Di Grassi:"L'Audi può vincere. È un bene per il WEC"
Lucas Di Grassi, autore del miglior tempo assoluto, elogia il lavoro svolto da Ingolstadt sulla nuova configurazione aerodinamica che assicura molto più carico di quanto lui stesso avesse previsto. E si sente pronto per sfidare le Porsche
Foto di: Eric Gilbert
La pole position è andata a André Lotterer e Marcel Faessler ma il pilota più veloce in pista nelle qualifiche è stato Lucas Di Grassi, proprio colui che dopo la 24 Ore di Le Mans, aveva incitato l'Audi alla reazione per recuperare il gap che separava le R18 di Ingolstadt dalle Porsche 919 Hybrid e Toyota 050 Hybrid-Hubrid. Una reazione, quella del pilota brasiliano, che a caldo aveva lasciato stupiti persino i suoi compagni di equipaggio sull'Audi numero 8 Oliver Jarvis e Loic Duval, più diplomatici e all'apparenza accomodanti dopo la dolorosa sconfitta subita in terra di Francia. Ma anche il segno di attaccamento alla squadra e alla sua filosofia da parte di un ragazzo che è sempre molto onesto nell'esprimere giudizi e che difficilmente riesce a celare ciò che gli passa per la testa. Chiaro che il più soddisfatto della situazione dell'Audi al Nurburgring sia stato proprio Lucas, il quale non ha nulla da rimproverarsi e nemmeno nulla da dire a Oliver Jarvis, autore di un testacoda proprio alla penultima curva dell'ultimo giro cronometrato mentre cercava di piazzare un tempo in grado di sopravanzare la media dei compagni che poi partiranno in pole position per la 6 Ore. Il britannico, come del resto Mark Webber, non ha avuto alcuna colpa. Purtroppo in quel punto è arrivata all'improvviso la pioggia e il sogno dei vincitori della 6 Ore di Spa-Francorchamps è svanito.
" Siamo arrivati al Ring con la configurazione con il massimo carico aerodinamico che di fatto è una evoluzione di quella che avevamo utilizzato a Silverstone e che poi non avevamo usato a Spa. Si tratta di un pacchetto aerodinamico che ha migliorato la situazione in modo radicale. Non l'avevo provato come i miei compagni nei test di Valencia però sapevo che le risultanze erano positive. C'è molta più pressione sulla vettura, il telaio risponde alle sollecitazioni, riusciamo a indirizzare la R18 dove preferiamo e devo dire che in Audi hanno svolto un lavoro meticoloso di ricerca e di affinamento eccellente. Da Le Mans a oggi i nostri tecnici non si sono fermati un momento ; hanno cercato di scovare i punti deboli della macchina e sono intervenuti in modo pesante per risolverli. Non sono soltanto ottimista ma convinto di avere una vettura vincente per questa corsa".
Il tempo lo hai ottenuto con gomme nuove?
" Si avevo gomme slick nuove e il mio 1'37"-in realtà 1'38"777 contro 1'39"239 di Lotterer-è venuto da solo. La pista era ancora buona e non c'erano problemi di aderenza. Quelli sono comparsi quando all'ultimo giro quando c'era Oliver alla guida, perché ha ripreso a piovere e l'ultima parte della pista si è bagnata".
Timo Bernhard aveva già detto in tempi non sospetti, venerdi mattina, che le Audi qui sarebbero state sullo stesso livello delle loro Porsche 919. Ne sei convinto anche tu?
" Sì. Avere la possibilità di duellare contro le 919 ad armi pari è un bene per tutti quanti, non solo per noi ma anche per il campionato stesso che può solo giovarsi di questo equilibrio".
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