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Motori: la Ferrari farà valere il diritto di veto?

Lo Strategy Group riduce il costo delle forniture: 12 milioni di euro per i V6 2016 e 8 milioni per quelli 2015

Sebastian Vettel, Ferrari

Foto di: Ferrari Media Center

La Red Bull Racing quale power unit avrà l’anno prossimo? Siamo alla fine di settembre, periodo nel quale si deliberano i progetti delle monoposto dell’anno successivo e a Milton Keynes Adrian Newey se ne sta con le mani in mano, perché Christian Horner e Helmut Marko non hanno ancora risolto il giallo del motore. Intorno ai V6 Turbo si sta giocando una partita politica che potrebbe avere grandi effetti sul futuro della Formula 1.

BERGER RILANCIA IL MOTORE MERCEDES PER LA RED BULL
Ieri Gerhard Berger da Suzuka ha fatto l’… oracolo, sostenendo che non è chiusa la fornitura dei motori Mercedes alla Red Bull Racing, segno che anche Sergio Marchione e Maurizio Arrivabene hanno avuto dei ripensamenti sull’opportunità di dare il propulsore ai “bibitari”.

IL FREEZING RESTA UN'ILLUSIONE
La questione motori sta diventando uno dei temi più spinosi. Il regolamento scritto dalla FIA aveva l’ambizione di avvicinare il più in fretta possibile le prestazioni delle varie power unit, in modo che si potesse procedere il più presto possibile al freezing dei 6 cilindri turbo esattamente come era successo in precedenza con gli otto cilindri aspirati da 2,4 litri.

LE POWER UNIT HANNO COSTI CHE CONTINUANO A CRESCERE
La complessità dei progetti, i costi di sviluppo delle unità, l’esagerata ricerca per arrivare alla durata di cinque Gp per completare una sola stagione con quattro propulsori (la Mercedes è già arrivata a 6 Gp!), la drastica riduzione dei consumi hanno dato un impulso ai costi che sono diventati insostenibili agli stessi Costruttori.

LA RENAULT PERDE UN BUDGET DI 40 MILIONI DI EURO
La Renault, scaricata brutalmente da Red Bull Racing e Toro Rosso con un anno di anticipo rispetto al contratto, ha chiesto a Bernie Ecclestone di essere riconosciuta come squadra storica perché altrimenti il suo business plan di motorista non si giustificherebbe con la fornitura al solo team ufficiale. Nel bilancio di Viry- Chatillon, infatti, mancano quaranta milioni di euro. La fornitura per una stagione costa una ventina di milioni di euro: una cifra che si è rivelata insostenibile per i team clienti che hanno chiesto un significativo taglio delle spese. Insomma il sistema sta scricchiolando sia dal lato dei motoristi che da quello dei team clienti. È evidente che bisogna fare qualcosa per cambiare la situazione. Ma come è giusto intervenire?

STRATEGY GROUP: UNA FORNITURA DI V6 COSTERA’ 12 MILIONI
Nel Formula One Strategy Group, il board ristretto che è composto da Bernie Ecclestone (FOM), Jean Todt (FIA), più i rappresentanti di Ferrari, Force India, McLaren, Mercedes, Red Bull Racing e Williams si sarebbe deciso di abbattere drasticamente i costi di una fornitura della power unit. Non più 20 milioni di euro (ai quali se ne aggiungono altri cinque se si vuole anche la trasmissione), ma… solo 12 milioni di euro per i motori in versione 2016 e appena 8 milioni di euro per quelli dell’anno in corso.

FERRARI E MERCEDES SONO CONTRARIE, MA IN MINORANZA
Questa proposta è stata bocciata da Ferrari e Mercedes, mentre è stata sottoscritta a maggioranza da tutti gli altri esponenti dello Strategy Group, per cui verrà discussa dal F.1 Technical Group prima di andare in approvazione del Consiglio Mondiale della FIA. È facile comprendere come mai la Mercedes, prima, ma ora anche la Ferrari, esprimano dei forti dubbi sulla volontà di fornire la squadra di Milton Keynes e quella di Faenza. Quello che poteva essere un affare da 40 milioni si restringerebbe a un business di appena 24 milioni, vale a dire una cifra quasi della metà per lo stesso sforzo. E l’intenzione sarebbe quella di lasciare la libertà di intervento per diluire i 25 gettoni nel corso della stagione, per cui ci sarebbero diversi step evolutivi del motore in modo da “trainare” la rincorsa tecnologica della Honda verso una soglia di competitività accettabile.

VENDERE I MOTORI AI TEM CLIENTI NON SAREBBE PIU’ UN AFFARE
È facile comprendere, quindi, quali possano essere i dubbi che attanagliano il presidente della Ferrari di fronte alla prospettiva di “armare” la concorrenza più qualificata, correndo il rischio di vedere solo crescere i propri costi di gestione a fronte di un supporto economico che si sarebbe “prosciugato”. Insomma scompare l’affare che Sergio Marchionne aveva fiutato. Per dare una mano ai team in difficoltà, si caricano i costi sui Costruttori, ma la corsa ai motori migliori (Mercedes e Ferrari) può avere effetti nascosti importanti che ora fanno vacillare i vertici di Brackley e Maranello.

LA STELLA A TRE PUNTE SCEGLIE LA MANOR
La stella a tre punte oltre a dare i suoi propulsori alle frecce d’argento, darà il suo motore anche a Williams, Force India e… Manor. La squadra di Banbury ha centrato un colpaccio passando dallo 059/3 dello scorso anno al 6 cilindri di Brixworth che avranno tutti i team clienti. C’è il rischio che al fondo della griglia cada la McLaren-Honda, se i giapponesi non sapranno mettere insieme un pacchetto dignitoso. La Ferrari, invece, oltre alla Scuderia garantirà il sostegno a Sauber e Haas (che farà il suo debutto), mentre Renault e Honda resterebbero autarchiche.

IL REGOLAMENTO VIETA LA FORNITURA DI CINQUE TEAM
Se Maranello dovesse appoggiare anche Red Bull Racing e Toro Rosso sfonderebbe il limite regolamentare delle quattro squadre fornibili. E Mattia Binotto ha cominciato a fare i conti: gli appassionati forse non sanno che per deliberare quattro motori per stagione se ne costruiscono almeno cento. Questo è un numero di unità necessario solo alla squadra ufficiale (ci sono motori sperimentali e quelli che girano al banco con ciascuna modifica per raggiungere l’affidabilità dei 5 Gp utili alla delibera), al quale vanno aggiunti i motori per i clienti. Insomma lo staff del Cavallino potrebbe essere inadeguato e, probabilmente, andrebbe integrato ulteriormente. E se sono corti i tempi di produzione dei telaisti Red Bull Racing, lo sono ancora di più quelli dei motoristi.

MARANELLO FARA’ VALERE IL DIRITTO DI VETO?
Quello poteva diventare un valido sistema per finanziare la ricerca sui propulsori con i soldi dei team clienti (lasciando degli ampi margini di guadagno), con le nuove “tariffe” potrebbe trasformarsi in un pericoloso Cavallo di Troia. Si dice che la Ferrari possa far valere il diritto di veto che la FIA aveva riconosciuto in esclusiva alla squadra del Cavallino, dandogli la possibilità di bloccare le nuove norme regolamentari che risultassero sgradite a Maranello. Questa norma era stata concessa dal presidente Max Mosley nel 2005, quando la squadra del Cavallino aveva minacciato di lasciare il Circus e poi è stata reiterata da Jean Todt a seguito della stipula del nuovo Patto della Concordia.

LA QUESTIONE È POLITICA E FINANZIARIA OLTRE CHE TECNICA
La faccenda, quindi, sta assumendo contorni delicati che vanno ben al di là della volontà di dare o meno la power unit alla Red Bull Racing (e alla Toro Rosso). A Milton Keynes minacciano di uscire dal Circus se non verrà garantita una fornitura di motori 2016, mentre la Ferrari avrebbe offerto il 6 cilindri con il basamento stretto che sarà omologato ad Austin, prefigurazione dell’unità del prossimo anno. Trovare una quadra non sarà facile senza un po’ di buona volontà da parte di tutti, ma trattandosi di un mondo competitivo non esiste il bene comune, visto che ognuno cerca di lucrare il massimo vantaggio possibile.

LA TORO ROSSO POTREBBE ESSERE… ESILIATA ALLA HONDA
La Mercedes, quindi, sposa la Manor per piazzare Pascal Wehrlein nella line-up di piloti e per “chiudere” la quarta fornitura di motori alla Red Bull Racing. Se non dovessero esserci cambiamenti normativi (approvati da tutti), la Ferrari sarebbe “costretta” a dare i motori alla Red Bull Racing, ma non potrebbe garantirli alla Toro Rosso che sarebbe costretta a bussare alla porta della Honda. Un bel salto nel buio, specie dopo aver rotto un contratto con la Renault giudicando il V6 Turbo francese inadeguato. A meno che non ci sia un ritorno di fiamma proprio con Viry Chatillon (la STR11 stava nascendo sugli ingombri del motore Renault…). Come si può capire ci sono ben poche certezze. Sempre che non si cambi la norma aprendo la fornitura alla quinta squadra (Red Bull Racing e Toro Rosso potrebbero usare lo stesso cambio solo se potessero disporrre dello stesso motore). E ancora una volta toccherà a Bernie Ecclestone cercare di ricomporre il puzzle?

 

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