Pirro deluso: "Potevo prendermi dei rischi e stupire"
Un problema alla pompa della benzina ha rovinato i sogni di gloria del ducatista, lasciandolo fermo sulla griglia
Foto di: Ducati Corse
Mastica amaro Michele Pirro al termine del weekend del Gp di San Marino e della Riviera di Rimini. Il sogno della seconda fila conquistata in qualifica si è trasformato in un incubo ancora prima che la corsa prendesse il via: la sua Ducati non ne ha voluto sapere di accendersi quando è stato il momento di iniziare il giro di ricognizione a causa di un problema alla pompa della benzina. Il pilota pugliese quindi ha dovuto prendere il via dalla pitlane, per di più con la moto preparata per il bagnato.
La sua analisi quindi non poteva che partire dal problema tecnico: "La pompa ha funzionato fino a quando abbiamo spento la moto in griglia. Quando poi abbiamo provato a riaccendere il motore non ha dato segni di vita. La sfortuna è che in mattinata abbiamo invertito i serbatoi delle due moto, perché si pensava che quello che ci ha dato problemi fosse quello più a posto. Il problema è che le occasioni come questa non capitano tutti i giorni".
Il dispiacere è doppio perché con le condizioni particolari della gara di ieri avrebbe anche potuto azzardare una strategia ardita: "Forse era troppo fare anche una bella gara dopo un'ottima qualifica. Sarebbe stato un po' come chiudere un cerchio. È un peccato perché si poteva fare bene e sono convinto che avrei lottato per la quinta posizione con i due Andrea anche sull'asciutto. Poi le condizioni sono cambiate e pensavo che potesse essere la giornata giusta per fare qualcosa di speciale, perché non avendo vincoli di classifica potevo prendermi anche dei rischi. Invece è andato tutto storto perché non sono neanche riuscito a partire".
Anticipando il secondo cambio moto poteva venire fuori un grande exploit: "Avendo corso anche con la Superbike su questo asfalto, sapevo che si potevano usare le slick anche se era un po' umido, quindi avrei potuto anticipare il secondo cambio, come hanno fatto i vari Baz o Redding. Rispetto a loro io avrei avuto anche il vantaggio di partire davanti e che avevo il passo dell'1'33" lo potevo tenere, perché nel warm-up facevo 33 alto con le gomme usate. Avrei potuto giocarmi questa carta, ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte".
Il ruolo di collaudatore però sembra quasi iniziare a stare un po' stretto a Michele ora che ha avuto modo di dimostrare il suo valore: "Girando sempre da solo non ti rendi conto di quanto sei in grado di andare forte. Quando sei in mezzo agli altri trovi una conferma. Se per il bene dell'azienda si decide che devo continuare come collaudatore, sono a disposizione, ma se c'è bisogno di un pilota che debba correre non credo che debbano andare a cercare troppo in giro".
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