Iannone aspetta il TAS: "Il giorno più importante della mia vita"
Il pilota dell'Aprilia ha parlato a due giorni dall'appello contro la squalifica: "Mi hanno tolto quello che faccio dalla nascita, non lo augurerei a nessuno".
Dopo una lunga attesa, giovedì ci sarà il giorno della verità per Andrea Iannone. Il TAS lo attende per l'udienza del suo ricorso contro la condanna ad una squalifica di 18 mesi inflitta dalla FIM lo scorso 17 aprile, in seguito alla positività al Drostonalone rilevata in occasione del Gran Premio della Malesia dello scorso anno.
Nonostante avesse dimostrato che si è trattato di una contaminazione involontaria, avvenuta tramite carni trattate, la Federazione Internazionale lo ha sospeso fino al 16 giugno 2021 (lo stop era partito il 17 dicembre, il giorno della notifica della positività), per questo il pilota dell'Aprilia ha deciso di ricorrere in appello contro la sentenza.
La stessa cosa però è stata fatta anche dalla FIM, con l'appoggio della WADA, che invece continua a chiedere il massimo della pena (4 anni) per evitare che si crei un precedente con una nuova sostanza ritenuta assimilabile tramite contaminazione alimentare.
A due giorni dall'udienza, l'abruzzese è tornato a parlare alla stampa, convocando una conferenza stampa a Milano, alla quale ha partecipato anche Massimo Rivola, CEO di Aprilia Racing, che ancora una volta ha voluto far sentire al proprio pilota tutto l'appoggio della Casa di Noale.
"E' la vigilia del giorno più importante della mia vita, non me lo sarei mai aspettato di vivere una situazione così. I giorni difficili mi hanno fatto maturare, sto soffrendo ma ora mi sento più maturo e consapevole" ha detto Iannone.
"A volte sento i miei amici che si lamentano per delle cose futili, quindi gli dico sempre che bisogna imparare ad apprezzare ciò che si ha. La mia vita è cambiata. Del resto, sono sempre andato in moto, fin dalla mia nascita. Ora non lo posso più fare. Non lo augurerei a nessuno".
"E' molto difficile, è una cosa che non si può capire se non la si è provata. Quello che vogliamo è portare alla luce la verità e tornare in moto. Aprilia in questo mi ha sempre aspettato. Da parte mia seguo ogni weekend, sono lì e sogno di tornare più forte di prima".
"Non guido una moto da Valencia 2019. Mi sento rapito, come se mi avessero rubato la vita. Il mio dovere è seguire le regole sperando che la giustizia faccia il suo corso".
Il pensiero di ritirarsi però non lo ha mai sfiorato, anche se negli ultimi mesi sono arrivate tante proposte da fuori dal mondo delle due ruote.
"Ho rifiutato tante proposte che potevano essere interessanti per me, ma il mio obiettivo è tornare in sella all'Aprilia, sono convinto di poter fare ancora bene. Con Aprilia ho iniziato un progetto interessante, e con Rivola ho un rapporto speciale, stimolante. Lui e l'Aprilia non mi hanno mai abbandonato".
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