Lewis VI, il super campione che vince con stile
Con il secondo posto nel GP degli Stati Uniti Lewis Hamilton arpiona il sesto titolo mondiale di F1 che lo eleva fra i più grandi campioni di tutti i tempi. L'inglese non ha mai dovuto fare ricorso alle maniere forti per avvalorare la sua superiorità: i suoi numeri sono straordinari ma non dicono tutto del pilota Mercedes.
Foto di: Steven Tee / Motorsport Images
Se la storia è fatta dai vincitori, Lewis Hamilton di storia ne ha scritta parecchia. Sono trascorsi dodici anni da quando Lewis Carl Davidson Hamilton ha esordito in Formula 1, diciotto da quando ha mosso i primi passi al volante di una monoposto, un periodo intensissimo per chi, come Lewis, ha sempre inseguito un solo obiettivo.
Essere sempre lì, davanti a tutti, seguendo un istinto comune solo ai campionissimi di ogni disciplina sportiva, gente che odia perdere più di quanto ami vincere.
Il successo è l’unico antidoto ad una situazione di disagio, un bisogno che è sempre lì, a dispetto del raggiungimento di traguardi quasi inimmaginabili.
"Vince" Lombardi, celebre allenatore statunitense di football americano, sintetizzò con una frase diventata leggendaria l’istinto dei vincenti: “Se la vittoria non è tutto, perché tengono il conteggio dei punti?”.
I numeri a volte non raccontano tutto, ma in genere dicono molto, e le cifre di Hamilton sono a fotografare una carriera straordinaria, che collocano Lewis nella ‘hall of fame’ di tutti i tempi.
I numeri certificano, ma c’è anche di più, perché le cifre si limitano a dire cosa è accaduto e quando è accaduto. Manca il come, e nel caso di Hamilton non è cosa da poco.
Chi ama i paragoni, tendenza che non accomuna tutti gli appassionati, spesso descrive Lewis come un pilota con la velocità di Senna, l’intelligenza di Prost, la dedizione di Lauda e la correttezza di Mika Hakkinen.
Quest’ultimo aspetto non è mai stato sottolineato come merita, perché mette Hamilton sotto una luce differente anche rispetto ad altri campionissimi. Lewis è sotto i riflettori sin dal suo primo Gran Premio corso in Formula 1 (concluso sul podio) e da oltre dieci anni corre per l’assoluto, in quel limbo in cui lo scontro è sempre al limite assoluto.
Uno spazio nel quale in passato tanti piloti sono stati portati ad andare oltre, superando il limite delle regole pur di provare a raggiungere gli obiettivi. Hamilton no, anche quando si è ritrovato dall’altra parte della barricata, ad assaporare il gusto amarissimo della sconfitta.
La sua storia dice che ne è uscito sempre più forte, nessun rammarico, nessuna parola di troppo e soprattutto sempre con grande rispetto per chi ha saputo metterlo al tappeto, anche se per un soffio. “Hai vinto con stile!”, gli ha urlato via radio Pete Bonnington dopo la bandiera a scacchi di Austin, e pochi conoscono Lewis come il suo storico ingegnere di pista.
Ha sintetizzato bene, ‘Bono’, che non è voluto mancare alla festa mondiale nonostante recenti problemi di salute.
Sei titoli Mondiali restano un numero, che alla fine non dice tutto di questo pilota. Ha senso dire oggi che siamo davanti al più grande di sempre?
No, perché ogni epoca nelle sette decadi del Mondiale di Formula 1 ha avuto piloti che hanno espresso il massimo in quel momento, e non aggiunge nulla un confronto tra periodi storici decisamente diversi tra loro.
Ma se è vero che sarebbe un errore collocare Lewis Hamilton davanti ai nomi dei grandissimi del passato, lo sarebbe anche porre qualcuno davanti a Lewis Hamilton. E la sua storia sportiva, tra l’altro, è ancora lontana dal potersi ritenere conclusa.
Chi ama il motorsport, senza bandiere, non può che ritenersi fortunato a poter assistere alle gesta di un interprete assoluto dell’arte del pilotaggio, un pilota che ha dato e che probabilmente darà ancora molto.
Un punto di riferimento per molti giovani, da quelli che muovono i primi passi nei kartodromi fini alla new-generation approdata di recente in Formula 1. Godiamoci Hamilton, la cui grandezza sarà universalmente riconosciuta solo il giorno in cui deciderà di smettere. Solo allora, quando scorreranno i titoli di coda, diventerà chiaro che questo film è un capolavoro.
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