Marquez: "Il set-up delle prime tre gare qui non funziona"
Lo spagnolo della Honda ha chiuso la giornata al secondo posto, ma non è contento della messa a punto della sua RC213V. Ha provato anche le nuove alette più grandi, ma per il momento non lo hanno convinto a fondo.
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
Se le prime tre gare della stagione sembravano aver ridato delle certezze a Marc Marquez ed alla Honda, il ritorno in Europa pare aver creato nuovamente qualche difficoltà in più allo spagnolo, anche se è riuscito a mascherarle molto bene, visto che ha chiuso in seconda posizione con la sua RC213V.
La pecca della sua Honda è sempre l'accelerazione e per cercare di colmare il gap dagli altri è costretto a forzare le staccate: "Il problema è che continuiamo a perdere qualcosa in accelerazione e questo mi porta a provare a frenare più tardi. Per aggiustare la frenata faccio scivolare il posteriore, ma senza esagerare. Questo comunque lo faccio perché se ritardo la frenata con la moto completamente dritta, rischio di perdere l'anteriore".
Sul tracciato andaluso però la sua guida non è fluida come in Texas, quindi è un po' riapparso lo stile di guida che spesso lo ha tradito lo scorso anno. Forse anche perché il set-up di base che aveva funzionato bene nelle prime tre gare sembra averlo tradisto stamani.
"Su questa pista è difficile guidare allo stesso modo di Austin, perché è un tracciato più stretto. Qui si possono cambiare le linee, ma non più di tanto. A Jerez faccio ancora alcune curve un po' troppo in stile 2015, ma perché mi capita di frenare troppo forte o troppo tardi e questo non è il modo migliore per gestire le gomme Michelin. Per questo stiamo ancora lavorando sul setting. Nel primo turno abbiamo subito capito che il set-up di base che aveva funzionato bene nelle prime tre gare qui non è quello ideale" ha spiegato "El Cabronsito".
Quando gli è stato fatto notare che i ducatisti lamentavano un problema simile ed avevano puntato il dito sulle gomme, Marc però ha spiegato che secondo lui la motivazione è un'altra: "Non penso che sia una questione legata alle gomme, perché l'anno scorso c'erano problemi di grip al posteriore con le Bridgestone e quest'anno accade lo stesso con le Michelin. Credo che sia dovuto soprattutto alla pista, che ha caratteristiche molto differenti rispetto al Qatar, all'Argentina o ad Austin".
Oggi poi ha avuto modo di testare le nuove alette più grandi progettate dalla Honda. Per ora però preferisce andarci cauto: "Le ho provate questa mattina e nei dati non sembrano mostrare dei grandi miglioramenti. Ho avuto anche qualche difficoltà a livello di guida, ma ho deciso di tenerle anche nella FP2 per cercare di capire il loro comportamento, anche perché tutti gli altri le usano. Domani probabilmente tornerò ad utilizzare quelle più piccole, perché se è vero che con quelle più grandi l'anteriore sembra più stabile, è altrettanto vero che in certi casi forse spinge anche troppo, quindi bisogna stare attenti".
Se invece c'è una cosa su cui pare avere pochi dubbi, è la scelta da fare con la gomma anteriore: "La più dura, è quella che usato nella sessione pomeridiana e credo che sarà anche quella che useranno la maggior parte degli altri".
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