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Alla scoperta delle turbolenze di Mercedes e Ferrari

Ecco due immagini che visualizzano l'andamento di certi flussi grazie all'acqua caduta ieri ad Austin

Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 W06
Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 W06
Kimi Raikkonen, Ferrari SF15-T
Kimi Raikkonen, Ferrari SF15-T
Kimi Raikkonen, Ferrari SF15-T
Kimi Raikkonen, Ferrari
Nico Rosberg, Mercedes AMG F1

L'unica sessione di prove libere sul bagnato svolta ieri ad Austin non è servita molto ai tecnici della Formula 1 in vista del Gp degli Stati Uniti, ma ha permesso ai fotografi di scattare immagini molto spettacolari e alcune si sono rivelate molto interessanti. Abbiamo preso due scatti di Getty Images e li abbiamo messi a confronto per fare alcune considerazioni curiose, che possono aprire la discussione fra gli appassionati, dopo aver sentito un ingegnere del Circus per una breve analisi aerodinamica.

L'acqua, specie quando è copiosa, è in grado di visualizzare l'andamento di alcuni flussi aerodinamici. Insomma, in modo molto empirico è un po' come mettere la vernice flow viz sulle carrozzerie per vedere quali rivoli segue un filetto colorato.

Nell'immagine abbiamo messo a confronto la Mercedes W06 Hybrid di Nico Rosberg, che è stata la più veloce ieri, e la Ferrari SF15-T di Kimi Raikkonen. Vi invitiamo di osservare le immagini perché ci troviamo di fronte ad una sorta di "galleria del vento" all'aperto grazie alla quale possiamo azzardare una macro-analisi sul differente comportamento delle due monoposto.

Puntiamo l'attenzione in particolare sulla ruota anteriore sinistra della Mercedes per osservare quanto le sue turbolenze create per effetto della sua rotazione incidano sull'Y250 Vortex. Si chiama così (Y = asse laterale, 250 millimetri) quel vortice che si genera nello spazio dei 25 centimetri dalla mezzeria della monoposto e che investe i piloni dell'ala anteriore, i turning vanes sotto al telaio e il T-tray per non parlare dei daviatori di flusso e poi le fiancate che ha come obiettivo di energizzare il flusso da convogliare al diffusore posteriore per creare il massimo valore di deportanza.

L'immagine della Mercedes lascerebbe pensare che il lavoro dell'ala anteriore sia più efficiente di quanto non accada sulla Ferrari (almeno in queste condizioni): nel punto dove si separano i flussi che entrano nelle bocche dei radiatori per il raffreddamento da quelli che vengono indirizzati verso il retrotreno, si nota una minore "perturbazione" di gocce d'acqua, segno che le turbolenze della ruota della Ferrari sporcano di più un'area nevralgica della macchina.

L'ideale è di allontanare le turbolenze dal corpo della vettura, facendole disperdere all'esterno della ruota posteriore. Sulla freccia d'argento sembra si produca un flusso più potente e compatto che tende a far divergere l'acqua dal fondo e della carrozzeria, mentre sulla Rossa si può osservare come la turbolenza cerchi di riattaccarsi impattando anche contro la gomma posteriore, dove si potrebbe generare un bloccaggio aerodinamico che farebbe aumentare la resistenza all'avanzamento.

Ovviamente la ricerca aerodinamica è molto più complessa e noi ci siamo limitati a visualizzarvi una volta tanto quei flussi di cui tanto si parla nei pezzi di tecnica ma che non si riescono a far vedere. L'opportunità di Austin, quindi, l'abbiamo presa niente più che come un gioco...

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