Dakar, Coma: "Pensavo fosse finita il secondo giorno"
Il pilota della KTM però non si è arreso ed centrato la sua quinta vittoria. Nel suo futuro ci sono le auto?
Cinque vittorie, come prima di lui avevano fatto Cyril Despres e Cyril Neveu, e naturalmente Stephane Peterhansel. E quattro di queste in Sud America, ed in questo caso il record ce l'ha solo lui. Marc Coma ieri ha festeggiato la sua vittoria in questa Dakar 2015 senza farsi mancare, ieri mattina, un filo di preoccupazione, quando sull'ultima tappa della Dakar si è abbattuto un acquazzone di proporzioni dantesche.
La speciale da 174 km è stata interrotta al 101esimo, prima che qualcuno si facesse male seriamente perchè le cadute e le scivolate su una pista che era diventata sapone erano ormai all'ordine del metro. Lui ha guidato come sulle uova, trovandosi quinto nel momento in cui ASO ha bloccato la prova.
"Fino all'ultimo metro qualcosa può sempre accadere" – diceva al traguardo, e lui lo sa bene perchè lo ha già vissuto in passato. Ma al traguardo della speciale prima e sul podio poi la consapevolezza ha lasciato spazio alla tensione degli ultimi giorni: "Sono sopravvissuto alle epoche – dice ancora – e sono contento di aver eguagliato il record di cinque vittorie. In realtà non me ne rendo ancora ben conto e oggi voglio solo pensare a festeggiare, con il mio team" e con tutti coloro che hanno sempre creduto in lui, compreso quel mito che si chiama Heinz Kinigadner che è qui da una settimana, al seguito della KTM, quella stessa marca che gli ha dato tanto e che oggi lo vede impegnato al suo interno in una posizione decisionale, ma che soprattutto con il successo di Marc raggiunge le 14 vittorie consecutive di questa gara.
Il giorno più difficile per Marc resta, in questa Dakar, il secondo: "Ho veramente pensato che avrei chiuso questo rally il secondo giorno" e pensa alla sua mousse ed al problema che aveva avuto con la gomma, costretto a viaggiare in piedi per non consumare ulteriormente una gomma che era già arrivata al capolinea. "Quello è stato davvero il giorno più brutto, e quando sono riuscito ad arrivare al traguardo con un ritardo notevole in fatto di minuti ho pensato che avessimo perso la Dakar".
Ma caparbio e sempre altamente concentrato Marc da quel momento ha attaccato e per due giorni di seguito ha chiuso in seconda posizione fino poi a vincere la sua unica speciale di tutto il rally, nella tappa fra Copiapo e Antofagasta, in Cile. "E' stato un rally difficile anche quest'anno – ammette Marc – e il livello si è alzato perchè Barreda e Goncalves (i due piloti Honda HRC) mi hanno costretto ad attaccare, cambiando un po' quella che è la mia strategia abituale. Credo che entrambi abbiano le carte giuste per poter vincere nei prossimi anni".
E da questo discorso sembra quasi mettere le mani avanti per il futuro: "Non dico che non mi piacerebbe passare, come ha fatto Cyril, alle quattro ruote, ma è una decisione che va presa con calma e ci penserò nei prossimi mesi". Le possibilità ovviamente non mancano ma Marc, giustamente, prima di accettare, vuole la certezza di un contratto all'altezza di un pentavincitore della Dakar, anche se probabilmente nel suo cuore la voglia di raggiungere quel record che appartiene solo a Peterhansel, di sei vittorie, vanta uno spazio ben preciso.
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