ha consentito lui di partire sempre per ultimo tra le WRC, trovando dunque un tracciato perfetto e "pulito" dai diretti concorrenti. Sullo sterrato questo aspetto è fondamentale, dunque, almeno in parte, Sébastien è stato favorito non poco dalla regola in vigore da qualche anno che premia i piloti più indietro nel Mondiale Piloti.

Loeb ha infatti preso il via nella medesima posizione in cui corse lo scorso anno il compagno di squadra Kris Meeke. Per i più smemorati, il nord-irlandese colse proprio in Messico la prima delle due vittorie ottenute nel 2017, dunque anche lui fu favorito dalla posizione di partenza rispetto ai diretti concorrenti. Questo però nulla toglie alla prestazione pura di un pilota che non correva nel WRC da 3 anni e che aveva pochissima esperienza al volante della C3, ma è giusto riconoscere le attenuanti ai piloti che corrono regolarmente nel Mondiale da qualche anno.

Pochi i chilometri di Loeb fatti su sterrato: 500 nei test pre-evento e un'altra giornata nel 2017, ma volta a sviluppare la vettura e non certo per fare allentamento. Le prestazioni di Loeb sono state veri segnali di un pilota ancora estremamente integro, velocissimo, costante e lucido.

Tour de Corse, la gara della verità

Rivedremo presto Loeb all'opera in una gara ufficiale, ovvero nel quarto appuntamento del WRC 2018. Sébastien ed Elena prenderanno nuovamente il posto di Craig Breem e Scott Martin al Tour de Corse, prima gara completamente svolta su asfalto (Monte-Carlo è stata in parte su neve), e in quel caso non ci saranno posizioni di partenza favorevoli o sfavorevoli. Su asfalto questo aspetto è molto meno accentuato. Si parte praticamente tutti alla pari. E allora potremo vedere non tanto il valore di Loeb - quello è indiscutibile - ma a che livello si trova rispetto ai migliori della categoria.

Un aspetto può rasserenare il 44enne: nel 2017, prima di ritirarsi a causa di un guasto tecnico, in testa alla corsa c'era il compagno di squadra Kris Meeke, che stava letteralmente dominando la corsa. La C3 dovrebbe essere ancora molto competitiva su asfalto, dunque dovremo attendere poche settimane per rivedere Loeb all'opera. E anche in quel caso potrebbe rivestire i panni del "Cannibale".

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